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Poco dopo entrò un medico.

— Forse sarà meglio che la signora Loring resti qui, almeno per stanotte.

Larry annuì.

— Come sta… — A Val tremava la voce. — Quante probabilità ha mio padre…

Il medico tentò un sorriso che gli riuscì male. — Stiamo facendo tutto il possibile. Le sue condizioni sono stazionarie… almeno, nell’ultima mezz’ora non è peggiorato. Ma è ridotto male… ha bisogno di molti interventi chirurgici. E le nostre capacità sono limitate…

— Ci sono chirurghi di valore tra gli addormentati, vero? — disse Larry.

— Sì, ce n’è qualcuno. — Il medico annuì. — Non conosco bene il loro curriculum.

— M’informerò io. Potremmo rianimarli.

— Rianimarli? Ci vuole un permesso speciale.

— Lo so — disse Larry.

— E per la rianimazione occorrono settimane — continuò il medico. — Dovremmo sottoporre il dottor Loring al crio-sonno in attesa che i chirurghi siano in grado di operarlo. Non sono sicuro che sopravviverebbe al congelamento, nelle sue condizioni.

Larry sentiva il peso di Val appoggiata al suo braccio. Senza guardarla, disse: — Il dottor Loring è un membro importantissimo del Consiglio, e a me è caro come un padre. Più, anzi, del mio padre vero. Voglio che si faccia uso di tutte le risorse che abbiamo a disposizione per salvarlo. Ho già perduto un padre, non voglio perderne un altro. Mi avete capito bene?

— Certo, presidente. — Il medico per poco non s’inchinò. — Tutto quello che si può fare, verrà fatto. Vi do la mia parola.

Rivolgendosi a Val, Larry disse: — Bene. Su, andiamocene di qui. Non possiamo fare altro che aspettare.

E, lentamente, la portò fuori dall’infermeria.

Mentre andavano per il corridoio senza una meta precisa, Larry disse: — Chiama un’amica, qualcuno che ti faccia compagnia. Non voglio che resti sola.

— Sì — disse Val, quietamente.

Larry guardò l’orologio: era quasi l’ora del suo turno.

— Larry…

— Dimmi.

Valery era pallida, e aveva lo sguardo spaventato. — Non pare anche a te che sia come una malattia che dilaga nell’astronave? Prima l’incendio, poi le accuse di Dan, e ora papà… tutto si guasta.

Larry non rispose subito, e per qualche minuto i soli rumori furono lo strascichìo dei loro piedi sulle mattonelle del pavimento, il loro respiro, e il respiro più sonoro dei ventilatori.

— Forse — disse Larry alla fine — è davvero una malattia. Forse c’è un pazzo tra noi.

Val non ebbe la reazione di sorpresa che lui si aspettava. — Vuoi dire Dan.

La sua non era affatto una domanda.

Larry scosse la testa. — Non voglio fare accuse. Dan si comporta in modo strano da quando è morto suo padre, ma questo non significa…

— È tutta colpa mia! — gridò improvvisamente Val, con gli occhi pieni di lacrime.

— Colpa tua?

— Mi sono messa tra voi due. Dan mi odia perché gli ho preferito te. Vuole toglierti di mezzo… a tutti i costi, capisci? Si è convinto che hai assassinato suo padre. E ora… e ora… — scoppiò a piangere e non riuscì a continuare.

E ora ha tentato di uccidere il dottor Loring, il mio padre adottivo. È questo che vuol dire?

Quando Larry entrò nella sala, i membri del Consiglio erano già tutti ai loro posti, con le facce serie, gravi. L’unica sedia vuota era quella del dottor Loring.

Larry si sedette, e col tono più inespressivo di cui fu capace, disse: — Mi scuso del ritardo. Sono stato all’infermeria. Il dottor Loring è ancora vivo, ma è sempre molto grave. I medici hanno deciso di sottoporlo al sonno criogenico e tenerlo in sospensione finché non sarà rianimata un’équipe di chirurghi in grado di operarlo.

