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«Niente affatto, signorina Greene.» Kulozik scrisse con cura il nome a stampatello nell'apposito spazio in fondo alla piastrella. «Queste impronte non sono messe in circolazione. Sono usate solamente in relazione a questo delitto. La vostra data di nascita, prego?»

«Dodici ottobre 1977.»

«Grazie, basta per ora.» Fece scivolare la piastrella in una scatola di plastica insieme al tampone, mentre Shirl andava a lavarsi le mani. La cicala della porta d'entrata risuonò.

«Hai preso le sue impronte?» chiese Andy entrando.

«Ho finito.»

«Benissimo, ora non ci rimane che prendere le impronte della guardia del corpo, che è giù nell'atrio ad aspettare. E ho trovato in cantina una finestra che ha tutta l'apparenza di essere stata forzata. Sarà meglio esaminarla e vedere se ci sono impronte digitali. Il ragazzo dell'ascensore ti farà vedere dov'è.»

«Vado,» disse Steve, mettendosi in spalla la cassetta degli attrezzi.

Shirl entrò nella stanza proprio mentre Steve stava per uscire.

«Ora abbiamo un indizio, signorina Greene,» le disse Andy. «Ho scoperto una finestra nella cantina con tracce di scasso. Se vi sono delle impronte digitali uguali a quelle del piè di porco, sarà un indizio veramente valido per affermare che chiunque l'abbia ucciso è entrato nel caseggiato in quella maniera. E confronteremo i segni del piè di porco con quelli lasciati su questa porta. Vi spiace se mi siedo?»

«No,» disse lei, «no di certo.»

La poltrona ben molleggiata e il mormorio del condizionatore facevano di quella stanza un'oasi di delizia in mezzo al bollore della città. Andy si adagiò nella poltrona, e parte della sua ansietà e della sua stanchezza svanirono. Il cicalino della porta si fece di nuovo sentire.

«Scusate,» disse Shirl, e andò a rispondere. Vi fu un mormorio di voci nell'atrio, dietro di lui, mentre faceva rapidamente scorrere i foglietti della sua agenda. La copertina di plastica si era ripiegata su uno dei fogli e parte della sua scrittura si distingueva poco. Ripassò quindi con la penna stilografica alcune lettere, premendo forte in modo che queste fossero nitide e nere.

«E adesso via di qui, brutta, sporca sgualdrina.»

Le parole erano urlate con voce rauca, con toni acuti, stridenti come unghie che graffiano sul vetro. Andy scattò in piedi e ficcò l'agenda nella tasca laterale. «Che cosa succede, laggiù?» disse.

Shirl entrò, rossa e incollerita, seguita da una donna magra dai capelli grigi. La donna si fermò vedendo Andy e gli puntò addosso un dito tremante: «Mio fratello è appena morto, non è neppure seppellito e quella lì ne ha già trovato un altro…»

«Sono un agente di polizia,» disse Andy mostrando il distintivo. «Voi chi siete?»

Lei si raddrizzò, senza però riuscire a sembrare più alta. Un portamento trascurato per anni, e, in più, una dieta indisciplinata, le avevano arrotondato le spalle, incurvato il petto. Due braccia scarne pendevano dalle maniche molto consumate del suo abito da casa colore del fango. Il suo viso, ora coperto di sudore, era più grigio che bianco, la tipica pelle dell'abitante di città che odia la luce. L'unica cosa che lo coloriva era la polvere della strada. Parlando, le sue labbra si aprivano appena, erano una stretta fessura, e sputavano parole come la macchina da stampa sputa le lettere metalliche, richiudendosi istantaneamente, per il timore di pronunziare una parola in più del necessario. Solo gli occhi azzurri come l'acqua avevano parvenza di vita, e ora lanciavano saette.

«Sono Mary Haggerty, sorella del povero Mike e unica sua parente consanguinea. Sono venuta per occuparmi delle sue cose, mi ha lasciato tutto per testamento, me l'ha detto l'avvocato, e ora me ne devo occupare io. Quella sgualdrina deve andarsene. Gli ha già arraffato abbastanza.»

«Un momento,» intervenne Andy, interrompendo quella cascata di parole. Lei chiuse la bocca come una trappola, respirando affannosamente dalle narici dilatate. «Nulla può essere toccato o portato via da questo appartamento senza l'autorizzazione della polizia; non datevi quindi pensiero per la vostra roba.»

«Non potete dire questo finché lei è qui» strillò la vecchia e si voltò verso Shirl. «Quella lì si porta via e si vende tutto quello che non è elencato. Il mio buon fratello…»

«Il vostro buon fratello!» urlò Shirl. «Lo odiavate e lui vi odiava. Non siete mai venuta nemmeno a cento metri da questa casa finché c'è stato lui, vivo.»

