— Ma, signore…! — disse McCullough, poi s’interruppe di nuovo. L’immagine di Brady seduto nella sala Controllo lasciò il posto a quella di Berryman, Morrison e Drew, impauriti e feriti, che si nascondevano a degli stranieri minacciosi a oltre settantacinque milioni di chilometri da casa. O Brady era uno stupido, o pretendeva che lui si comportasse come tale. McCullough non riusciva a immaginare come descrivere la loro situazione in un linguaggio privo di emozione, senza farlo sembrare farsesco. Se qualcuno moriva, o se i tre uomini nell’Astronave venivano colpiti da un’infezione sconosciuta, cosa avrebbe dovuto dire? Avrebbe dovuto parlare di un piccolo guaio? O di un brutto spettacolo?
Se il generale parlava seriamente, lui, McCullough, non avrebbe mai dovuto riferire la morte di nessuno!
— … Un punto a nostro vantaggio è che la gente può ascoltare soltanto voi. Possono sentire tutte le parole che dite, ma non possono intercettare i messaggi inviati a voi da terra. Comunque, al momento, non vi posso dare istruzioni dettagliate circa la vostra presente situazione. Dal momento che vi trovate sul posto, voi dovete agire di vostra iniziativa. Badate soltanto a evitare che…
Mentre il generale stava parlando, McCullough si accorse di un’altra voce che parlava in sottofondo. Era una voce debole, aspra, nervosa, che cercava di lottare contro le interferenze. All’improvviso, si rese conto che quella era la sua voce. La sua voce che diceva le parole dette da lui trenta minuti prima. Sentì anche il generale Brady interromperlo, e per alcuni secondi ci furono un McCullough e due generali Brady che parlavano contemporaneamente. Gli parve una cosa molto divertente, e scoppiò a ridere.
Walters lo guardò preoccupato, ma tacque. Non così il generale.
— Dato che tutto il mondo vi ascolta, voi vi dovete rendere conto che qualsiasi vostra frase non ben ponderata può avere gravi conseguenze. Quindi, quando dovete dire “Buon giorno” ditelo dopo averci pensato bene…
Il generale continuò dicendo che McCullough, come ufficiale più anziano dopo il colonnello Morrison, avrebbe dovuto tenersi pronto ad assumere il comando della spedizione. Nel caso della morte di qualcuno, McCullough avrebbe dovuto usare la massima prudenza nel formulare i rapporti. Il generale non suggeriva di nascondere un eventuale decesso: consigliava solo a McCullough di agire secondo la sua discrezione, o magari di comunicare le notizie scottanti usando un semplice codice verbale. L’umanità aveva il diritto di sapere; però McCullough non poteva prevedere come la gente avrebbe interpretato i fatti.
— Ora consideriamo la questione urgente dei rifornimenti. Li riceverete entro quarantun giorni, per mezzo di un razzo modificato ad alta accelerazione. Cinque giorni di conto alla rovescia, già cominciati, e trentasei giorni di viaggio. In seguito, discuteremo le procedure di contatto. Vi devo subito informare che il carico farà parte integrale del veicolo, e quindi dovete fornirmi indicazioni precise. Dobbiamo dare la precedenza al cibo, all’acqua, alle tute, o alle armi? E in quale proporzione?
“Senza dubbio, dovrete parlarne anche con quelli che si trovano sull’Astronave; quindi sospendo momentaneamente il contatto radio. Buona fortuna a tutti.”
Al generale seguì un certo McDonnel, che parlò ininterrottamente sulle limitazioni di peso e di spazio del veicolo di rifornimento, e sui problemi di contatto. McCullough lasciò Walters all’ascolto e si mise in contatto con quelli dell’Astronave, per riferire le istruzioni di Brady. Parlò soltanto con Drew, perché gli altri dormivano. Drew non volle svegliare il colonnello, e McCullough ammise che la faccenda poteva benissimo essere rimandata di qualche ora. La parola sonno gli fece fare una breve pausa per calcolare da quanto tempo non dormiva; l’immediato risultato dei suoi calcoli fu un lungo e sonoro sbadiglio. Alla fine, disse a Drew che lui, Walters e Hollis avrebbero fatto dei turni di ascolto alla radio, e lo pregò di chiamare immediatamente per comunicare ogni eventuale cambiamento di condizioni delle loro ferite, o in qualsiasi altro caso d’emergenza.
