— Brevis… conosco bene queste storie. — La sua voce era cavernosa. — Ma non ho altra scelta. Non è vero? E comunque, cos’avrei da perdere? Sono qui seduto, ma sono un uomo morto ormai.
L’agente rifletté per un attimo. — Credo che tu abbia ragione. Sai, è abbastanza folle, forse quest’idea gli piacerà di più. Lasciami fare una telefonata. Puoi aspettare un’altra oretta?
— Non andrò da nessuna parte.
Passò solo mezz’ora. E di nuovo la voce di Brevis.
— È fatta, Ny. Hanno accettato l’affare. La Chiedi Ricevi sta facendo il versamento sul tuo conto proprio adesso. Sono impazziti quando hanno sentito parlare di attraversare il Cilindro. Voglio dire, le probabilità che tu hai sono senza dubbio minori di quelle di prima, però pensano di recuperare il loro anticipo di denaro solo con le informazioni che tu potrai fornire. Quello che ricaveranno filmando quanto lontano riuscirai ad arrivare, sarà un sovrappiù.
— Che carini! — I pensieri di Axxter ricominciarono a turbinare. Doveva aver ben chiaro quello di cui aveva bisogno: mappe, dati, chiacchiere e pettegolezzi, notizie storiche, qualunque cosa esistesse già negli archivi della Chiedi Ricevi. Doveva avere tutto, scovare ogni cosa prima di mettersi in moto. Una cosa era dichiarare le proprie intenzioni, un’altra era muovere il culo e metterle in pratica.
— Vogliono rapporti giornalieri dettagliati, Ny. Qualunque cosa ti succeda, qualunque cosa tu incontri. Dovrai sempre guardarti intorno per individuare delle prese per la comunicazione…
— D’accordo; ogni cosa. — La Chiedi Ricevi sarà soddisfatta di qualsiasi notizia riceverà. — Ascolta, Brevis. Grazie per quello che hai fatto, ma adesso devo chiudere.
— C’è qualcos’altro su questo affare che dovresti sapere, Ny…
Cera sempre qualcos’altro. — Mi metterò in contatto con te più tardi, d’accordo? Ne parleremo più tardi. — Interruppe la comunicazione con l’agente. Doveva controllare alla sua banca.
CONTO RIATTIVATO. Una piacevolissima scritta verde.
Quello lo fece sentire meglio. Soprattutto quando vide le cifre, proprio nel bel mezzo dello schermo. Guardò verso le nuvole, contando gli zeri che erano sovraimpressionati sul cielo.
11
Non c’era molto che potesse fare.
Axxter guardò il buio della notte, il cielo nero dietro al Cilindro, togliendo gli occhi dai frammenti di documenti che era riuscito a strappare agli archivi della Chiedi Ricevi. Aveva mangiato l’ultimo pezzo di pane e bevuto l’ultimo goccio d’acqua.
Nessuno l’aveva mai fatto prima, attraversare l’edificio; quello era certo. Altrimenti la Chiedi Ricevi non avrebbe pagato quella meravigliosa sommetta, di cui lui aveva già speso una parte per ottenere informazioni dai suoi archivi. Avrei dovuto chiedere qualche sconto… visto che in effetti stava lavorando per loro. La prossima volta, ah, ah. In realtà non aveva alcuna voglia di ridere. Gli bruciavano gli occhi per aver passato ore a leggere parole luminose che gli passavano davanti alla vista.
Le migliori informazioni che avesse ottenuto, malgrado risultassero NON CONFERMATE, erano state fornite dai rapporti dei pochi che si erano spinti appena oltre le barriere sigillate che proteggevano i settori orizzontali dal mondo esterno. Era dannatamente rischioso; non c’era da meravigliarsi che nessuno avesse mai osato niente più che ficcare la testa oltre le barriere, dare una veloce occhiata, tornare immediatamente indietro e chiudere di nuovo tutto.
