Echeggiarono grida e imprecazioni, seguite da un urlo disumano: uno degli astronauti doveva essere stato colpito a morte. McCullough si girò sollevando l’arma, ma il centro della stanza era diventato una massa confusa di corpi roteanti. Poi una nebbia rossa, che diventava sempre più densa, oscurò la scena. Non c’era niente da fare. Il Due aveva avvolto i tentacoli attorno a qualcuno e lo stava furiosamente colpendo con il corno, mentre gli altri cercavano di allontanarlo colpendolo con i calci e con le armi.
Quando il Due, colpito a morte, lasciò la presa, McCullough si lanciò verso l’uomo ferito e lo strinse a sé, tenendone la faccia appoggiata contro il proprio petto, per impedirgli di vedere le spaventose ferite. Poi cominciò a parlargli con voce rassicurante e smise solo quando Drew gli annunciò seccamente che il colonnello Morrison era morto.
Berryman, Hollis e Drew rimasero a guardare McCullough. Evidentemente attendevano istruzioni o si aspettavano che si dichiarasse contrario ad assumere le responsabilità del comando. McCullough chiuse gli occhi nel tentativo di cancellare l’immagine del corpo di Morrison tanto dalla mente quanto dalla vista.
Poi disse: — Berryman, cercate una cassa vuota, o qualcosa del genere, e metteteci il corpo del colonnello. Legate o sigillate le chiusure, in modo che quegli animali non riescano a prenderlo. Quando avrete finito, andate nella camera stagna esterna più vicina e riferite a Walters cos’è successo. Oggi avevamo stabilito di seguire i Due fino al loro deposito di acqua e di viveri: questo rimane il nostro programma.
“A ogni modo” concluse “se vi capita di sentire del chiasso, non venite di corsa in nostro aiuto. Restate in un luogo sicuro fino a successivo intervallo di colazione, e poi tornate qui. Chiaro?”
Berryman girò lo sguardo da Hollis a Drew. Poi tornò a guardare McCullough. Nonostante la differenza di grado e la disciplina militare che li doveva tenere legati, in quel momento, e McCullough lo intuiva benissimo, si stava svolgendo qualcosa di molto simile alle elezioni. Era evidente che Hollis, a giudicare dalla sua espressione, stava timidamente dando il suo voto positivo. La faccia di Drew diceva un secco no, e Walters, dal momento che non si trovava direttamente coinvolto nella lotta contro i Tipo Due, in corso sull’Astronave, non venne interpellato. Toccava quindi a Berryman dare il voto decisivo di quelle elezioni. Mentre perdurava il silenzio, McCullough si domandò quali fossero le qualità che quel pilota, normalmente spensierato, giudicava necessarie a un capo; e, nel caso lo giudicasse incapace di comandare come avrebbe fatto Berryman a farglielo capire?
Sarebbe stato un ammutinato cortese e pieno di tatto, pensò McCullough.
Alla fine, Berryman fece un cenno affermativo e disse secco: — Il colonnello è morto. Lunga vita al tenente colonnello.
Quel giorno il colonnello Morrison aveva avuto l’intenzione di esplorare l’Astronave il più profondamente possibile, e di seguire gli stranieri fino al luogo in cui si nutrivano, nonostante il rischio per i terrestri di venire completamente circondati dai Due. Gli ordini di McCullough non furono una sorpresa, e tutti probabilmente pensarono che volesse proseguire la missione stabilita in omaggio al colonnello caduto, oppure, a voler essere cinici, che non sapesse cos’altro fare di meglio.
Videro un Due dopo circa dieci minuti, e lo seguirono mantenendosi a una ventina di metri di distanza, attenti a non perderlo di vista quando cambiava direzione. Di tanto in tanto infilavano pezzi di carta nella rete per essere certi di ritrovare la strada durante il ritorno. Il Due continuò a ignorarli, forse perché non li aveva visti, o forse per il fatto che aveva qualcosa di molto più importante a cui pensare. Dopo qualche minuto venne raggiunto da un altro della sua specie, poi da altri tre, ma nessuno parve interessarsi agli umani, che ora si stavano spingendo sempre più in profondità nell’Astronave. Qui, lunghi tratti di corridoio erano permanentemente illuminati, e i terrestri non ebbero bisogno di accendere le luci. Tra l’altro, non videro nemmeno interruttori di sorta. Alla fine udirono un ronzio che cambiava di tono in modo continuo e irregolare, ma che diventava sempre più forte.
