Quando finalmente riuscì ad aprire bene gli occhi, un’altra sorpresa lo aspettava. Un pacchetto avvolto in una carta grigia e legato con uno spago. Qualcuno, o qualcosa, era riuscito a muoversi furtivamente sopra di lui mentre era addormentato e a lasciarlo lì, legato a una delle corde con lo stesso spago grezzo.
Si allungò e sfiorò il pacco con un dito. Non accadde nulla: il suo dito affondò in qualcosa di morbido sotto la carta.
— Che mi venga un colpo. — Adesso era abbastanza sveglio per avvertire il profumo, un aroma che gli fece capovolgere lo stomaco. Liberò il pacchetto dalla corda, sciolse lo spago e se lo strinse al petto mentre toglieva la carta.
Una specie di pane, due pezzi piatti e rotondi; si muovevano tra le sue mani. C’era anche una borraccia di plastica con dell’acqua, o qualcosa di altrettanto trasparente. Axxter osservò ogni cosa prudentemente. Lahft non avrebbe potuto portargli niente di simile — chi aveva mai visto gli angeli avere quella roba? Che altri amici poteva avere su quella parte del Cilindro?
— Be’, merda… — Staccò un pezzo di quel pane elastico e se lo ficcò in bocca. Sarebbe morto se non l’avesse mangiato. Lo masticò e lo ingoiò, poi bevve dalla borraccia, gettando la testa all’indietro.
Lasciò metà dell’acqua, richiudendo la borraccia perché non perdesse e si infilò il resto del pane nella camicia. Sarebbe potuto passare molto tempo prima che ricevesse altri regali. Pensò che il fatto fosse in qualche modo collegato a quello che aveva visto muoversi in lontananza la sera prima. Avrà deciso di farmi ingrassare, probabilmente. Lo stomaco pieno diminuì le sue preoccupazioni.
Quando Brevis chiamò, lo svegliò di soprassalto; la piacevole fatica compiuta dal suo stomaco gli aveva fatto venire sonno. Il movimento brusco rischiò di fargli togliere il dito dalla presa interrompendo la comunicazione.
— Ny… ciao ragazzo, come te la passi? — La voce di Brevis rimbombò nelle sue orecchie. — Come sono le cose là fuori?
Il cuore di Axxter sprofondò. Conosceva bene i toni di voce del suo agente. L’eccitazione esagerata significava che qualcosa bolliva in pentola; quel cordiale saluto significava merda.
— Sto bene. Non potrei stare meglio — Axxter socchiuse gli occhi. Il sole era appena spuntato dalla cima dell’edificio. — Allora? Cosa succede?
Il tono di Brevis divenne basso e pieno di scuse. — Be’, non sembra che le cose si stiano mettendo troppo bene per il momento, Ny. Non sono riuscito a vendere i diritti di questa avventura.
— Perché no? — Spinse più a fondo il dito nella presa. — Che cazzo vuoi?
— Ehi, non saltarmi alla gola, ragazzo! Sono stato ore al telefono a parlare coi compratori della Chiedi Ricevi. Nessuna delle loro divisioni era interessata all’affare.
Non poteva crederci. — Ma perché, per Dio? È un’idea grandiosa — quando mai avrebbero un’altra opportunità per roba come questa?
— Ny… il fatto è che loro non pensano che tu possa farcela. Se ci fosse la certezza che tu riesca a raggiungere almeno i confini della zona conosciuta, avrei potuto presentare la tragica odissea in modo diverso e lanciare qualche lacrimevole appello. Ma nessuno di loro crede che tu possa arrivare lontano; almeno non tanto lontano da avere il tempo di creare un buon pubblico. Credono che il tuo culo non si muoverà dal luogo in cui si trova ora.
Axxter sentì un sudore freddo colargli lungo le scapole, mentre il muro deserto era attraversato da un vento gelido. — D’accordo. — Con calma, prudenza. — Perché? Cosa fa credere loro che io non possa farcela?
Brevis restò un attimo in silenzio. — Non c’è alcuna possibilità, Ny. Tu sei nel bel mezzo di nulla; sei lontanissimo da qualunque Fiera Equatoriale.
— Così mi aspetta un lungo viaggio. Bell’affare. No, voglio sapere cos’altro c’è. Forza, sputa.
