«Lo stesso libro tre volte?» chiese Jason. Erano seduti attorno all’albero di Natale, sgranocchiando leccornie e bevendo cioccolata e Jason era nel suo migliore stato d’animo. «Laura, stai attenta a quest’uomo, mi dà l’idea di essere un tipo ossessivo.»
«Oh, certo», disse Thelma, «per voi di Hollywood chiunque legga qualsiasi libro, anche una volta sola, è considerato o un intellettuale o uno psicopatico. Comunque, Laura, come hai fatto a procurarti tutti questi documenti falsi dall’apparenza così convincente?»
«Non sono falsi», la corresse Chris, «sono veri.»
«Ha ragione», confermò Laura. «La patente e tutti gli altri documenti hanno riscontro negli archivi governativi. Durante le ricerche per quel mio romanzo, dovevo trovare come si poteva ottenere una nuova identità di alta qualità e trovai un uomo interessante a San Francisco che gestisce questa fiorente industria di documenti in un seminterrato, sotto un night-club di spogliarelliste. In ogni caso, Stefan, se guardi in fondo alla scatola, troverai due libretti di assegni. Ho aperto dei conti correnti a tuo nome alla Security Pacific Bank e alla Great Western Savings.»
Stefan era senza parole. «Non posso accettare del denaro da te. Non posso…»
«Senti, mi hai salvato da una sedia a rotelle, mi hai salvato più volte la vita e io non posso darti del denaro se mi sento di farlo? Thelma, che cos’ha?»
«È un uomo.»
«Deduco che questo spieghi tutto.»
«Pelosi, discendenti dell’uomo di Neanderthal», esclamò Thelma, «semifolli a causa dei livelli eccessivi di testosterone, tormentati dai ricordi razziali dei gloriosi tempi delle spedizioni di caccia ai mammuth… sono tutti uguali.»
«Uomini», disse Laura.
«Uomini», confermò Thelma.
Con sua sorpresa e quasi contro il suo volere, Stefan Krieger sentì che una parte di oscurità si stava dissolvendo e che la luce aveva trovato uno spiraglio attraverso il quale risplendere nel suo cuore.
A febbraio, tredici mesi dopo gli eventi nel deserto, Laura propose a Stefan di andare a vivere con lei e Chris nella casa vicino a Big Bear. Il giorno successivo lui si recò da loro al volante della sua macchina sportiva di fabbricazione russa nuova di zecca, che aveva acquistato con parte del denaro che Laura gli aveva dato.
Nei mesi che seguirono dormì nella stanza degli ospiti. Ogni sera. Non aveva bisogno di nulla di più. Stare con loro, giorno dopo giorno, sentirsi accettato, sentirsi parte integrante della famiglia, era tutto l’affetto che per il momento poteva ricevere.
A metà settembre, venti mesi dopo che era apparso ferito alla sua porta, Laura lo invitò nella sua stanza. Tre sere dopo trovò il coraggio di andare.
3
L’anno in cui Chris compì dodici anni, Jason e Thelma acquistarono una casa a Monterey, che dominava il più bel litorale del mondo. Insistettero affinchè Laura, Stefan e Chris trascorressero con loro il mese di agosto. Le mattine sulla penisola di Monterey erano fredde e nebbiose, i giorni tiepidi e limpidi, le notti decisamente gelide nonostante la stagione e quei cambiamenti giornalieri di temperatura erano rinvigorenti.
Un giorno Stefan e Chris andarono a fare una passeggiata con Jason. Sulle rocce, non lontano dalla spiaggia, le otarie prendevano il sole e sbadigliavano rumorosamente. Lungo la strada che portava alla spiaggia, le macchine dei turisti erano parcheggiate praticamente una sull’altra. Si avventurarono sulla sabbia per fare delle fotografie a quelle «foche», come le chiamavano loro, avide di sole.
«Anno dopo anno», disse Jason, «ci sono sempre più turisti. È una regolare invasione. E se noti… la maggior parte sono giapponesi, tedeschi e russi. Meno di mezzo secolo fa abbiamo combattuto la più grande guerra della storia contro tutti e tre e ora stanno meglio di noi. I componenti elettronici e le auto giapponesi, i computer e le auto russe, le auto tedesche e tutti i macchinari di qualità… Per dirti la verità, Stefan, credo che gli americani spesso trattino i loro vecchi nemici molto meglio di quanto facciano con i vecchi amici.»