— Ma ci sono, fra noi, questi chirurghi? — obiettò uno dei membri degli anziani. — Non mi sembra di ricordarne poi tanti, nel gruppo originario. Di biochimici e genetisti sì, ce n’erano una quantità. Ma chirurghi…

Larry annuì seccamente. — L’elaboratore sta vagliando le schede personali, in cerca degli uomini adatti. Se li troverà, il Consiglio è disposto a sorvolare sulla regola che impone di mettere in sospensione una persona per ciascuna che viene rianimata?

Tutti acconsentirono, con mormorii e cenni della testa.

— E se non ci sono chirurghi in grado di salvarlo? — chiese Adrienne Kaufman.

— Allora daremo a un gruppo di giovani la preparazione necessaria, e intanto il dottor Loring sarà mantenuto nel criosonno.

— Potrebbe volerci una generazione!

— Che importa, se lui dorme tranquillo?

— È stato imprudente, però, ad aggirarsi di notte per il tunnel — disse un consigliere giovane. — Bisogna saperle evitare, le disgrazie.

— Ma è stata davvero una disgrazia? — chiese Dan Christopher, dal fondo della tavola. — Non vi pare che ce ne siano state troppe, di disgrazie, negli ultimi tempi?

— Come sarebbe a dire?

Larry avrebbe voluto dire qualcosa, controllare la discussione, ma esitava, temendo di inasprire l’antagonismo tra lui e Dan.

— Cosa faceva lassù il dottor Loring — disse Dan, — a quell’ora di notte? A che cosa stava lavorando? Sua figlia mi dice che in questi ultimi tempi passava ore e ore all’osservatorio, con un compito preciso…

Un paio di consiglieri si voltarono a guardare Larry. Ha voluto nominare Valery, si disse Larry, e tentò di soffocare l’odio freddo che lo invadeva.

— Non è un segreto per nessuno — disse seccamente Adrienne Kaufman. — Sappiamo tutti, o quasi tutti, evidentemente — e guardò gelida Dan, — che il dottor Loring cercava un pianeta simile alla Terra.

— Ma non c’è traccia del suo lavoro nella memoria dell’elaboratore — disse Polanyi. — Ho fatto un controllo ieri, appena ho saputo della disgrazia.

— Non è stata una disgrazia — disse Dan, deciso. — E il lavoro del dottor Loring è stato cancellato dall’elaboratore.

— Cosa?

— Che assurdità!

— È ridicolo!

Dan scattò in piedi. — Ridicolo, eh? E se vi dessi la prova che c’è un assassino tra di noi?

Tutti sbottarono a parlare insieme, discutendo, gridando.

— Basta! — ruggì Larry.

Tutti tacquero improvvisamente. Le braccia smisero di agitarsi, le voci si abbassarono, le facce si voltarono verso il presidente.

Calmo e gelido, Larry disse a Dan: — Che cos’è questa storia?

— Ho fatto anch’io le mie ricerche all’elaboratore — disse Dan, con lo sguardo acceso. — E ho trovato la prova che c’è qualcuno, tra di noi, deciso a sabotare il viaggio… un pazzo in libertà, che vuole evidentemente portarci tutti a morire!

Scoppiò di nuovo il putiferio.

— Un momento — disse Larry, alzando una mano per far tacere i consiglieri. — Dan, se hai questa prova, faccela vedere. Subito.

Dan pigiò violentemente un tasto sul pannello che aveva davanti al tavolo. — Guardatela.

Lo schermo a parete in fondo alla sala si accese, e apparve la faccia di un uomo: Louis Christopher, il padre di Dan, l’uomo che con la forza della sua volontà aveva ottenuto l’astronave e reso possibile il viaggio.

Quando Louis Christopher cominciò a parlare, Larry non riuscì a pensare che all’enorme somiglianza tra padre e figlio. La stessa faccia lunga, magra e cupa: lo stesso sguardo intenso, fanatico.

— Nessuno vedrà questa registrazione prima che io sia morto — disse Louis Christopher. — Il fatto che voi in questo momento la stiate guardando significa che sono morto. Spero che la mia morte sia stata una faccenda privata, che non abbia turbato in nessun modo l’andamento del viaggio.