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Billy fece segno di sì, conscio a un tratto di avere la gola secca, e prese il recipiente che quello gli porgeva. Era pieno sino a metà di acqua chiara attraverso la quale si vedevano le incrostazioni di pittura verde sul fondo del recipiente. L'acqua era molto dolce.

«Bevi ancora,» disse l'uomo. «Io ho bevuto a sazietà mentre ero lì. Come ti chiami?» disse riprendendo il recipiente.

Era un tranello? Quell'uomo ricordava certamente il suo nome ed egli non osò dargliene uno diverso. «Billy,» gli disse.

«Chiamami Peter. Puoi stare qui, se ti va.» Entrò con il suo recipiente, pareva aver dimenticato il pezzo di tubo. Billy guardò il ferro con diffidenza, non ancora sicuro della sua posizione.

«Avete lasciato qui il vostro tubo,» gli gridò.

«Portamelo, per favore. Non lo dovrei lasciare in giro. Mettilo lì,» disse quando Billy glielo ebbe portato. «Credo di averne un altro come quello da qualche parte, te lo puoi prendere quando esci di qui. Alcuni vicini possono essere pericolosi.»

«Le guardie?»

«No, quelle non hanno importanza. Il loro lavoro è una sinecura. Quelli non hanno alcuna voglia di molestarci e noi facciamo altrettanto. Fintanto che non ci vedono è come se noi non ci fossimo, per loro; quindi stai alla larga. Ti accorgerai che non hanno l'aspetto malvagio. Sono pagati senza doversi esporre a pericoli; quindi, perché dovrebbero cercare guai? Gente saggia. Qualsiasi cosa valesse la pena di essere rubata o portata via è sparita dal cantiere molti anni fa. Le guardie rimangono perché nessuno ha mai deciso di utilizzare diversamente questo luogo, e la soluzione più facile è quella di dimenticarselo. Quelli sono i simboli viventi del decadimento della nostra cultura e questo deserto ne è un simbolo ancora più importante. È per questo motivo che io sono qui.»

Incrociò le braccia sugli stinchi e si chinò in avanti, poggiando il mento ossuto sulle sue ginocchia. «Sai quanti ingressi vi sono in questo luogo?» Billy scosse il capo chiedendosi di che cosa Peter stesse parlando.

«Te lo dico io. Ce ne sono otto e uno solo non è sprangato, è quello che usano le guardie. Gli altri sono chiusi. Sigillati. Sette sigilli. Questo non ti dice niente? No, vedo proprio di no. Ma vi sono altri presagi, alcuni celati, alcuni chiarissimi per chiunque. Molti altri ancora ci verranno rivelati uno per uno. Alcuni sono scritti da secoli, come quello della grande prostituta detta Babilonia, che non è stata affatto Roma, come alcuni hanno creduto erroneamente. Sai come si chiama la città laggiù?»

«Qui? Volete dire New York?»

«Sì, quello è un nome, ma gliene hanno dato un altro e nessuno vi si è mai ribellato: Babilonia sull'Hudson. Perciò, capisci, questa è la grande prostituta, qui accadrà l'Armageddon, il parapiglia finale prima del giudizio universale, ed è per questo che io sono venuto. Un tempo ero prete, lo crederesti?»

«Sì, certo,» disse Billy e sbadigliò guardando le pareti del locale, e poi fuori, oltre la porta.

«Un sacerdote è tenuto a dire la verità. Io la dissi, la verità, e per questo mi cacciarono fuori e sono gli stessi che attirano l'Anticristo nelle loro assemblee. Il Collegio dei Cardinali ha consigliato al Santo Padre di ritirare il suo divieto sulla distruzione della vita embrionale, ed egli sta considerando di farlo, mentre la verità della legge di Dio è con noi. Egli disse: «Crescete e moltiplicate” e noi l'abbiamo fatto, ed Egli ci ha dato l'intelligenza per sanare i malati, irrobustire i deboli ed è lì che sta la verità. Il millennio si avvicina, incombe su di noi, su di un mondo sovrappopolato di anime che attendono la Sua chiamata. Questo è il vero millennio. Falsi profeti proclamarono un tempo che sarebbe stato l'anno mille, ma vi è più gente in questa sola città di quanta ve ne fosse in tutto il mondo a quella data. Questa di adesso è l'ora. La vediamo avvicinare, ne leggiamo i presagi. Il mondo non può contenere più gente di così, si spaccherà in due sotto il peso della massa degli uomini. Ma non si spaccherà finché non risuoneranno le sette trombe, a Capodanno, Primo giorno del Secolo. E allora saremo contati.»

