— Ho bisogno di prendere accordi per il deposito degli stipendi degli impiegati della sezione A direttamente nelle loro banche, mentre loro si troveranno in congedo a tempo indeterminato…
— Pete, te l'ho già detto, non è così che funziona la cosa. Devi avere un nullaosta speciale…
— Il signor Crenshaw considera questa una massima priorità. Ho il codice di autorizzazione per il progetto e posso avere la sua firma…
— Ma come dovrei fare a…
— Non puoi limitarti a dire che loro stanno lavorando in una sede decentrata? Così non si dovrebbero introdurre variazioni nei bilanci dei dipartimenti.
La sentì digrignare i denti a quella proposta. — Potrei anche farlo se tu mi dicessi qual è questa sede decentrata.
— Edificio quarantadue del campus principale.
Un istante di silenzio, poi: — Ma quella è la clinica, Pete. Che imbroglio stai meditando? Vuoi raddoppiare i compensi degli impiegati della ditta facendoli apparire anche come soggetti di ricerca?
— Io non sto meditando nessun imbroglio — disse Aldrin con l'atteggiamento più dignitoso che poté. — Io sto solo cercando di varare un progetto al quale il signor Crenshaw tiene moltissimo. Gli impiegati non raddoppieranno nulla se avranno solo gli stipendi e non i compensi.
— Ho i miei dubbi su questo punto — commentò Shirley. — Ma vedrò cosa posso fare.
— Grazie — disse Aldrin, e riappese di nuovo. Sentiva il sudore scorrergli lungo la schiena. Shirley non era una novellina: doveva sapere perfettamente che la sua richiesta era completamente sballata, e avrebbe avuto parecchio da ridire.
Risorse umane, Contabilità… rimanevano l'ufficio legale e l'ufficio Ricerca. Aldrin frugò tra le carte che Crenshaw gli aveva lasciato fino a trovare il nome dello scienziato che dirigeva il protocollo. Liselle Hendricks… notò che non si trattava dell'uomo che era stato mandato a parlare con i volontari. Il dottor Ransome compariva nella lista semplicemente come membro dell'equipe tecnica.
— Dottoressa Hendricks — disse pochi minuti dopo — sono Pete Aldrin, del dipartimento Analisi. Sovrintendo alla sezione A, dalla quale provengono i suoi volontari. Ha già pronti i moduli del consenso informato?
— Di cosa sta parlando? — chiese la dottoressa. — Se vuol mettersi in contatto con il reclutamento di volontari, si colleghi con l'interno tre-trentasette. Io non ho nulla a che fare con certe questioni.
— Ma lei è la dirigente del protocollo, no?
— Sì… — Aldrin poteva immaginare il viso stupito della donna.
— Ebbene, io mi stavo giusto domandando quando avrebbe spedito i moduli del consenso informato per i volontari.
— Ma perché dovrei mandarli a lei? — chiese la Hendricks. — È il dottor Ransome che deve incaricarsene.
— Vede, il fatto è che i volontari lavorano tutti qui — disse Aldrin. — Mandare i moduli a me sarebbe più semplice.
— Tutti nella stessa sezione? — La dottoressa Hendricks sembrava più sbalordita di quanto Aldrin si sarebbe aspettato. — Questo non lo sapevo. La cosa non vi creerà dei problemi?
— Oh, li risolverò — la rassicurò Aldrin forzandosi a emettere un risolino astuto. — Il fatto è che i miei impiegati non hanno preso tutti una ferma decisione in proposito. Io sono certo che lo faranno, sa, tra una cosa e l'altra, ma comunque…
La voce della dottoressa Hendricks si fece aspra. — Cosa significa quel "tra una cosa e l'altra"? Lei non starà per caso facendo pressione sui volontari? Sarebbe una violazione dell'etica…
— Oh, io non mi preoccuperei per questo, se fossi in lei — disse Aldrin. — Naturalmente nessuno può essere costretto a collaborare, non stiamo parlando di costrizioni, ma questi sono tempi difficili dal punto di vista economico. Il signor Crenshaw dice…
— Ma… ma… — La donna quasi sputacchiava.
— Perciò, se lei potesse spedirmi subito quei moduli, mi farebbe un vero favore — concluse Aldrin, e riappese. Poi chiamò subito un altro Bart, quello che Crenshaw gli aveva detto di contattare.