A un tratto si accolsero di essere seguiti da tre stranieri, che guadagnavano rapidamente terreno.
Prima di trovarsi troppo insaccati tra i due gruppi di extra-T, McCullough guidò il suo gruppo nel più vicino compartimento vuoto. La porta scorrevole aveva un’ampia finestra, che gli permise di non accendere la luce della stanza. Mentre aspettava che il secondo gruppo di stranieri passasse oltre, McCullough ebbe qualche minuto per guardarsi attorno, e scoprì qualcosa che gli fece quasi dimenticare la ricerca dell’acqua.
Quel compartimento era diverso da tutti gli altri che avevano esplorato. La diversità era evidente anche alla debole luce che filtrava dal corridoio. Non c’erano cavi né tubature, a meno che non fossero nascosti dietro i pannelli delle pareti; gli oggetti che occupavano la sala avevano l’inconfondibile e preciso aspetto di mobili. Al centro della stanza c’era sospesa una lunga forma cilindrica, che poteva benissimo essere un’amaca per la caduta libera.
— Sono passati — disse Drew, socchiudendo la porta scorrevole. — Dobbiamo correre. Stanno girando a un incrocio.
McCullough segnò con cura sulla sua mappa la posizione di quel compartimento, poi uscì con gli altri. Sentì tuttavia che avrebbe dovuto trattenerli per prendere in esame tutte le implicazioni di quella sala che si lasciavano alle spalle.
Un laboratorio popolato di animali non aveva bisogno di sale arredate. Questo significava che sull’Astronave dovevano esserci degli extraterrestri intelligenti.
McCullough aveva bisogno di tempo per pensare. La ricerca dell’acqua poteva venire rimandata di qualche ora, o di qualche giorno; nel frattempo bisognava decidere quale fosse la miglior cosa da fare. McCullough era il capo, e poteva benissimo dare l’ordine di fare ritorno alla base.
Non lo diede, perché tutto accadde troppo in fretta.
Girarono in un corridoio completamente diverso da quelli che avevano percorso fino a quel momento. Una delle pareti era formata da una pesante rete metallica, attraverso la quale si vedeva un grande compartimento pieno di Due, mentre altri Due si accalcavano e lottavano per passare attraverso gli squarci che si aprivano nella rete. Dall’altra parte, la lotta per conquistare una posizione era così violenta che diversi extra-T erano morti. Lo scopo della lotta sembrava essere quello di guadagnare una posizione di fronte a un lungo pannello di plastica che correva su una delle pareti. Dal pannello, sporgeva una quantità di tubi aperti di piccolo diametro, e un identico numero di altri tubi che terminavano con una protuberanza di gomma. La lotta che si svolgeva davanti alla parete era tanto violenta da impedire di vedere cosa uscisse dalle tubature.
— Io penso che dai tubi esca del cibo semiliquido — disse Hollis, eccitato. — E dai poppatoi deve uscire una specie di acqua.
Come un singolo rintocco assordante che si ripercosse lungo i corridoi, i terrestri sentirono per la prima volta una voce straniera.
Pur rendendosi conto che poteva trattarsi di uno scherzo della sua immaginazione, McCullough ebbe l’esatta sensazione che il suono fosse diverso da quello provocato dai Due, intenti a cibarsi. Quei suoni articolati sembravano più complessi e sottintendevano un significato: avevano quasi un tono di incitamento. McCullough sapeva che era ridicolo cercare dei significati in una sequenza di suoni completamente sconosciuti, ma gli rimase la forte sensazione di essere stato ammonito. Tutte le volte che la voce smetteva di parlare, si ripeteva l’assordante rintocco… O forse la voce continuava a parlare tra i rintocchi.