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Si udì rompere un vetro. Qualcuno saltò dalla finestra. Si udirono nell’interno passi affrettati. Gli uomini dall’interno stavano correndo verso la porta. Ma l’anticamera o qualunque cosa ci fosse oltre la porta, era piena di gas anestetico. Gli uomini avrebbero aperto la bocca e sarebbero svenuti.

Un uomo cadde. Calhoun sentì il tonfo del suo corpo quando colpì il pavimento. Ma un altro uomo giunse correndo da dietro l’angolo dell’edificio, con il fulminatore in mano, cercando Calhoun. Doveva comunque avvistare il suo bersaglio e mirare. Calhoun doveva solo premere il grilletto e lo fece.

Altre grida dall’interno dell’edificio. Altro rumore di passi. Altre cadute. Poi ci fu l’inizio del rumore rabbioso di un fulminatore e alla fine una detonazione smorzata, rimbombante, ruggente provocata dal vapore di destroetile infiammato. L’esplosione sollevò una parte del tetto dell’edificio, fece cadere i muri divisori, fece esplodere le finestre.

Calhoun si ritirò verso l’auto. Un colpo di fulminatore lo sfiorò.

Deliberatamente si spostò lungo l’edificio con il grilletto premuto. Balzarono in alto fiamme e fumo. Almeno un altro invasore si accasciò. Calhoun sentì una voce gridare — Siamo attaccati! I nativi stanno buttando bombe! Allarme, allarme! Abbiamo bisogno di aiuto!

Fra una chiamata radio d’aiuto. Dovunque degli uomini fossero in ozio o passeggiassero o stessero cercando qualcosa da rubare, lo avrebbero udito. Anche la squadra intenta a riparare la griglia d’atterraggio, e sarebbe stata la gente più vicina, lo avrebbe udito e sarebbe accorsa a prestare aiuto. Sarebbero giunti i cacciatori… gli uomini in automobile…

Calhoun sbatté Murgatroyd sul sedile accanto a lui. Girò la chiave di accensione e le stridettero mentre scattava via.

Capitolo ottavo

Si deve riconoscere che l’uomo è un animale sociale nello stesso senso, benché in modo diverso, in cui le formiche e le api sono creature sociali. Perché un formicaio prosperi, ci devono essere leggi naturali per proteggerlo da sfavorevoli azioni da parte dei suoi membri. Non è sufficiente parlare di istinti per prevenire azioni antisociali. Ci sono mutazioni di istinti come di forma, nelle formiche come nelle altre creature. Non è neppure sufficiente parlare di pressione sociale, che tra le formiche sarebbe un impulso a distruggere i membri devianti della comunità. Ci sono leggi naturali per proteggere un formicaio contro il controllo-istinto che lo distruggerebbe, come contro l’abbandono degli istinti o delle azioni necessarie al formicaio come un insieme. Ci sono, in breve, leggi naturali e forze naturali che proteggono le società dei loro stessi membri. Nella società umana…

Fitzgerald,
Probabilità e condotta umana

Le superstrade erano naturalmente superbe. L’automobile filava e il suo comunicatore incominciò a blaterare quando qualcuno, nella parte non danneggiata dell’edificio di controllo della griglia annunciò istericamente che un estraneo aveva ucciso degli uomini e se n’era andato con un auto. L’uomo descrisse la strada che aveva preso e comandò di intercettarlo, ordinò con voce stridula che fosse ucciso, ucciso, ucciso!

Poi subentrò un’altra voce. Questa voce era secca e freddamente furiosa e abbaiò precise istruzioni.

Calhoun si trovò su una strada che curvava graziosamente in salita. Si alzava ed egli era a mezza altezza fra due torri quando una vettura sfrecciò verso di lui. Prese con la sinistra il fulminatore. Nella frazione di secondo in cui la macchina lo incrociò, premette il grilletto: Ci fu una mostruosa esplosione di fumo e di fiamme quando le batterie Duhanne entrarono in corto circuito e vaporizzarono metà della vettura.

Si sentirono altre voci. Qualcuno aveva notato l’esplosione. La voce del comunicatore urlò di fare silenzio.

— Tu! Se l’hai beccato, vieni a rapporto!

— Ciii, cii, ciii, — chiacchierò eccitato Murgatroyd.

Ma Calhoun non si presentò a rapporto.

— Ha beccato uno di noi! — urlò la voce gelida. — Superatelo e colpitelo.