La parte affascinante era l’ipotesi che compariva in più documenti, secondo cui esistevano dei cunicoli sotterranei che attraversavano l’edificio. Inoltre, le aperture principali che nella zona conosciuta permettevano il passaggio dai settori orizzontali a quelli verticali del mondo esterno, sembravano essere state le precedenti aperture di tali cunicoli. Le persone sull’orizzontale non erano molto interessate all’archeologia, Axxter le ricordava come gente mai realmente interessata a qualcosa, ma erano state fatte alcune ricerche e si era scoperto che le barriere all’interno delle aperture risalivano a un’epoca successiva a quella dei muri circostanti. La conclusione che se ne poteva trarre, se si accettava l’ipotesi di quei tunnel che attraversavano l’edificio, era che durante gli oscuri giorni della Guerra qualcuno aveva sigillato le loro entrate. E probabilmente avevano avuto buone ragioni per…. Axxter bloccò quel pensiero a metà, impedendosi di andare oltre.
Comunque, ammettendo l’esistenza dei cunicoli, questi mettevano in comunicazione la zona della sera con quella del giorno … Dovevano essere freddi; partivano da dove il sole tramontava per arrivare a dove sorgeva. A casa, di nuovo nella zona conosciuta. Una breve e piacevole passeggiata, decisamente più facile che arrampicarsi lungo la parete dell’edifico senza nemmeno avere la Norton.
Axxter trovò altre croste nella tasca della giacca, le prese tra l’indice e se le infilò in bocca. Forse il suo fantomatico benefattore avrebbe legato altri pacchetti alle corde mentre lui dormiva… avrebbe potuto usare quelle provviste quando si fosse mosso in cerca di una via d’accesso per penetrare al di sotto della superficie dell’edificio.
Almeno sapeva dove si trovava. Non l’aveva saputo dalla Chiedi Ricevi, ma dal Sindacato delle Comunicazioni; erano stati in grado di dargli l’esatta posizione della presa che stava usando per le sue chiamate.
Quindi doveva trovare un’entrata da quella parte…
Axxter cominciò a mangiarsi un’unghia: non aveva altro da sgranocchiare. Passo dopo passo; aveva già valutato i parametri entro cui doveva lavorare. Aveva dato per scontata l’esistenza dei cunicoli attraverso l’edificio. Non solo; credeva anche che le entrate dei settori orizzontali nella parte conosciuta fossero le bocche di questi tunnel prima che venissero barricati: tutto ciò che doveva fare era trovarli e attraversarli. Prese una mappa su grande scala della zona del giorno, dov’erano indicate con un cerchio rosso le entrate. La sua odissea tra le braccia dell’angelo l’aveva allontanato in modo equidistante dalle Fiere Equatoriali. E si trovava a due terzi della distanza che c’era tra la sommità del Cilindro e la barriera delle nuvole. Così, tracciò una riga sulla mappa, che partiva dalla cima del Cilindro, lo attraversava nel mezzo fino ad arrivare al fondo. Poi ne disegnò un’altra che l’intersecava e individuò l’entrata più vicina al punto d’incrocio delle sue due rette…
Idiota! Si sfregò gli occhi: doveva essersi stancato troppo. Quella fu la sua unica spiegazione. Le entrate della zona nota si trovavano dove un tempo i cunicoli si aprivano sulla superficie del Cilindro; ora erano stati sigillati dall’interno. Cosa diavolo pensava di fare, attraversare tutto l’edificio e poi bussare alla porta, cercando di convincere quelli che vivevano sul settore orizzontale dall’altra parte che non era un rappresentante dei Centri dei Morti venuto a far visita? Sempre ammesso che dall’altra parte ci fosse qualcuno a sentirlo, visto che all’interno del Cilindro i settori orizzontali disabitati erano molti e che non tutti quelli abitati si trovavano vicino al muro interno che isolava lo spettrale cuore dell’edificio. E anche se avesse fatto sapere in anticipo alla Chiedi Ricevi il punto in cui sarebbe emerso, a loro non sarebbe convenuto far incazzare una tribù potente come la Folla Devastante solo per aiutare lui: la Chiedi Ricevi aveva una rigida politica di non intervento sulle questioni fisiche, si limitava a registrare gli eventi, non a crearli, proprio per evitare conflitti d’interesse.