Выбрать главу

Fissava la telecamera come se avesse voluto ipnotizzarla, pensò Larry. Col risultato che lo spettatore si sentiva guardato dritto negli occhi, faccia a faccia.

— Nel momento in cui registro questo messaggio, il viaggio è appena cominciato. La Terra è ancora visibile e grande dietro di noi, e le stelle sono lontane, lontanissime. Molti di noi disapprovano l’impresa, la considerano una pazzia. Si sarebbero accontentati di vivere per sempre su quest’astronave orbitando attorno alla Terra, prigionieri a vita, esuli eterni. Ma abbiamo deciso con una votazione di puntare alle stelle, e siamo partiti, ci stiamo andando. Molti, però, covano ancora del malcontento. Hanno paura dell’ignoto. Lasciarsi dietro la Terra per sempre li spaventa.

«Forse questa gente tenterà di sabotare il viaggio. Forse deciderà che è meglio vivere da esuli vicino alla Terra che da uomini liberi fra le stelle, e tenterà di farci tornare indietro.

«Per questo ho pensato di lasciare un messaggio. Io sono morto, ormai, e quello che farete non mi riguarda più. Ma è importante per le generazioni future, per i nostri figli e per i loro. Continuate il viaggio! Non permettete che i paurosi, i pusillanimi si impadroniscano di questa bella astronave, che abbiano la meglio sui coraggiosi. Le stelle sono nostre! Abbiamo la possibilità di arrivare ad Alpha Centauri e là cominciare una nuova vita, in un mondo nuovo. Combattete quelli che vogliono desistere!»

Alcuni consiglieri cominciarono ad agitarsi sulle sedie. Due o tre si voltarono a guardare Larry.

— Noi abbiamo lottato e superato ostacoli tremendi — continuò Louis Christopher — per intraprendere questo viaggio. Abbiamo rischiato tutto e abbiamo ipotecato le generazioni future, per costruirci un mondo nuovo, lontano dalla vecchia Terra in sfacelo. Dovete continuare, arrivare fino in fondo. E ora lasciate che vi metta in guardia contro un altro pericolo. Probabilmente i pianeti di Alpha Centauri non offriranno le stesse condizioni di vita della Terra. Ma noi siamo in grado di adattare geneticamente i nostri figli a vivere in un mondo diverso. Non abbandonatevi alla tentazione di proseguire oltre Alpha Centauri. Io so com’è fatta quest’astronave, so quello che può dare e quali sono i suoi limiti. Non ce la farebbe a portarvi fino a un’altra stella. Fermatevi ad Alpha Centauri, o vi distruggerete, e tutto sarà stato inutile.

«Non sarà facile modificare i vostri figli perché possano vivere su un mondo diverso. Ma dovete farlo, non c’è altra possibilità. Siate forti, coraggiosi. Buona fortuna. E addio.»

Lo schermo si spense.

Per mezzo minuto almeno nessuno si mosse né parlò. Poi uno dei consiglieri tossì nervosamente, e tutti si voltarono verso il tavolo, scambiandosi mormorii. Dan rimase in piedi al suo posto, tremando visibilmente per l’emozione.

Larry disse, più pacatamente che poté: — E questa, secondo te, sarebbe la prova che tra noi c’è un assassino?

— Perché? Non ti basta? — ribatté impetuosamente Dan. — Lui sapeva quello che sarebbe successo! Sapeva che qualcuno avrebbe tentato di sabotare il viaggio, di farci proseguire per un’altra stella, e così farci morire tutti quanti. E ha lasciato un avvertimento!

— Ma questo non prova che sia stato assassinato — disse una delle donne.

— Né che la caduta del dottor Loring non sia stata una disgrazia.

Furioso, Dan continuò: — Sappiamo tutti che se mio padre fosse ancora vivo, sarebbe rianimato e prenderebbe il posto del presidente.

Larry non parlò.

— E sappiamo anche che il dottor Loring cercava un altro pianeta più simile alla Terra attorno a un’altra stella. Se l’avesse trovato, l’avrebbe raccontato a tutti. Invece non ha detto niente, e questo significa che non l’ha trovato. Anzi, deve essere arrivato alla conclusione che non esiste… perché la persona che ha tentato di ucciderlo ha cancellato dalla memoria dell’elaboratore tutto il suo lavoro, così che nessuno ne sapesse mai niente.

