Crenshaw si era forse già messo d'accordo con le Risorse umane, con la Contabilità, con l'ufficio legale, con l'ufficio Ricerca? E che tipo di accordi aveva presi? Non voleva usare il nome di Crenshaw per il momento: voleva vedere che reazione avrebbe suscitato con domande fatte così, in generale.
Shirley era ancora alla Contabilità e Aldrin la chiamò. — Ricordami di quali scartoffie avrò bisogno se qualcuno venisse trasferito a un'altra sezione — esordì. — Lo detraggo dal mio bilancio immediatamente o no?
— I trasferimenti sono stati congelati — annunciò Shirley. — La nuova dirigenza… — Aldrin la sentì trattenere il fiato. — Non hai ricevuto il memorandum?
— Non credo — disse Aldrin. — Dunque… se abbiamo un impiegato che desidera partecipare a un protocollo di ricerca, non possiamo limitarci a trasferire il suo centro di costo alla Ricerca e basta?
— Santo cielo, no! — esclamò Shirley. — Tim McDonough, il capo della Ricerca, ti leverebbe la pelle e l'appenderebbe al muro. — Dopo una pausa chiese: — Quale protocollo di ricerca?
— Qualche nuovo medicinale — rispose lui.
— Ah. Be', se hai un impiegato che ha di queste fisime, dovrà partecipare come volontario. Il compenso è di cinquanta dollari al giorno per protocolli che richiedono la residenza in clinica e venticinque dollari al giorno per gli altri, con un minimo di duecentocinquanta dollari. Naturalmente coloro che risiedono in clinica ricevono anche vitto, alloggio e medicinali. Io non farei mai la cavia per qualche medicinale a questo prezzo, ma il comitato etico dice che i volontari non devono ricevere incentivi finanziari.
— Be'… però essendo impiegati continuerebbero a ricevere i loro salari?
— Solo se continuassero a lavorare o se dedicassero alla Ricerca il loro periodo di ferie — dichiarò Shirley.
Aldrin si chiese cosa progettasse di fare Crenshaw per gli stipendi e i compensi della Ricerca. Chi finanziava i protocolli? E perché lui non aveva pensato prima a tutto questo? — Grazie, Shirley — si ricordò di dire.
— Buona fortuna — rispose lei.
Quindi, supponendo che il trattamento funzionasse, Aldrin si rese conto di non avere idea di quanto sarebbe durato. Il dato era forse nelle carte che Crenshaw gli aveva fornito? Le trovò e le rilesse con cura. Se Crenshaw non aveva preso qualche accordo particolare per far finanziare dalla Ricerca i salari del settore A, allora stava cercando di trasformare impiegati tecnici anziani in cavie di laboratorio malpagate. E anche se fossero usciti dalla riabilitazione entro un mese (la stima più ottimistica dello schema) ciò avrebbe fatto risparmiare un sacco di soldi. Controllò le cifre. Sì, sembrava un mucchio di soldi, ma in realtà non lo era in paragone ai rischi legali che la compagnia avrebbe corso.
Lui non conosceva nessun pezzo grosso della Ricerca. Tornò alle Risorse umane… Betty era andata… cercò di ricordare qualche altro nome. Paul. Debra. Paul figurava sull'organigramma, Debra no.
— Cerca di sbrigarti — disse Paul. — Finisco domani.
— Finisci?
— Sì, faccio parte di quel famoso dieci per cento — spiegò Paul, e Aldrin percepì la collera nella sua voce. — No, la compagnia non sta perdendo quattrini; no, la compagnia non sta tagliando il personale; succede solo che non ha più bisogno dei miei servigi.
Dita di ghiaccio corsero lungo la spina dorsale di Aldrin. Lui avrebbe potuto trovarsi al posto di Paul nel giro di un mese… no, quel giorno stesso, se Crenshaw si fosse accorto di quanto stava facendo.
— Ti pago un caffè — disse.
— Già, come se mi servisse qualcosa per tenermi sveglio la notte — commentò Paul.
— Paul, senti. Ho bisogno di parlarti, e non al telefono.
Un lungo silenzio, poi: — Oh. Anche tu?
— Ancora no. Allora, caffè?
— Sicuro. Alle dieci e mezza alla tavola calda?
— No, facciamo un pranzo anticipato… alle undici e mezza — decise Aldrin e riappese. Aveva le mani sudate.
