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Forse il suo agente gli avrebbe anticipato un po’ di soldi. Doveva farlo. Se Brevis non avesse fatto quello per lui mentre stava morendo di fame in un luogo sconosciuto, che cazzo di tipo era? Quel figlio di puttana.

Axxter fece una chiamata a suo carico, pregando che Brevis l’accetasse. Solo per quella volta.

A CHE NOME (CHI FA LA CHIAMATA)? Il Sindacato delle Comunicazioni attese la risposta.

— Uhm… ditegli che è Ny. Ny Axxter.

Ascoltò il trillo distante, che sembrava venire da un altro mondo. Il cavo di comunicazione che partiva da quella presa correva lungo tutto l’edificio fino ai livelli più alti; era il suo unico collegamento.

Poi udì la voce di Brevis. — D’accordo, l’accetto. Passatemelo.

Santo Dio. — Brevis… — disse d’impulso.

L’agente lo interruppe subito. — Ascolta, amico — chiunque tu sia — non mi piacciono affatto gli scherzetti come questo. Hai un pessimo senso dell’umorismo per farne uno simile. Adesso vai a fare in culo e non…

— Brevis… no, ascolta, sono davvero io.

— Va bene, d’accordo, davvero divertente; adesso vattene al…

Tutto quello a cui riusciva a pensare era il fatto che il suo agente avrebbe riappeso chiudendo la comunicazione. Era disperato: — Sono davvero io, per Dio, e questo non è uno scherzo. Non sono morto. Brevis, devi credermi.

Silenzio. Sempre meglio di un click e di una comunicazione interrotta.

— Ny? — La voce di Brevis era contemporaneamente scettica e incuriosita. — Sei tu? Come…

Doveva tenerlo in linea. — Brevis, te lo giuro — Non lasciarlo andare via. — Credo di sapere cos’hai sentito, ma non è vero. Non sono morto. Sono davvero Ny Axxter e sto parlando con te.

Ancora silenzio. — Dimostralo. Voglio dire, dimostrami di essere davvero Ny.

— Cazzo, cosa vuoi che faccia? — Osservò il suo dito infilato nella presa, come se desiderasse infilarsi in quella cavità e trovarsi di fronte all’agente. — Sto parlando con te, non è forse vero?

— Potrebbe essere chiunque. — Il tono stava diventando più scettico. — Sembra che tu sia Axxter… ma è molto facile camuffare la voce.

— D’accordo, d’accordo. Aspetta un attimo. — I suoi pensieri cominciarono a turbinare. — D’accordo, ascolta questo: la prima cosa che ho fatto, il mio primo lavoro dopo aver firmato il contratto con te. Era stato commissionato da una piccola banda, circa una dozzina di ragazzi, che adesso sono tutti morti; si chiamavano… uhm… — schioccò le dita — Soprattassa Abrasiva. Esatto? Io sono andato in panico e non riuscivo a pensare ad altro, così ho copiato un dragone volante da una collezione di vecchi tatuaggi che mi aveva dato Howe Drafe. Solo che i ragazzi della banda si accorsero di essere stati fregati, perché avevano pagato per un originale, quindi hai dovuto rendere loro il denaro più un dieci per cento, che hai dedotto dal costo del mio lavoro successivo; solo che non era vero: non ti avevano fatto pagare nessun dieci per cento di penale…

— Cristo… te ne ricordi ancora? Vuol dire che mi porti del rancore per questo.

Axxter si concesse un sorriso. — Allora, sono io o no?

— Be’, suppongo proprio di sì. — Non c’era più scetticismo nella sua voce, solo stupore. — Ma come diavolo fai a non essere morto?

— Credo si tratti solo di fortuna.

— No, no. Voglio sapere esattamente cosa diavolo sta succedendo!

Axxter fece spallucce. — Sono ancora vivo. È tutto quello che c’è da dire. Tutto quello che hai sentito…

— “Sentito” non è la parola esatta. L’ho visto, mio caro. C’è una registrazione in cui tu voli a capofitto verso le nuvole. Dopo aver urtato violentemente contro il muro. La Folla Devastante ha filmato ogni cosa; avevano uno dei loro uomini addetti agli archivi al seguito dei tuoi inseguitori. Inviava i segnali tramite raggio laser al campo: ecco perché abbiamo avuto la registrazione, visto cha anche lui è volato nel vuoto. Comunque, che razza di idea brillante è stata quella?