L’auto di Calhoun discese dal lato opposto del ponte. Fece una curva su due ruote. Sfrecciò davanti a due giganteschi edifici vuoti e giunse a una strada laterale, vi si infilò, giunse ancora a un bivio, prese la strada di sinistra e poco dopo si diresse a destra. Ma le voci continuavano a risuonare nel comunicatore. Uno degli invasori ebbe l’ordine di andare sul ponte più alto possibile dal quale potesse controllare tutte le strade sottostanti. Altri dovevano appostarsi qua e là… e stare in agguato! Un gruppo di quattro automobili stava uscendo dall’edificio dei magazzini. Fulminate ogni automobile in movimento. Fulminatela! E fate rapporto, fate rapporto!

— Sospetto, — disse Calhoun a Murgatroyd che stava accanto a lui agitato, — che questa si chiami tattica militare. Se ci circondano… comunque non sono poi tanti. L’obbiettivo nostro è uscire dalla città. Abbiamo bisogno di aver una maggiore scelta di azione. Quindi…

Il comunicatore diede affannosamente l’annuncio di averlo visto da un ponte appeso come una ragnatela nel più alto punto della città. Si stava dirigendo…

Cambiò direzione. Finora aveva visto soltanto una delle vetture inseguitrici. Ora si diresse di corsa lungo superstrade sinuose e vuote, tra torri disabitate e pareti di balconi con vuote occhiaie di finestre che lo guardavano da tutte le parti.

Era una cosa da incubo a causa della magnificenza e del vuoto della città tutt’intorno a lui. Si tuffò in splendide superstrade, attraverso ponti dagli archi delicati, attraverso pazze ramificazioni di arterie di traffico minori. E non vide movimento da alcuna parte. Il vento fischiava oltre i finestrini e le gomme levavano un lamento altissimo, il sole splendeva e piccole nubi fluttuavano nel cielo tranquillamente. Non c’era segno di vita o di pericolo da nessuna parte sulle splendide superstrade o nei begli edifici. Soltanto delle voci borbottavano nel comunicatore. Era stato visto qui, sfrecciando lungo una curva sopraelevata. Aveva evitato un’imboscata per puro caso… Era…

Vide del verde a sinistra. Si tuffò in una rampa verso uno dei piccoli parchi della città.

E mentre usciva dai guard-rail di pietra della strada il tetto della vettura esplose verso di lui. Sterzò e s’infilò in una zona cespugliosa, strappò dalla macchina Murgatroyd malgrado si fosse afferrato alla vettura con zampe e coda e si tuffò nel sottobosco. In qualche modo riuscì a non perdere la pistola a spruzzo.

Corse, togliendosi con la mano libera gocce solidificate di metallo rovente dagli abiti e dalla carne. Facevano un male abominevole. Ma l’uomo che aveva sparato non avrebbe creduto di averlo mancato, poiché il suo colpo era stato immediatamente seguito dalla distruzione della vettura. L’uomo avrebbe annunciato il suo successo prima di andare a cercare il cadavere della sua supposta vittima. Ma sarebbero giunte altre vetture. Al momento era necessario per Calhoun andare altrove, e in fretta.

Udì il rumore delle automobili che sopraggiungevano mentre ansava e sudava attraverso il fogliame del parco. Raggiunse l’estremità e una strada oltre la quale c’era una bassa muraglia di pietra. Capì immediatamente cosa fosse. Le strade di servizio correvano incassate, per la maggior parte coperte per nasconderle alla vista ma di tanto in tanto aperte per la ventilazione. Era entrato in città su una di esse. Qui ce n’era un’altra. Si arrampicò sulla parete e la scavalcò. Murgatroyd lo seguì temerario e eccitato.

Era un bel salto e barcollò quando giunse a terra. Sentì sopra di sé un fruscio. Un’auto passò veloce. Pochi istanti dopo ne passò un’altra.

Zoppicando, Calhoun corse verso il più vicino portale dl servizio Entrò e lo richiuse. Scottato e dolorante, salì fino ai piani superiori dell’edificio. Poco dopo guardò fuori. La sua auto era stata distrutta in uno dei più piccoli parchi della città. Ora c’erano altre auto a intervalli di duecento metri tutt’intorno. Si credeva che lui si trovasse da qualche parte fra i cespugli. Oltre alle auto che circondavano la sua c’erano ora una ventina di uomini che ricevevano ordini da una figura autorevole che stava in mezzo a loro.