Hollis rientrò nello scafo mentre stava ancora parlando. Il suo arrivo provocò una noiosa ripetizione di quanto McDonnell aveva già detto. Dall’espressione del fisico, McCullough capì che tutte le questioni squisitamente tecniche erano state affidate a Hollis. Desiderando evitare una conversazione impegnativa, data la terribile stanchezza di tutti, fece presente il loro assoluto bisogno di riposo e disse che avrebbero ripreso il contatto fra dodici ore, a meno che non si fossero verificate emergenze.
Non riuscendo ad assumere toni di comando nonostante la sua superiorità di grado, suggerì a Walters e a Hollis di andare a riposare. Lui avrebbe fatto il primo turno di guardia.
Il fisico annuì, si tolse lentamente la tuta e si legò nella cuccetta. Walters, già coricato, intrecciò le mani dietro la testa e chiuse gli occhi. Poco dopo, il pilota dormiva profondamente: Hollis, invece, teneva gli occhi chiusi fingendo di dormire. Poi girò la testa e si grattò furtivamente la nuca. Il dottore, nonostante ogni suo sforzo di volontà, si sentì prendere dal sonno.
Per restare sveglio doveva trovare qualcosa di molto più importante che preoccuparsi della salute mentale del fisico, e quindi pensò di cominciare lo studio del cadavere straniero. Ma non poteva lavorare in quel posto. Sarebbe stato troppo anche per il senso umoristico di Walters il fatto di svegliarsi e trovare la cabina piena di interiora galleggianti. E non poteva lavorare nel piccolo ripostiglio in cui aveva lasciato il cadavere. La migliore soluzione sarebbe stata di spostarsi nella cabina del P-Due e di mettersi in ascolto all’altra radio.
Con il procedere degli esami del cadavere dell’extraterrestre, McCullough riuscì a dimenticare la sua stanchezza. Aveva cominciato col presumere che gli organi vitali della creatura, compreso il cervello, dovessero trovarsi al centro della corazza protettiva, e la sua deduzione si dimostrò esatta. Poi riuscì a identificare e isolare i polmoni, la strana pompa muscolare che era il cuore, e il meccanismo di ingestione, digestione ed escrezione. Nei punti più salienti dell’esame, scattò diverse foto.
In un primo momento si presentarono dei punti oscuri, che poi vennero risolti separando gli apparati digerente, respiratorio e, per quanto era possibile con gli strumenti che McCullough aveva a disposizione, il sistema nervoso. Trovare il collegamento tra occhi, orecchi e la pericolosa arma che spuntava da sotto il ventre fu una cosa abbastanza facile. Quest’ultima era un semplice corno ricurvo, con un piccolo grado di mobilità e non un pungiglione, come aveva in un primo tempo pensato. Alcuni punti, però, rifiutavano di farsi risolvere. Per esempio il sistema riproduttivo della creatura.
Il dottore non riusciva neppure a farsi un’idea del tipo di ambiente in cui poteva essersi sviluppata una creatura con quella forma. E non riusciva a immaginare quale fosse l’angolo di visuale, o quale grado di controllo potesse esercitare la creatura sui quattro tentacoli. Nessuna delle appendici aveva delle caratteristiche particolari.
Ma era ormai troppo stanco per rispondere a quegli interrogativi. Cominciò a raccogliere i pezzi dello straniero, che galleggiavano per tutta la cabina, pensando che fra poco avrebbe svegliato Walters e che avrebbe avuto finalmente la possibilità di riposare.
13
Passarono sei giorni, e nessuno degli uomini che si trovavano sull’Astronave morì o ebbe le ferite infette. Forse il corpo degli umani rappresentava un ambiente inadatto alla vita di microrganismi extraterrestri; o forse le medicazioni e gli antibiotici terrestri erano in grado di combattere i germi di qualsiasi origine. La gioia di McCullough per questo fatto fu grande, ma venne dimenticata poco dopo, durante il colloquio con il generale.