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Poi la sagoma parlò: la sua voce era suadente, ma al tempo stesso inflessibile come l’acciaio, e intrisa di una perfida allegria.

— Vi chiedo scusa per il ritardo, Sorelle. Ma questa sera sono stato occupato come un prete. Prima ho dovuto azionare Le Mani di Satanas per rapire un pretucolo rinnegato proprio sotto il naso del Grande Dio. La sorpresa è stata tanta che ci è mancato poco che starnutisse! Poi Micia è venuta di corsa a dirmi che la Gerarchia aveva catturato Sorella Persefone e che la stava conducendo al Santuario. Così Dickon e io abbiamo dovuto volare sopra i tetti e far cadere il Velo Nero per confondere i sacerdoti che l’avevano arrestata e costringerli a scortarla verso un rifugio sicuro.

In parte, quella voce affascinava Jarles e in parte lo ripugnava. Si rese conto che quell’uomo gli sarebbe piaciuto, ma che l’avrebbe detestato al tempo stesso!

— Sapete Sorelle? Ogni tanto mi diverto a usare la scienza dei preti contro di loro. E senza dubbio il nostro Signore è contento quando gli viene risparmiato un po’ di lavoro extra. Conoscete il Velo Nero, Sorelle? È uno dei piccoli trucchi che abbiamo messo a punto sfruttando il solidografo della Gerarchia. Due luci possono creare il buio, Sorelle, quando si trovano sulla stessa frequenza: si chiama interferenza. Il proiettore del Velo Nero emana frequenze multiple che si regolano automaticamente per neutralizzare qualsiasi luce nella regione focale. Quella è la sola vera tenebra per voi, Sorelle, quella che nasce da due luci contrastanti!

“Ma io sto monopolizzando la conversazione, quando invece immagino che ognuna di voi abbia una storia divertente da raccontare. Ma prima, rendiamo insieme omaggio ai nostri dei e signori!”

L’Uomo Nero si alzò e levò in alto le braccia in atto di invocazione, un’ombra pipistrellesca sullo sfondo di una fumosa fosforescenza.

— A Satanas Nero, il Dio del Male, la nostra eterna fedeltà!

— A Satanas la nostra fedeltà! — rispose il coro indistinto delle streghe, almeno una dozzina, a giudicare dai diversi timbri delle voci.

E, in sottofondo, come la parodia di un coro di fanciulli, l’eco pappagallesca delle voci in falsetto dei demoni.

— Ad Asmodeo, Signore dei Diavoli, nostro signore sulla terra, la nostra obbedienza per tutta la vita!

— Ad Asmodeo la nostra obbedienza per tutta la vita! — risuonò la risposta mezza cantata, in parte sovrastata dalle vocine stridule.

— Alle congregazioni e alla Stregoneria, alle nostre sorelle streghe e ai nostri fratelli stregoni, sia qui sulla terra che nelle loro segrete dimore celesti, ai piccoli e ai cittadini comuni che sudano sotto il giogo della Gerarchia, la nostra lealtà e il nostro amore!

— Alle congregazioni il nostro amore!

— Per il Grande Dio, sedicente sovrano dell’universo, fantasma grasso e impotente, il nostro scherno e il nostro odio!

— Per il Grande Dio il nostro odio!

— Contro la Gerarchia e i suoi subalterni, palloni rossi e parassiti, i nostri trucchi e la nostra condanna!

— Contro la Gerarchia la nostra condanna!

Poi la voce dell’Uomo Nero si ridusse di colpo a un mezzo sussurro, ma così penetrante e minaccioso da fare accapponare la pelle.

— Scendi, o notte, e avvolgi la terra! Vieni, paura e scuoti il mondo!

— Radunati, tenebra!

Un attimo dopo l’Uomo Nero si stava di nuovo adagiando sul trono. Adesso la sua voce sardonica era più pacata.

— Prima di procedere con gli affari ordinari, c’è la questione dei nuovi membri. Persefone?

Poco lontano da sé, nell’oscurità, Jarles udì la risposta di Sharlson Naurya.

Era tre volte confuso: per l’insospettata vicinanza della ragazza, per aver finalmente capito perché la voce della creatura chiamata Micia gli era suonata così familiare e per quello che Sharlson Naurya stava dicendo.

— Io propongo che venga accolto come membro della Stregoneria l’ex sacerdote del Primo Circolo, Armon Jarles! Se ne è dimostrato degno bestemmiando pubblicamente contro il Grande Dio e sfidando la sua ira. Potrebbe diventare uno stregone astuto e potente.