Quando cessò di parlare, il leggero ronzio delle zanzare era diventato sonoro nell'aria quieta e Billy non finiva di picchiarsi le gambe. Riuscì ad ucciderne una che gli lasciò una larga macchia di sangue, ed egli l'asciugò col dorso della mano. Peter aveva un braccio al sole e Billy vide che era coperto di croste e di segni di punture precedenti.

«Non ho mai visto tante zanzare come qui,» disse Billy, «e di giorno, poi. Non ero mai stato punto di giorno.» Si alzò, vagando nel locale ingombro di rifiuti, muovendosi per sfuggire agli insetti ronzanti, allontanando con calci gli stracci induriti dalla sporcizia e i pezzi di legno marcio.

Nel centro della paratia poppiera, vi era una pesante porta di acciaio, con uno spiraglio aperto di pochi centimetri. «Che cosa c'è lì dentro?» chiese Billy.

Peter non udì, o fece finta di non udire e Billy spinse la porta, ma i cardini arrugginiti erano induriti in quella posizione e non cedettero. «Non sapete che cosa c'è lì dentro?» chiese ancora una volta alzando la voce. Peter si avvicinò e voltandosi disse: «Non ci ho mai guardato.»

«È stato chiuso a lungo, vi potrebbero essere cose utili per noi, non si può mai sapere. Vediamo se si riesce ad aprire.»

Spingendo insieme, e usando lo spezzone di tubo a guisa di leva, riuscirono ad aprirla di qualche centimetro, finché lo spiraglio fu abbastanza largo da permettere il passaggio. Billy entrò per primo e il suo piede urtò un ferro. Lo raccolse. «Guarda un po', lo dicevo io che si sarebbe trovato qualcosa. Lo posso vendere o anche tenermelo per un po'.» Era una sbarra di acciaio un po' ricurva, un piede di porco, lungo più di un metro, abbandonato da qualche operaio chissà quanti anni prima. Era coperto di ruggine in superficie ma era ancora sano. Introdusse la parte curva e affilata nell'apertura della porta in prossimità dei cardini e poggiò con tutto il peso del suo corpo sull'altra estremità. I cardini arrugginiti cigolarono e la porta si aprì interamente.

Di là c'era una piccola piattaforma, con dei gradini metallici che scendevano perdendosi nell'oscurità. Billy cominciò a discendere lentamente, con il piede di porco in una mano, l'altra mano sulla ringhiera, e sul quinto gradino si trovò nell'acqua sino alla caviglia.

«Non c'è solo oscurità, qui dentro, c'è anche tant'acqua,» disse.

Peter si fece avanti e guardò, poi indicò due macchie luminose sul loro capo. «Si vede che il ponte di coperta trattiene l'acqua piovana che poi cade qui, da quei due buchi. Saranno anni che continua a cadere qui dentro.»

«Ecco da dove vengono le vostre zanzare.» Lo spazio chiuso era pieno del loro ronzio. «Possiamo chiudere la porta, e chiuderle dentro.»

«Molto pratico,» disse Peter e guardò, sotto, quella superficie oscura. «Ci risparmierà anche di dover andare alla fontana, di là dalla cinta. Qui c'è quant'acqua possiamo aver bisogno, e più di quanta ne possiamo consumare.»

CAPITOLO QUATTORDICESIMO

«Ciao, forestiero,» disse Sol.

Shirl udì chiaramente la sua voce attraverso la parete che divideva le due stanze. Era seduta accanto alla finestra e si limava le unghie. Gettò l'astuccio da manicure sul letto e corse verso la porta.

«Andy, sei tu?» gridò e quando aprì la porta lo vide in piedi, barcollante, per la stanchezza. Gli corse incontro, lo baciò e lui le restituì il bacio e la lasciò per sprofondare nel sedile d'auto accanto al tavolo.

«Sono sfinito,» disse. «Non ho dormito da… quand'è stato? Avant'ieri notte. Avete preso l'acqua?»