«Basta,» disse Andy mettendosi in mezzo alle due donne. Si volse verso Mary Haggerty. «Voi potete andare, ora. La polizia vi farà sapere quando l'appartamento sarà a vostra disposizione.»

Era esterrefatta. «Ma… voi non potete fare questo. Io ho i miei diritti, non potete lasciare qui dentro quella p…»

La pazienza di Andy stava per esaurirsi.

«Attenta a come parlate, signora Haggerty. Avete usato quel vocabolo troppo spesso. E non dimenticate in quale maniera si guadagnava da vivere vostro fratello.»

«Mio fratello faceva degli affari, era un uomo d'affari» disse debolmente.

«Vostro fratello lavorava in traffici speciali, il che, fra le altre cose, include anche le donne.»

Svuotata della collera che la teneva eretta, la donna si afflosciò, sgonfiandosi di colpo, e divenne sottile e ossuta. L'unica cosa tonda del suo corpo era la pancia, ingrossata da troppi anni dì cibo inadatto e da numerose maternità.

«Perché non ve ne andate, ora?» le disse. «Vi avviseremo appena possibile.»

La donna voltò le spalle e uscì senza aggiungere nulla. Andy era seccato di aver perso la pazienza e di aver parlato più del necessario. Ma non c'era modo di tornare indietro.

«Volevate dire che… Cos'avete detto a proposito di Mike?» chiese Shirl dopo che la porta fu richiusa. Con il suo vestitino bianco, i capelli tirati indietro, pareva molto giovane e anche molto ingenua a dispetto della qualifica che Mary Haggerty le aveva appioppato. L'ingenuità pareva più vicina al vero di quelle accuse.

«Da quanto tempo conoscevate O'Brien?» chiese Andy, eludendo la domanda per il momento.

«Da circa un anno, ma non parlava mai di lavoro. Io non facevo domande, pensavo che fosse più o meno invischiato con la politica; giudici e uomini politici lo venivano a trovare di continuo.»

Andy prese il blocco. «Vorrei i nomi dei visitatori abituali, quelli che egli ha visto durante l'ultima settimana.»

«Ora mi fate delle domande, e non avete risposto alla mia.» Shirl sorrise dicendoglielo, ma egli capiva che non scherzava. Si sedette su una sedia, le mani in grembo e pareva una scolaretta.

«Non posso darvi molti particolari,» disse lui, «perché non so gran che di preciso su Big Mike. Ciò che so per certo è che serviva in qualche modo da intermediario fra i sindacati e la politica. A livello direttoriale, immagino si dovrebbe dire. E sono già trent'anni che non era più stato in tribunale o dietro le sbarre.»

«Volete dire… è stato in prigione?»

«Sì. Ho verificato. Ha dei precedenti, anche un paio di condanne. Di recente, nulla, però. Sono solo i pollastri a farsi prendere e processare. Una volta entrati a far parte della cerchia di Mike, la polizia non vi tocca più; anzi, vi aiuta… come in questa indagine.»

«Non capisco.»

«Sentite, a New York, ogni giorno ci sono cinque o dieci omicidi, duecento aggressioni, venti o trenta casi di stupro, e almeno millecinquecento furti con scasso. I poliziotti sono scarsi di numero e sovraccarichi di lavoro. Non possiamo seguire alcun caso che non si chiuda appena aperto. Se qualcuno viene ucciso e vi sono testimoni, benissimo, si acciuffa l'assassino e il caso è chiuso. Ma in una faccenda come questa, francamente, signorina Greene, non tentiamo nemmeno di cercare l'assassino; a meno che identifichiamo le impronte e che queste appartengano ad un individuo schedato. Ma probabilmente questo non lo è. La città ha un milione di bulletti che ricevono il sussidio di disoccupazione, e vorrebbero un pasto normale, una televisione o un bicchiere di alcool. E così tentano la via del furto con scasso per farsi qualche soldo. Ne prendiamo alcuni, li mandiamo al lavoro coatto, più a nord, dove vanno a spaccare i vecchi parcheggi per farne terra coltivabile. Ma la maggior parte la fa franca. Di tanto in tanto capita una disgrazia, uno che arriva a casa mentre ci sono i ladri, li sorprende mentre stanno facendo piazza pulita. Se il ladro è armato, forse ci scappa il morto. Proprio per caso, capite, e vi sono novantanove probabilità su cento che qualcosa del genere sia capitato a Mike O'Brien. Io ho raccolto le testimonianze, ho fatto il mio rapporto, e il caso doveva normalmente finire qui… se si fosse trattato di un altro. Ma, come vi ho detto, Big Mike aveva degli amici nella politica, e uno di questi sta facendo pressione sulla polizia perché l'indagine prosegua. Per questo sono qui. Ebbene, vi ho detto più di quanto avrei dovuto, e ora mi fate il piacere di dimenticarlo.»