— Quando si sbrigherà ad avere quei moduli del consenso informato? — domandò. — E i tempi del programma sono stati stabiliti? Ha parlato con la Contabilità circa il problema degli stipendi? Si è messo in contatto con l'ufficio Risorse umane?
— Ehm… no. — Bart sembrava troppo giovane per essere importante, ma probabilmente era stato assegnato a quel posto da Crenshaw. — Pensavo solo… sa, il signor Crenshaw ha detto che lui… la sua sezione… si sarebbe presa cura dei dettagli. Mi pareva che il mio unico dovere fosse di assicurarmi che i volontari si qualificassero per il protocollo qui da me. I moduli del consenso non credo siano stati ancora compilati…
Aldrin sorrise tra sé e sé. La confusione di Bart era un vantaggio in più: qualunque dirigente sarebbe stato giustificato nello scavalcare un simile sciocco. Gli forniva la scusa buona per chiamare la dottoressa Hendricks. Se fosse stato fortunato… e su quel punto si sentiva fortunato… nessuno avrebbe capito chi dei due aveva chiamato per primo.
Adesso il problema era quando contattare qualcuno dei piani alti. Lui avrebbe preferito farlo quando i pettegolezzi avessero raggiunto un livello sufficiente, ma non aveva idea di quanto tempo ci avrebbero impiegato. Fino a quando Shirley o la dottoressa Hendricks avrebbero tenuto per sé le preoccupanti notizie che lui aveva fornite loro senza far nulla? E allorché si fossero decise ad agire, cos'avrebbero fatto? Se fossero corse subito da qualcuno dei massimi dirigenti, sarebbe stata questione di ore prima che lo scandalo scoppiasse; ma se avessero aspettato un giorno o due, ci sarebbe voluta probabilmente una settimana.
Il suo stomaco si contrasse. Aldrin masticò due compresse di antiacido.
14
Venerdì la polizia mi ha accompagnato al lavoro. La mia auto era stata rimorchiata alla stazione di polizia per essere esaminata: mi dicono che potrò riprenderla in serata. Il signor Crenshaw non è venuto nella nostra sezione. Io faccio ottimi progressi nel progetto di cui mi occupo.
La polizia manda una macchina per riportarmi a casa, ma prima passiamo a comprare una batteria nuova. Al deposito, firmo diverse carte e un meccanico monta la batteria nuova nella mia auto. Uno dei poliziotti si offre di venire con me a casa, ma io non credo di aver bisogno del suo aiuto. Lui mi dice che il mio appartamento è sotto sorveglianza.
Dentro, la mia macchina è sporca, piena di polvere. Vorrei pulirla, ma prima devo andare a casa. La strada dal deposito è più lunga di quella che percorro tornando dal lavoro, però non mi perdo. Parcheggio vicino all'auto di Danny e salgo al mio appartamento.
Per ragioni di sicurezza non devo lasciare il mio appartamento, ma è venerdì sera e ho bisogno di fare il bucato. La lavanderia è nel mio stesso edificio, quindi penso di essere al sicuro: dopo tutto qui abita anche Danny, e Danny è un poliziotto. Non uscirò dal palazzo, ma farò il bucato.
Metto la biancheria nel cestino della roba bianca e in quello della roba colorata, prendo il detersivo e guardo attraverso lo spioncino prima di aprire la porta. Non c'è nessuno, naturalmente. Esco, richiudo la porta a chiave e scendo.
Carico i panni in due lavatrici diverse e le metto in azione. Ho portato con me Cego e Clinton e siedo su una delle sedie di plastica accanto al tavolino per ripiegare il bucato. Mi piacerebbe portarla nell'atrio, ma sulla parete c'è un cartello che dice: AGLI INQUILINI È STRETTAMENTE PROIBITO PORTARE SEDIE FUORI DELLA LAVANDERIA. Non mi piace questa sedia, ha un orribile colore azzurro verdastro, ma standoci seduto almeno non la vedo.
Ho letto otto pagine quando arriva la vecchia signorina Kimberley col suo bucato. Io non alzo la testa, non desidero parlare. La saluterò se lei mi rivolgerà la parola.