— Presentatelo — ordinò l’Uomo Nero — ma non prima di avergli preso quello che va preso!

Due mani afferrarono Jarles per le braccia e qualcosa di appuntito gli trafisse la schiena. Lui soffocò un grido e si divincolò per liberarsi.

— Non avere paura — tuonò l’Uomo Nero in tono beffardo. — Noi abbiamo quello che vogliamo, il seme per ciò che deve crescere. Conducetelo all’altare, Sorelle, affinché chini la testa sul Libro e io possa battezzarlo con il suo nuovo nome, il suo nome di stregone, Dite!

A quel punto Jarles ritrovò la voce.

— Perché dovrei diventare uno di voi?

Un silenzio sbigottito. Poi. vicino al suo orecchio, il sussurro di Sharlson Naurya: — Taci! — E una rapida stretta delle dita che gli serravano il braccio da quella parte.

Ma quell’ammonimento ebbe il solo effetto di incitarlo a proseguire. — Che cosa vi fa credere che diventerò un membro della Stregoneria?

Di nuovo il sussurro di Naurya: — Dove altro pensi di trovare scampo, stupido!

Seguì un mormorio concitato di voci umane e subumane.

Ma l’Uomo Nero si era già alzato in piedi. — Sii gentile, Persefone — l’apostrofò. — Ricorda che nessuno può accedere alla Stregoneria, se non di propria spontanea volontà. A quanto pare la tua recluta ha delle riserve. Lasciamo che ce le esponga.

— Innanzi tutto spiegatemi che cosa vorreste da me — replicò Jarles.

Quando l’Uomo Nero parlò di nuovo, vi era una vaga nota di derisione nella sua voce. — Credevo lo avessi intuito. Vogliamo che tu abiuri il Grande Dio. Che ti metta, anima e corpo, al servizio di Satanas. Che tu scriva il tuo nome in questo Libro appoggiandovi sopra la fronte, in modo da ricevere il tuo schema personale e unico di onde del pensiero, che nessuno può contraffare. E che tu assolva a qualche altra formalità.

— Non basta: — ribatté Jaries. — È come diventare sacerdote della Gerarchia, le stesse ciance soprannaturali. Che cosa si prefigge questa organizzazione di cui mi chiedete di diventare schiavo?

— Noi non te lo chiediamo, Armon Jarles — rispose l’Uomo Nero. — E non uno schiavo, bensì un uomo libero che ha contratto certi obblighi. Per quanto riguarda le nostre finalità… Immagino che tu abbia sentito il nostro rito. Rovesciare il Grande Dio e la sua Gerarchia!

La dura risposta di Jarles suscitò un nuovo mormorio concitato.

— Capisco, in modo da elevare le vostre volgari superstizioni a decalogo di una nuova Gerarchia e opprimere il mondo a vostra volta? Anche gli scienziati dell’Età dell’Oro si prefiggevano nobili scopi, ma appena hanno assaporato il potere se ne sono scordati. E poi. come fate a essere sicuri di non essere anche voi dei burattini della Gerarchia? È vero, mi avete salvato. Ma la Gerarchia usa metodi subdoli. Mi hanno lasciato parlare ai cittadini comuni quando avrebbero facilmente potuto ridurmi al silenzio. Forse hanno permesso che venissi salvato per qualche oscura ragione.

— Non so proprio come convincerti, Armon Jarles… ammesso che sia possibile… — replicò l’Uomo Nero con divertita perplessità. — Per quanto riguarda le finalità ultime della Stregoneria, quando e se la Gerarchia verrà deposta, be’ qui intervengono questioni di alta politica di cui non sono autorizzato a parlare.

“Ma, Armon Jarles, se c’è qualcosa che posso ragionevolmente fare per persuaderti in merito agli scopi che ci prefiggiamo, chiedi pure!

— Sì, una cosa ci sarebbe — rispose Jarles con veemenza, incurante della pressione delle dita di Naurya sul suo braccio. — Se la vostra opposizione alla Gerarchia e il vostro amore per il popolo sono sinceri, rinunciate a questa ridicola messinscena e a tutti gli inganni! Non aumentate le superstizioni dei comuni cittadini! Non capite che alla radice di tutto c’è lo stato di ignoranza in cui sono tenuti? Dite loro la verità! Risvegliate le loro coscienze e incitateli a ribellarsi contro la Gerarchia!