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«Non mi aspettavo alcun premio, per la soluzione del caso,» disse Andy irritato, «o per la consegna dell'uccisore. Ma questo, poi, non me l'aspettavo davvero. Chiederò l'arbitraggio del Ministero.»

«Fallo, fallo pure.» Il tenente esitò a lungo, e si vedeva che era a disagio. «Ma io ti chiedo di non farlo. Se non per me, per il bene del nostro Distretto. Lo so che è un boccone amaro, lasciarti così nelle peste; ma non ti sarà difficile cavartela, vedrai. Ti rimetto nella squadra investigativa appena posso. Non è un lavoro molto diverso, in fin dei conti. Tanto varrebbe che andassimo tutti in pattuglia per il lavoro investigativo che svolgiamo qui!» Diede un calcio al tavolo. «Che ne dici?»

«La faccenda mi puzza.»

«Lo so che puzza!» gridò il tenente. «Ma se chiedi un arbitraggio al Ministero, credi che puzzerà meno? Non hai neanche mezza possibilità di cavartela. Ti cacceranno dalla polizia e rimarrai disoccupato. E io con te, probabilmente. Sei un buon poliziotto, Andy, e non ce ne sono tanti in giro come te. Tieni duro. Che ne dici?»

Vi fu un lungo silenzio, e il tenente tornò a guardare fuori dalla finestra.

«E va bene,» fini per dire. «Farò come volete voi.»

Uscì dall'ufficio senza attendere che il tenente lo congedasse. Non voleva essere ringraziato.

CAPITOLO TREDICESIMO

«Fra mezz'ora entreremo in un nuovo secolo,» disse Steve Kulozik, battendo i piedi sul suolo ghiacciato. «Ho sentito ieri un individuo alla TV che cercava di spiegarci perché il secolo nuovo non comincerà prima dell'anno prossimo, ma doveva essere un po' tocco. Mezzanotte, anno duemila, nuovo secolo, questo si che si capisce. Guarda un po'…» Indicava lo schermo gigante di televisione posto sul vecchio edificio del “Times”. I titoli, in lettere di tre metri, si inseguivano sullo schermo.

ONDATA DI FREDDO NEL MID-WEST, DECINE DI PERSONE MUOIONO ASSIDERATE

«Decine, ventine…» brontolò Steve, «scommetto che neanche le contano. Non vogliono sapere quanta gente muore.»

LA NOTIZIA DI UNA CARESTIA IN RUSSIA È FALSA, DICE GALGYN

MESSAGGIO PRESIDENZIALE ALL'ALBA DEL NUOVO SECOLO

UN JET SUPERSONICO DELLA MARINA SI SCHIANTA NELLA BAIA DI SAN FRANCISCO

Andy guardò lo schermo, poi la folla che si addensava in Times Square. Provava disagio quando incontrava i suoi colleghi dell'investigativa. «Cosa fai qui?» chiese a Steve.

«La stessa cosa che fai tu. Mi hanno dato in prestito a questo distretto. Piangono sempre per avere dei rinforzi, pensano che ci sarà qualche tafferuglio.»

«Si sbagliano, fa troppo freddo e non c'è abbastanza gente.»

«Non è questa la ragione. È a causa di quei pazzi mistici. Dicono che è il millennio, la fine del mondo, il giorno del Giudizio Universale, insomma chiamalo come vuoi. Ci sono dei gruppi di questi individui in tutta la città. Saranno terribilmente delusi se il mondo non finisce a mezzanotte come pensano loro.»

«E se invece finisce, saremo ancora più delusi noi.»

Le lettere giganti si inseguivano sul loro capo.

COLIN PROMETTE LA ELIMINAZIONE SOLLECITA DEI FRANCHI TIRATORI NELLA DISCUSSIONE DELLA LEGGE PER IL CONTROLLO DELLE NASCITE

La folla ondeggiò avanti e indietro, lentamente. Alcuni avevano delle trombe, a volte il brusio delle voci era interrotto dal suono di un campanaccio da mandria o da un intermittente roteare di raganella. Tutti applaudirono quando l'orologio apparve sullo schermo.