Stefan si fermò un attimo a guardare i leoni marini che avevano attirato l’interesse dei turisti e pensò all’errore che aveva commesso durante il suo incontro con Winston Churchill.
Ma mi dica almeno una cosa. La curiosità mi sta uccidendo. Vediamo. …be’, per esempio, che cosa ne sarà dei sovietici dopo la guerra?
La vecchia volpe era sembrata così casuale nella sua domanda, come se gli fosse venuta in mente per caso, come se avesse chiesto se il taglio degli abiti maschili sarebbe cambiato nel futuro. La sua invece era stata una domanda ben calcolata e la risposta di grande interesse per lui. Basandosi su ciò che Stefan gli aveva detto, Churchill aveva incoraggiato gli Alleati occidentali a non abbandonare le postazioni militari in Europa dopo che i tedeschi erano stati sconfitti, per contrastare le mire espansionistiche russe sui territori occupati. Per tutta la durata della guerra contro la Germania, i sovietici avevano ricevuto armi e rifornimenti dagli Stati Uniti e quando questo sostegno cessò, crollarono nel giro di pochi mesi. Senza contare che l’estenuante guerra con il loro vecchio alleato Hitler, li aveva enormemente indeboliti. Il mondo moderno era molto diverso da ciò che il destino aveva deciso e tutto perché Stefan aveva risposto a una domanda di Churchill.
A differenza di Jason, Thelma, Laura e Chris, Stefan era un uomo fuori del tempo, un uomo che viveva in un’era che non gli era stata destinata. Il suo futuro erano gli anni delle guerre mondiali, mentre quello stesso periodo costituiva il passato di questa gente. Egli poteva ricordare sia il futuro in cui era vissuto, sia quello che ora si era sostituito al vecchio. Loro non potevano ricordare altro mondo all’infuori di questo, in cui le grandi potenze non erano in guerra, in cui gli arsenali nucleari per il momento tacevano, un mondo in cui la democrazia fioriva addirittura in Russia, un mondo in cui c’erano abbondanza e pace.
Il destino lotta per riaffermare il modello predestinato, ma a volte, fortunatamente, non ci riesce.
Laura e Thelma erano rimaste sotto la veranda, a cullarsi sulle sedie a dondolo. Osservavano i loro uomini mentre andavano verso il mare e poi a nord lungo la spiaggia, finché non riuscirono più a vederli.
«Sei felice con lui, Shane?»
«È un uomo malinconico.»
«Ma è adorabile.»
«Non sarà mai Danny.»
«Ma Danny non c’è più.»
Laura annuì e continuò a dondolarsi.
«Dice che l’ho riscattato», continuò Laura.
«Come i tagliandi della drogheria, vuoi dire?»
Alla fine Laura affermò: «Lo amo».
«Lo so», replicò Thelma.
«Non pensavo che sarei riuscita ad amare… ancora. Voglio dire, amare un uomo in quel modo.»
«Che modo è, Shane? Stai forse parlando di qualche nuova posizione erotica? Stai avviandoti verso la mezza età, Shane, fra non molto avrai quarant’anni, non è forse il caso che tu riveda la tua libidine?»
«Sei incorreggibile.»
«Cerco di esserlo.»
«E tu, Thelma? Sei felice?»
Thelma si accarezzò il ventre prominente. Era ormai al settimo mese. «Sono molto felice, Shane. Te l’avevo detto che forse sono gemelli?»
«Sì, me l’hai detto.»
«Gemelli», disse Thelma, come se la prospettiva la spaventasse. «Pensa come sarebbe contenta Ruthie.»
Gemelli.
Il destino lotta per riaffermare il modello predestinato, pensò Laura. E qualche volta, fortunatamente, ci riesce.
Rimasero in silenzio per un po’, assaporando il profumo del mare e ascoltando il dolce fruscio del vento fra i pini e i cipressi di Monterey.