— A un certo punto, gli scienziati dell’Età dell’Oro cominciarono a temere che l’umanità sarebbe scivolata di nuovo nella barbarie e nell’ignoranza. La loro posizione di membri di una classe privilegiata era minacciata. Così, decisero che per un certo periodo di tempo sarebbe stato loro dovere reggere le sorti del mondo. Ma non erano abbastanza forti per compiere un’azione diretta. Non erano capaci di lottare. Di conseguenza pensarono di imporre una nuova religione, simile a quelle antiche, ma fondata sulla scienza. Nelle religioni antiche, benedizioni e maledizioni agivano attraverso la mente degli uomini, mentre nella religione voluta dagli scienziati agivano direttamente, con la forza!
“Ne volete una prova? Non potete non volerla. Eccola!”
Si portò rapidamente la mano al collare della pesante veste scarlatta e con uno strattone l’aprì fino all’orlo. Apparve un lungo spacco bordato di metallo. Quindi, Jarles fece un passo avanti e uscì dall’involucro rosso; aveva indosso soltanto un paio di calzoncini vermigli. Molti cittadini rabbrividirono e indietreggiarono in preda allo sconcerto. Vedere un sacerdote svestito era una cosa empia e, benché fosse chiaro che aveva fatto tutto da scilo e di sua spontanea volontà, era possibile che la colpa venisse fatta ricadere su di loro.
— Vi è stato insegnato che i ministri del culto sono inviolabili, grazie a un effluvio divino emanato dalla loro santa carne e controllato dalla loro forza di volontà. Guardate!
Con un rapido gesto della mano colpì la veste vuota, che immediatamente si gonfiò, assumendo una vaga sembianza di fungo. Poi la spinse lontano da sé, mandandola a volteggiare in aria e giù dalla panca. I cittadini, spaventati, presero a spintonarsi e ad aggrapparsi gli uni agli altri per paura di venire toccati dall’abito.
Ma dopo aver fluttuato per un po’, la tunica si fermò a circa mezzo metro da terra, rimbalzando leggermente: era in tutto e per tutto simile a un sacerdote sdraiato, completo perfino di guanti rigonfi, con la sola differenza che non vi era alcuna testa tonsurata sotto la terribile aureola violetta, che tutti sapevano essere il segno esteriore dei sacri pensieri dei ministri del Grande Dio.
A poco a poco, i cittadini che si erano allontanati in preda al panico si radunarono in circolo attorno alla veste, a quella che, si auguravano, fosse una distanza sicura e rispettosa.
La voce di Jarles era amara come una medicina. — Forse potete cercare di raggiungere il paradiso della Gerarchia come sta cercando di farlo questa veste. Io non conosco nessun altro modo. Non vi accorgete che è tutto un trucco? Strappate quell’abito — interpretando quelle parole come un ordine, un uomo spalancò la bocca e rivolse a Jarles uno sguardo stralunato dal terrore — e al suo interno troverete una rete di sottili fili elettrici. Che se ne fa il Grande Dio dei fili elettrici? Quei fili producono quello che si chiama un campo di repulsione polivalente, bilaterale e a breve raggio. Una cosa che spinge, capite? Una cosa che serve a proteggere il prete da eventuali ferimenti e a rendere le sue dita mollicce più robuste di quelle di un fabbro. E perfino a tenere in piedi la sua aureola! Smettete di fissarlo con quell’espressione ebete! È tutto un trucco vi dico!
“Come faccio io a sapere tutte queste cose? — proseguì Jarles quasi urlando. — È questa la domanda che dovreste pormi. Ebbene, me l’hanno insegnato i sacerdoti! Sì proprio loro! Sapete cosa succede a un ragazzo quando supera le prove e viene ammesso come novizio nella Gerarchia? — Aveva fatto centro, ne era sicuro. Ci voleva una domanda piccante come quella per stuzzicare la loro spenta curiosità. — Gli accadono un sacco di cose che voi non immaginate neppure. Ve ne dirò una per tutte. Un poco per volta, gli viene spiegato che il Grande Dio non esiste. Che non esistono poteri soprannaturali, che i sacerdoti sono soltanto scienziati che governano il mondo per il bene dell’umanità e che lui ha il dovere di aiutarli in questo compito e la fortuna di condividerne i privilegi.