— Non volevo essere troppo duro con te, Ny, ma se davvero lo vuoi sapere… sei ancora in grossi guai con la Folla Devastante. In qualche modo sono venuti a sapere che sei ancora vivo. Probabilmente, quando ho iniziato a negoziare con la Chiedi Ricevi, questa ha contattato la Folla per capire cosa avessero da dire sull’intera faccenda. E non hanno detto niente di buono. La Folla è ancora furiosa con te. Hanno già inviato delle squadre punitive verso le Fiere Equatoriali e messo una taglia sulla tua testa. Se tu riuscissi ad arrivare fino a una delle Fiere, cercando di attraversarla per entrare nella zona del giorno, qualunque criminale cercherà di farti fuori e beccarsi la sua dose di fortuna. La Chiedi Ricevi non crede che sia molto divertente vedere un pazzo che va a cacciarsi in un mattatoio, certo di essere ammazzato. Voglio dire, non c’è affatto suspense. Diciamocelo, Ny, tu sei un uomo morto.
— D’accordo. Va bene. — Quegli stronzi… la rabbia era più forte di qualunque altra emozione; sentiva il sangue che gli saliva al viso, pizzicandogli il naso. — Pensano che verrò fatto fuori… molto bene. Credono di potermi lasciare appeso qui fuori a essiccarmi? Ho delle notizie per loro. — Le parole gli uscivano sibilando. — Se non riuscirò a tornare indietro girando intorno all’edificio, troverò un’altra strada.
— Ny… — La voce era triste. — Non c’è nessun’altra strada.
— Oh! Davvero? Allora senti questa: non girerò intorno all’edificio, lo attraverserò.
Silenzio. I secondi passavano e prima che Brevis parlasse di nuovo era già trascorso più di un minuto. — Cosa… di cosa diavolo stai parlando?
— Mi hai sentito. — Anche Axxter aveva sentito la propria voce e le parole gli ronzavano ancora nella testa. Ora che si era un po’ calmato, poteva ammirare quell’idea in tutta la sua semplicità. Perché aggirarlo? Bisogna sempre arrivare alla meta percorrendo la via più breve. — Attraverserò il Cilindro, passerò esattamente nel mezzo. Non dovrò strisciare sulla superficie e nemmeno preoccuparmi di un branco di pazzi criminali che mi stanno aspettando alle Fiere Equatoriali. Mi dirigerò direttamente da qui alla zona conosciuta; tutto quello che devo fare è trovare un’entrata e arrivare sui livelli orizzontali all’interno. Se non altro, mi risparmierò un sacco di chilometri e soldi. E fotterò la Folla Devastante… farò in modo di emergere in qualche settore controllato dall’Atroce Amalgama. Mi considereranno un dannato eroe per aver fatto fare alla Folla la figura degli idioti. Quei tipi hanno pensato che il video che avevano venduto alla Chiedi Ricevi fosse divertente? Aspettino fino a quando non verrà trasmessa questa piccola acrobazia. — Era un pensiero piacevole. Massa di tacchini!
— Cristo, Ny… devo dirtelo. — In quel momento, Brevis stava probabilmente scuotendo il capo, stupito. — Non è una gran bella idea. Però, concettualmente, prendi dei punti per averla avuta, davvero.
— Cosa c’è che non va nella mia idea?
— Ny, tu stai parlando di attraversare il centro dell’edificio. Non semplicemente di passare al di sotto del muro, in qualche comodo e piccolo settore orizzontale. Stiamo parlando di passare direttamente nel mezzo del Cilindro. Sai, ci sono buone ragioni per cui nessuno va a fare passeggiate domenicali da quelle parti. — Al di là della voce ironica di Brevis, dietro a quello che diceva c’era qualcos’altro. — In realtà sono pessime ragioni, Ny. Voglio dire, buone ragioni, ma pessima merda. Sai di cosa sto parlando, vero?
— Lo so. — Parole che nessuno di loro voleva pronunciare ad alta voce, pur pesando come piombo sulla loro conversazione. I Centri dei Morti. Quel pensiero sconvolse lui molto più di Brevis; aveva visto dal vero, non su qualche stupido nastro, cosa potevano fare quei farabutti. Aveva già camminato tra i loro freddi passi… se erano davvero piedi quelli che avevano; l’immagine di gigantesche tracce di lumaca, di ceneri fumanti e ossa in stato di decomposizione s’insinuò nella sua mente. L’odore del settore orizzontale bruciato in cui si era imbattuto era sempre pronto a riemergere in ogni momento.