Larry puntò un dito contro Dan e urlò: — E se fosse il contrario? Se questo fantomatico assassino avesse voluto, invece, impedirci di venire a sapere che Loring aveva trovato da qualche parte una nuova Terra, un pianeta molto più abitabile di quello di Centauri?

Rimasero a fissarsi con odio da un capo all’altro del tavolo, senza parlare.

— Se continuate così, non concludiamo niente — disse Adrienne Kaufman.

Larry respirò a fondo e si calmò un poco. — La verità è che niente prova che la caduta di Loring sia stata un tentato assassinio e non una disgrazia. E non solo questo, ma tutti i guai che abbiamo avuto sono da attribuirsi a cause accidentali. E chiunque — e guardò fisso Dan — insista a voler cercare del losco in tutto quello che sta capitando su questa astronave, corre il rischio di essere considerato pazzo.

Per un momento Dan rimase immobile, tremando di rabbia, con la faccia in fiamme. Poi si voltò e uscì con passo infuriato dalla sala.

Larry si rivolse al medico capo, seduto circa a metà del tavolo.

— Voglio che sia portato immediatamente in infermeria e sottoposto a un esame minuzioso. Se si ribella, legatelo. Non si può tollerare che un pazzo si aggiri liberamente per l’astronave!

Perché se è pazzo, pensò fra sé, può essere benissimo anche un assassino!

VIII

La sala crionica gli faceva pensare a un grigio novembre.

Larry non aveva mai conosciuto le stagioni della Terra, ne sapeva qualcosa solo dalle poesie e dai videonastri di scuola. Ma entrando in quello stanzone freddo e silenzioso dove la popolazione congelata dell’astronave passava gli anni nel sonno, provò un brivido, come per le avvisaglie di un inverno incipiente.

Le sale crioniche occupavano due interi livelli dell’astronave. Erano comparti enormi, con tante file di giacigli coperti, simili ai sarcofagi degli antichi egiziani. Queste urne, però, contenevano vivi, non morti. Non erano fatte di pietra, ma di acciaio inossidabile e plastica, ed erano perforate da tubi in cui passava elio liquido a 4 gradi sopra lo zero assoluto. Invece che da rilievi, erano decorate da quadranti e indicatori, che permettevano di controllare le condizioni del dormiente chiuso dentro. Vivo. Congelato, immobile, senza respiro, muto, per anni e anni. Ma vivo.

Larry non si era mai fatto congelare. Ci pensava, a volte. Ma somigliava troppo alla morte.

Tutto, nella sala crionica, faceva pensare alla morte, all’inferno: il freddo, il silenzio, la solitudine. Larry si sentiva gelato fino al midollo, nonostante la giacchetta termica che portava sulla tuta. Le luci opache facevano apparire tutto ancora più piatto, più grigio, e il pavimento ovattato smorzava perfino il rumore dei passi.

Il dottor Hsai era già lì ad aspettarlo, alcune file avanti. Larry affrettò il passo.

— Strano posto per un appuntamento — disse lo psicotecnico, quando Larry lo raggiunse. Pareva incuriosito più che seccato.

— Volevo parlarvi in privato — disse Larry. — E questo è uno dei pochi posti a bordo dove si può essere sicuri di non venire interrotti o ascoltati.

Le sopracciglia sottili del dottor Hsai s’inarcarono. — Ah… e di che cosa volevate parlarmi? — Se aveva freddo, non lo dava a vedere.

— Ho sentito dire che avete deciso di dimettere Dan Christopher.

Hsai accennò di sì. — Non abbiamo motivi per trattenerlo in infermeria. È ricoverato ormai da un mese, e l’ho visto tutti i giorni. Non ho osservato segni di malattia mentale… come del resto mi aspettavo date le circostanze.

— Che cosa intendete dire?

— Il signor Christopher non soffre di anomalie provocate da alterazioni fisiche. Non ha i caratteri della schizoidia, una psicopatia che deriva da squilibri molecolari del sistema nervoso. Non ha lesioni al cervello, non ha, insomma, malattie collegate al fisico.