— Ho avuto un po’ d’aiuto, d’accordo? Non è stata tutta farina del mio sacco. — Le continue domande da vecchia donnetta dell’agente lo irritarono: aveva creduto che Brevis sarebbe stato felice anche solo di sentire che era ancora vivo.

— Quello spettacolino ti è costato, amico. Il Dipartimento dei Lavori Pubblici si è precipitato sul tuo conto e l’ha succhiato fino all’osso… Hanno preso una mucchio di soldi. Quel video era la prova della tua colpa. Quando è stato trasmesso e tutti, dai livelli più alti a quelli più bassi, l’hanno visto…

— Cosa? Chi l’ha visto?

— Tutti. È quello che ti sto dicendo. — La voce di Brevis divenne stridula. — La Folla Devastante ha venduto il nastro alla sezione che si occupa di programmi d’intrattenimento alla Chiedi Ricevi ed è stato trasmesso mentre probabilmente tu stavi ancora cadendo attraverso la barriera di nuvole. Un gruppo come la Folla non ha bisogno dei soldi che ha guadagnato con la vendita, ma si diverte se può dimostrare che la gente che non le piace è davvero deficiente.

— Gesù… — Tutti quanti, sopra o dentro il Cilindro, l’avevano visto volare via dal cavo di transito come un idiota. Proprio il tipo di cosa che si può vedere in un vecchio cartone animato: il gatto che sega il ramo su cui è seduto. Anche la sua ragazza l’aveva visto, non ne aveva dubbi. L’ultimo ricordo che le sarebbe rimasto di lui era un filmino trasmesso durante le notizie della sera. Grandioso.

— Allora, come pensi che io mi senta per questo? Sai che bella pubblicità per un agente il fatto che tutto il mondo sappia che alcuni dei suoi clienti hanno merda al posto del cervello! Tutte le volte che cerchi di combinare qualche affare, la gente ti chiede di richiamare più tardi per avere il tempo di smettere di ridere!

Quello era il problema con Brevis: nessuno stava mai peggio di lui.

— D’accordo, d’accordo. Ascolta, non devi dire a me che non è stata una grande idea. — Axxter tentò di riportare la discussione dov’era cominciata. — Ero sotto pressione in quel momento. Quei folli stavano cercando di ammazzarmi. D’accordo?

— Va be’, ma vedi di non farlo un’altra volta. Gesù Cristo! — La voce di Brevis divenne un gemito di dolore. — Hai idea di quanto mi stia costando questa chiamata? Da dove diavolo stai chiamando?

Doveva essersi accorto della tariffa in continuo aumento del Sindacato delle Comunicazioni. — Ascolta, Brevis, farai fatica a crederlo, ma sono davvero molto lontano da voi…

— Ci scommetto, madre di Dio…

— …io sono dall’altra parte. Dell’edificio. Sono sulla zona sconosciuta del Cilindro. Capisci? Sono dall’altra parte!

Un attimo di silenzio. — Cristo, Ny, sei pieno di sorprese oggi. Devo credere anche a questo, solo perché ho deciso di credere al fatto che tu sia vivo?

— È vero, te lo giuro. Fai localizzare dal Sindacato questa presa. Avrai bisogno del numero per richiamarmi.

— Perché diavolo dovrei richiamarti? Sei rovinato finanziariamente, sei ufficialmente morto e come cliente sei un pessimo elemento in questo momento. Dovrei fare in modo che la Folla cerchi di ammazzare anche me?

Axxter aveva la mano sudata e il suo dito tremava nella presa. Se Brevis avesse riattaccato… — Tu mi richiamerai. Perché io posso farti fare soldi, un sacco di soldi.

— Davvero? — Ancora quel tono scettico. — E come?

— Sto parlando di un mucchio di denaro. — Doveva prendere tempo per pensare. — Il più grande affare che tu abbia mai combinato; voglio dire, quello che ti farà emergere tra la massa degli agenti… — Forza, cerca di pensare. — Montagne di dollari, Brevis, montagne di dollari… — Niente, non gli veniva in mente niente.