Sul loro capo, la seconda lancetta aveva terminato il giro completo del quadrante. Il nuovo secolo aveva già un minuto. Svanì l'immagine dell'orologio e comparve il ritratto ingigantito del Presidente. Stava pronunciando un discorso, ma non si udì una sola parola. Impossibile superare il clamore incessante della folla.
Indifferente, l'immenso volto rosa seguitava a formulare frasi non udite, alzando un dito ammonitore per sottolineare un punto che nessuno sentiva.
Sebbene debole e distante, Andy udì il fischietto della polizia proveniente dalla 42a Strada. Vi si spinse, aprendosi un varco nella ressa con le spalle e con la mazza.
Il clamore cominciava a diminuire. Udì delle risa e dei lazzi e vide che, all'interno di un gruppo serrato, qualcuno veniva spinto in avanti. Un altro poliziotto, col fischietto calcato fra i denti, cercava di penetrare letteralmente in quella confusione e si apriva una via a suon di sfollagente.
Anche Andy cominciò a brandire il suo, e la folla parve dileguarsi davanti a lui. Un uomo di alta statura era disteso sul selciato e si proteggeva la testa con le braccia per non essere calpestato da tutti quei piedi che gli giravano intorno.
Sullo schermo, il volto del Presidente sparì, in uno scoppio di musica che si fece quasi udire per un attimo; subito lo sostituirono le lettere scritte, che ricominciarono a rincorrersi.
L'uomo disteso al suolo era tutto pelle e ossa. Era vestito di pezzi di straccio legati con lo spago intorno al corpo, e di abiti smessi. Andy lo aiutò a rimettersi in piedi e i suoi occhi di un azzurro trasparente lo fissarono come se lo trafiggessero.
«“… E Dio asciugherà le lacrime dei loro occhi… “» disse Peter, con la pelle lucida tutta tesa sul viso scarno, mentre proferiva quelle parole. «… E non vi sarà più morte, né dolore, né pianti, e non vi sarà più sofferenza, perché queste cose sono tutte passate. E Colui che sedeva sul trono disse:» Guardate, io faccio nuova ogni cosa… ”
«Non per questa volta,» disse Andy, sorreggendolo affinché non cadesse un'altra volta. «Ora potete andarvene a casa.»
«A casa?» Peter sgranò gli occhi a questa parola. «Non c'è casa. Non c'è mondo, è il millennio, e tutti saremo giudicati. I mille anni sono compiuti e Cristo ritorna glorioso a regnare sulla terra.»
«Forse avete sbagliato secolo,» disse Andy tenendo l'uomo per il gomito e guidandolo fuori della folla. «È passata la mezzanotte, il nuovo secolo è già cominciato, nulla è cambiato.»
«Nulla è cambiato?» gridò Peter. «Ma questa deve essere la Fine del Mondo, il Giudizio Universale! Deve esserlo!» Terrificato si divincolò, liberando il braccio dalla stretta di Andy e stava per allontanarsi, ma fece un passo soltanto e si voltò. «Per forza, deve finire!» gli gridò con voce straziante. «Come può, un mondo come questo, andare avanti per un altro migliaio di anni, così? Così?» La gente si frappose fra loro due e l'uomo scomparve.
Così? pensò Andy mentre si spingeva stanco fra la folla che ora si diradava. Scosse il capo per schiarirsi le idee e si raddrizzò. Lui aveva sempre il suo lavoro da svolgere.
Svanito l'entusiasmo, la gente ora sentiva il freddo e si disperdeva rapidamente. Larghi vuoti apparivano nelle sue file, mentre molti se ne andavano a testa bassa per difendersi dal vento ghiacciato che soffiava dal mare. All'angolo della 44a Strada, i guardiani dell'Hotel Astor avevano spalato una parte della strada affinché i peditaxi potessero affluire dalla Ottava Avenue e allinearsi nel posteggio loro riservato, di fianco all'albergo. Le luci potenti della pensilina illuminavano la scena e Andy passò sull'angolo proprio quando i primi ospiti dell'albergo uscivano. Pellicce e abiti da sera, calzoni neri da smoking visibili sotto i cappotti scuri guarniti di persiano… Ci doveva essere una grande festa, lì dentro. Altre guardie del corpo e altri ospiti emersero ed attesero sul marciapiede. Si udiva il riso breve delle donne e un gran scambio di saluti e di auguri per il nuovo anno.
