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Dopo un po’ Thelma disse: «Ricordi quel giorno quando venni a casa tua e ti stavi esercitando nel tiro a segno?»

«Sì, mi ricordo.»

«Quando stavi facendo a brandelli quelle sagome umane. Sfidavi il mondo intero, e tutte quelle armi nascoste ovunque… Quel giorno tu mi dicesti che avresti passato la tua vita a resistere a ciò che il destino ti avrebbe riservato, ma non avresti resistito… avresti combattuto per proteggere te stessa. Quel giorno eri molto arrabbiata, Shane e molto amareggiata.»

«Sì.»

«Adesso, so che continui a resistere. E so che continui a combattere. Nel mondo la morte e la tragedia non sono scomparse. Nonostante ciò, è come se in un certo senso tu non fossi più amareggiata.»

«No.»

«Vuoi dirmi il segreto?»

«Ho imparato la terza grande lezione, ecco tutto. Da bambina ho imparato a resistere. Dopo che Danny venne ucciso, ho imparato a lottare. Adesso resisto e lotto ancora, ma ho anche imparato ad accettare. Il destino è.»

«Mi suona tanto di stronzata trascendentalistica orientale, Shane. ‘Il destino è’. La prossima volta mi dirai di recitare un mantra e di contemplarmi l’ombelico.»

«Zeppa di gemelli come sei», esclamò Laura, «sarà difficile che tu veda l’ombelico.»

«Oh, sì che posso… arrangiando nel modo giusto degli specchi.»

Laura scoppiò a ridere. «Ti voglio bene, Thelma.»

«Anch’io.»

Dondolarono e dondolarono.

Laggiù sulla spiaggia la marea cominciava a salire.

FINE