“Ma non capite? Il piano degli scienziati dell’Età dell’Oro ha funzionato! Sono riusciti a imporre la loro religione in tutto il mondo e quando finalmente lo hanno avuto in pugno l’hanno plasmato a loro piacimento. Per se stessi hanno creato un paradiso monastico inquadrato come un ordine militare. E per organizzare il mondo dei comuni cittadini si sono rifatti al Medio Evo e hanno riesumato un’istituzione tanto carina chiamata servitù della gleba. Oh sì, l’hanno ripulita qua e là, hanno introdotto qualche norma igienica, un po’ di disciplina e qualche tocco di pura schiavitù; ma per il resto non l’hanno modificata di una virgola. Lo scopo era lo stesso: tenere il mondo intero in uno stato di riconoscente sottomissione, una sottomissione basata sul terrore, l’ignoranza e il lavoro duro, che rompe la schiena e ottenebra la mente.
“Di sicuro sono riusciti a evitare la barbarie, instaurandola loro stessi! Esisteva anche un particolare espediente nel Medio Evo, di cui avete appena visto un saggio. I miei insegnanti sacerdoti non hanno ancora avuto il tempo di spiegarmelo, ma io ne ho capito ugualmente il perché e il percome: la stregoneria! No, non dovete avere paura, stupidi che siete! È solo un altro dei loro trucchi, possiamo esserne certi. In alcuni culti antichi, la religione si mescolava alla magia per soddisfare le più meschine paure e superstizioni degli uomini. Così gli scienziati decisero che anche nel loro nuovo ordine del mondo sarebbe esistita la stregoneria. È per questo che permettono che vecchie donne scervellate come Madre Jujy se ne vadano in giro fingendo di leggere la mano, di predire il futuro e di preparare pozioni d’amore. Proprio la cosa che ci vuole per rafforzare la superstizione e concedere al povero schiavo una valvola di sfogo. E un meraviglioso uomo di paglia da mettere fuori combattimento con i loro esorcismi scientifici. Per non parlare del fatto che la stregoneria costituisce un ottimo pretesto per togliere di mezzo le persone indesiderate, come la ragazza che è stata accusata poco fa.”
Jarles si girò per cercare Sharlson Naurya in mezzo alla folla ma non la trovò. Non vide nemmeno Fratello Chulian. Stava imbrunendo. I contorni di quel piccolo mare bianco di volti si facevano sempre più indistinti. Quando si accorse che il sole era tramontato trasalì. Una brezza fredda spirava dai versanti arati delle colline e raggelava il suo corpo nudo.
E la Gerarchia tratteneva ancora la mano. Attorno alla Piazza, i sacerdoti indugiavano in coppia e lo guardavano senza fare niente, racchiusi nelle loro vesti scure come il vino.
Ma in un paio dei volti bianchi che lo fissavano, a Jarles parve di scorgere una traccia di qualcosa di più di un’ignorante curiosità o di un riverente stupore. E, come un uomo in mezzo ai ghiacci polari sorveglia con amore la piccolissima fiamma che rappresenta il suo unico baluardo contro la morte per assideramento, vi raccoglie attorno le mani a coppa, vi soffia sopra con infinita cautela, vi sbriciola sopra minuscole schegge di legno, allo stesso modo Jarles covò con lo sguardo quell’ombra di genuina comprensione, che forse era solo uno scherzo delle nuvole.
— Alcuni di voi hanno sentito perché Sharlson Naurya è stata accusata di stregoneria. Le era stato ordinato di servire nel Santuario e lei ha rifiutato. Rifiutato con coraggio e semplice decoro. Allora un sacerdote del Grande Dio l’ha toccata con quelle sue dita grasse e senza calli, più forti di quelle di un fabbro, e prima di strapparle il grembiule ha impresso sulla sua spalla i segni della pratica malefica.
“Non vi dovrebbe essere difficile immaginare il motivo del rifiuto di Sharlson Naurya. Sapete tutti chi vive lì. — Così dicendo indicò la piccola strada buia che conduceva al Santuario. Decine di occhi seguirono il suo dito teso. — Le Sorelle Perdute, così vengono chiamate. Giovani donne elette dalla Gerarchia al sacro monacato, che poi hanno così gravemente peccato contro il Grande Dio da non poter più essere tollerate all’interno del Santuario né far ritorno alle proprie case per non corrompere degli innocenti. E nella sua infinita misericordia, il Grande Dio ha stabilito un luogo in cui potessero vivere separate dalla comunità. — La sua voce trasudava ironia. — Lo sapete, non è vero? Alcuni di voi ci sono stati quando i sacerdoti glielo hanno permesso.”