Andy si mosse per disperdere un gruppo di persone provenienti dalla piazza, che si dirigevano verso la 44a Strada. Quando si voltò vide Shirl che era uscita ed aspettava immobile un peditaxi, parlando con qualcuno.
Non fece caso alla persona che l'accompagnava, né agli abiti che indossava, né a qualsiasi altra cosa. Guardò solo il suo viso e i capelli che ondeggiavano quando voltava la testa. Poi lei salì sul peditaxi, si tirò il mantice sul capo e spari.
Una neve fredda e sottile cadeva ora, spinta qua e là dal vento, formando vortici sui lastroni screpolati di Times Square. Erano rimaste in giro poche persone che se ne andavano in fretta. Per Andy non c'era nulla, ormai, che richiedesse la sua presenza in quel luogo. Il suo compito era terminato, poteva riprendere la sua lunga via e ridiscendere in città. Agganciò lo sfollagente alla cintura e si avviò verso la Settima Avenue. Lo schermo luminoso della gigantesca TV lo inondò della sua luce indifferente, mettendo in ogni goccia di neve sciolta sul suo pastrano una piccola scintilla che continuò a brillare fintanto che non ebbe sorpassato l'edificio. Poi scomparve nell'oscurità.
Lo schermo continuò a scagliare le sue lettere galoppanti sulla piazza deserta.
RISULTATO DEL CENSIMENTO: IN QUESTA FINE DI SECOLO GLI STATI UNITI HANNO RAGGIUNTO IL PIÙ GRAN NUMERO DI ABITANTI DI TUTTA LA LORO STORIA
344 MILIONI DI CITTADINI IN QUESTI GRANDI STATI UNITI
FELICE SECOLO NUOVO!
FELICE ANNO NUOVO!
PRESENTAZIONE
C'è un tipo di fantascienza che cerca di anticipare un futuro positivo e ottimistico, e c'è una fantascienza che si propone di far meditare il lettore sui pericoli cui la razza umana può andare incontro. In questo secondo tipo di romanzi, il ritratto del futuro diventa il veicolo di un allarme sociale e, se alcune volte l'allarme riguarda un pericolo piuttosto remoto, altre volte l'allarme è giustificatissimo perché già ne esistono le condizioni nella società in cui viviamo. Così, se appartiene al tipo scarsamente preoccupante un'epopea come A come Andromeda di Hoyle ed Elliot (le emissioni radio che provengono dallo spazio e che si ripetono regolarmente sono il frutto di rotazioni di astri densissimi, non il diabolico tentativo di farci costruire un supercalcolatore che poi ci distruggerà), invece appartiene ad un tipo più giustificabile Andromeda di Crichton, in cui un microorganismo di origine spaziale dà origine a un'epidemia: in fondo le basi chimiche della vita sono relativamente semplici, anche se possono dare origine a un'infinità di forme viventi.
E soprattutto appartengono al tipo di allarme giustificabile i romanzi che ritraggono le spiacevoli conseguenze degli errori di oggi, errori tra cui primeggia la violenza che l'uomo sta esercitando sul proprio ambiente naturale. Questo non è un allarme per “qualcosa che potrebbe anche verificarsi se…”; questo è un allarme per una situazione che si sta già costruendo oggi, che si è costruita ieri, da anni.
La polemica sull'ecologia che oggi troviamo esposta al grande pubblico della TV e dei giornali, si sta già svolgendo da alcuni anni nel campo della fantascienza, ad opera di autori come Pohl, Kornbluth, Sheckley. Fino al 1950, e ancora per qualche anno dopo quella data, gli unici accenni a questo tipo di preoccupazione comparivano nella fantascienza con ruoli accidentali: esaurimento dello spazio vitale, dei metalli, dei combustibili, e si tendeva a pensare che sarebbe stato possibile trovare nuove materie prime diverse dal ferro e dagli altri metalli, nuove fonti di energia, nuove tecnologie. Uno dei primi ad avvertire la portata del graduale esaurimento delle risorse fu Asimov, il quale ne accennò ripetutamente nei romanzi e soprattutto nei libri di divulgazione scientifica. Ma fino alla metà degli anni cinquanta l'allarme della fantascienza era soprattutto politico, come in Fahrenheit 451 di Bradbury (che però fu anche un precursore della tematica ecologica, in Cronache marziane) e in 1984 di Orwell.