23. 38 «11. 38 PM. TRA 22 MINUTI L'ANNO NUOVO»

«Fine dell'anno, fine del mio servizio,» disse Steve.

«Ma che cosa stai dicendo?» chiese Andy.

«Me ne vado. Avevo promesso a Grassy di rimanere sino al primo gennaio e di non dirlo a nessuno finché non fossi sul punto di partire. Ho firmato un impegno con l'esercito territoriale. Farò la guardia nelle colonie agricole. Kulozik, mio caro, ha voglia di rimettersi a mangiare. Anzi, non ne vede l'ora.»

«Steve, vuoi scherzare, sei nella polizia da dodici anni, hai già dell'anzianità, sei un investigatore di seconda classe…»

«Ma ho la faccia di un investigatore di qualsiasi classe, secondo te?» Batté con la mazza sull'elmetto blu e bianco. «Ma guardiamo un po' le cose in faccia. Questa città è finita. Qui hanno bisogno di domatori, non di poliziotti. Lassù mi aspetta un bel mestiere; mia moglie e i miei figli mangeranno a sazietà; e io mi allontano da questa città una volta per sempre. Sono nato qui, cresciuto qui, ma lascia che te lo dica, quest'occasione non me la lascio sfuggire. Lassù hanno bisogno di gente con una buona esperienza di polizia. Ti assumerebbero all'istante, se tu volessi. Perché non vieni con me?»

«No,» disse Andy.

«Perché rispondi così in fretta? Pensaci su. Cosa ti ha mai dato questa città, a parte i guai? Ti occupi di un omicidio, trovi l'uccisore… e guarda che bel premio: retrocesso in pattuglia.»

«Taci, Steve,» disse Andy senza animosità. «Non so perché rimango, ma rimango. Non credo che lassù, nel Nord dello Stato, le cose siano belle come dici tu. Io te lo auguro. Ma il mio lavoro è qui. Quando ho scelto questo mestiere sapevo che cosa mi avrebbe riservato. E ora non mi sento di rinnegarlo.»

«Affar tuo.» Steve alzò le spalle, movimento che si perdette in gran parte nella profondità del suo ampio cappotto e dei molti abiti che indossava sotto. «Ci vediamo poi.»

Andy alzò la sua mazza in un rapido arrivederci, mentre il suo collega si apriva una strada nella ressa e spariva.

23. 58 «11. 58 PM. UN MINUTO ANCORA PRIMA DELLA MEZZANOTTE»

Le scritte sparirono dallo schermo e furono sostituite da un gigantesco orologio. La folla applaudì e gridò. Si udirono altre trombe. Steve si aprì una via fra la moltitudine che riempiva Times Square e si addossava alle saracinesche abbassate dei negozi che fiancheggiavano la piazza. Il chiarore dello schermo televisivo si rifletteva sul viso vacuo delle persone accalcate, che parevano immerse in un acquario.

In alto, sopra di loro, la terza lancetta batteva gli ultimi secondi dell'ultimo minuto dell'anno, ossia la fine del secolo.

«Fine del mondo!» urlò un uomo con tanta forza da farsi udire sopra il brusio della folla. E la sua saliva schizzò fin sulla guancia di Andy. Questi allungò il braccio e con la punta della sua mazza lo toccò sul torace. L'uomo cominciò a boccheggiare, tenendosi lo stomaco. Era stato colpito solo con quanta forza occorreva per togliergli dalla mente la fine del mondo per pochi minuti e costringerlo a pensare ai propri visceri. Alcune persone che avevano visto l'accaduto lo indicarono col dito, ridendo. Il loro riso si perdette nel rimbombo generale, poi anche quei passanti scomparvero, e pure l'uomo, mentre la folla si spingeva ancor più avanti.

Il suono registrato delle campane, molto stridente e molto amplificato, echeggiò dagli altoparlanti sistemati sugli edifici di Times Square, diffondendo lunghe onde sonore attraverso la piazza e sulla folla.

«FELICE ANNO NUOVO!» urlarono migliaia di voci ammassate. «FELICE SECOLO NUOVO!»

Trombe, campane e voci urlanti si congiunsero nel frastuono, soffocando le parole, fondendole in un vocio indistinguibile.