— Dunque qual è il grande segreto? — chiese Paul. La sua faccia era totalmente inespressiva. Sedeva ingobbito a un tavolo nel mezzo della tavola calda.
Aldrin avrebbe scelto piuttosto un tavolo d'angolo, ma poi ricordò un film di spionaggio che aveva visto. I tavoli d'angolo potevano essere monitorati. Anzi, a quel che ne sapeva lui, Paul poteva portare un… un microfono. Provò un urto di nausea.
— Andiamo, non sto registrando niente — disse Paul sorseggiando il caffè. — Ma ci noteranno sicuramente se continui a guardarmi a bocca aperta. Diamine, che razza di segreto devi avere.
Aldrin sedette facendo debordare il caffè dalla tazza. — Sai che il mio nuovo capodivisione fa parte delle scope nuove…
— Roba vecchia — disse Paul con voce annoiata.
— Si chiama Crenshaw.
— Un fortunello. E ha una grossa reputazione.
— Sì, be'… ricordi la sezione A?
— Gli autistici, certo. — Paul si fece più attento. — Ce l'ha con loro?
Aldrin annuì.
— È stupido — dichiarò Paul. — Non che Crenshaw non lo sia, ma… la cosa è stupida sul serio. Le nostre facilitazioni fiscali dipendono da loro. E poi, la pubblicità…
— Lo so — disse Aldrin. — Ma lui non ascolta. Dice che costano troppo.
— Secondo lui tutti, lui escluso, costano troppo. E allora, cosa vuol fare, licenziarli? Abbassargli lo stipendio?
— Vuole costringerli a presentarsi volontari per un protocollo di ricerca che riguarda la sperimentazione sugli esseri umani.
Paul fece tanto d'occhi. — Ma stai scherzando! Non può fare una cosa del genere!
— Può. — Dopo una pausa Aldrin continuò: — Dice che non esiste legge che la compagnia non possa eludere.
— Sarà anche vero, ma… non possiamo fregarcene della legge e basta. Sperimentazione umana, eh? Di che si tratta, di qualche medicinale?
— No, di un trattamento per autistici adulti. Si suppone che li renda normali. Pare che abbia funzionato con le scimmie — spiegò Aldrin.
— Non parli sul serio. — Paul aveva sbarrato gli occhi ancora di più. — Accidenti! Stai parlando sul serio! Crenshaw che cerca di trasformare le nostre galline dalle uova d'oro fiscali in cavie per la sperimentazione umana! Ma ne verrà fuori un incubo pubblicitario… qualcosa che potrebbe costare miliardi alla compagnia!
— Questo lo sai tu e lo so anch'io, però Crenshaw vede le cose a modo suo.
— Chi può aver approvato la cosa ai piani alti?
— Che io sappia, nessuno — disse Aldrin facendo mentalmente gli scongiuri. Era la verità, però, perché lui non si era informato.
Paul aveva perso completamente l'aria imbronciata. — A quell'idiota il potere ha dato alla testa — disse. — Crede di poter combinare una cosa del genere e guadagnare punti su Samuelson.
— Samuelson?
— Anche lui scopa nuova. Ma non ti tieni al corrente di quel che succede?
— No. Non sono bravo in queste cose — disse Aldrin.
Paul annuì. — Io pensavo di esserlo, ma questa lettera di licenziamento prova che non lo ero. Comunque: Samuelson e Crenshaw sono entrati qui come rivali. Samuelson ha tagliato i costi di lavorazione senza suscitare commenti da parte della stampa… benché io pensi che questo stato di cose non durerà. Crenshaw dunque deve credere che gli riuscirà un triplo colpaccio: procurarsi dei volontari che avranno troppa paura del licenziamento per lamentarsi in caso qualcosa andasse storto, portare a termine la manovra per conto proprio senza che nessun altro lo sappia e poi accaparrarsi il merito. E se tu non fai qualcosa, Pete, condividerai la sua fine.
Aldrin aveva altre domande da fare. — Ascolta, io non so come lui renderà conto del loro tempo se gli autistici accettano il trattamento. Speravo di avere notizie più precise sul lato legale… può Crenshaw fare in modo che ci si sottopongano cumulando insieme le ferie e le licenze per malattia? Quali sono le regole per gli impiegati speciali?