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I Due dietro la rete diventavano sempre più agitati, a ogni rintocco; ma nessuno di loro smise mai di mangiare o di lottare.

Drew disse a Hollis qualcosa su Pavlov e la sua teoria sui riflessi condizionati, e McCullough prese il registratore. Drew sollevò la sua arma per indicare la vicina griglia di un altoparlante, dove sarebbe stato possibile ottenere una registrazione senza i troppi disturbi sollevati dagli animali che si cibavano. Ma non completò il movimento. Quando la sua lancia toccò il muro del corridoio e la rete, da quest’ultima si sprigionò un doppio lampo accecante.

Drew fece un sobbalzo violento, rotolò lateralmente, e rimase immobile, inanimato.

Una seconda voce straniera si unì alla prima, e le parole aumentarono d’intensità.

La seconda voce sembrava parlare la stessa lingua della prima. Spesso ripeteva le stesse parole dell’altra, ma le si sovrapponeva, e non si interrompeva nel momento dei rintocchi. A volte parlava rapidamente; altre volte le parole venivano trascinate e il loro tono, volume e inflessione variavano tanto da farle sembrare un canto. McCullough rimase sconcertato: aprì e richiuse le palpebre, per cancellare il bagliore del lampo dagli occhi, e, nel frattempo, cercava di capire cosa stesse succedendo. Aveva bisogno di tempo per pensare.

Ma non gli fu concesso. Berryman avanzava dal fondo del corridoio gridando.

— Dottore! Dottore! Walters dice che le cupole dei generatori si sono illuminate… tutte quelle che può vedere dal P-Due! Dice che l’Astronave sta partendo!

15

Lì per lì, McCullough provò più rabbia che paura. Era troppo, pensò. Bloccati sull’Astronave, correvano il rischio di restare senz’acqua e dovevano subire l’incessante attacco degli stranieri; per di più, avevano perso il colonnello Morrison e forse Drew. Era veramente il colmo. L’Astronave non doveva partire!

Berryman continuava a farfugliare cose su Walters, sul bagliore che si diffondeva dall’interno delle cupole dei generatori, e sulle interferenze raccolte dalla radio del P-Due; tutte cose che indicavano un costante aumento di energia all’interno dell’Astronave. Poi, c’erano l’incessante trangugiare cibo dei Due, i rintocchi, le voci straniere che uscivano dagli altoparlanti infissi alle pareti. Se il vascello stava veramente partendo, McCullough doveva fare qualcosa, doveva reagire, prendere decisioni e dare subito degli ordini.

Non vi riuscì.

Il problema era troppo grande e complicato per permettere decisioni rapide e soluzioni immediate. McCullough aveva bisogno di rimettere un certo ordine nella mente, guadagnare tempo per considerare gli eventi sotto divelsi aspetti e risolvere il problema senza ricorrere a decisioni troppo affrettate. Doveva agire ignorando l’annuncio dato da Berryman e fare come se Drew fosse ancora vivo.

A questo punto i pensieri di McCullough si arrestarono improvvisamente e presero un’altra direzione. Poteva darsi benissimo che Drew fosse ancora vivo. Ora che ci pensava, la cosa gli parve anzi molto probabile. Indicò le rete e poi Drew, e cercò di parlare.

Avrebbe voluto dire che nella rete passava la corrente e che dovevano stare lontani, che l’arma di Drew l’aveva toccata quando l’altra estremità era a contatto con il pavimento, e che si era formato un corto circuito lungo l’asta. Avrebbe voluto dire che, secondo lui, nella rete non passava una corrente molto forte… che a suo giudizio esisteva soltanto la carica necessaria a tenere gli animali sotto controllo… e che, in ogni caso, Drew indossava i guanti della tuta, fatto che avrebbe dovuto dargli una certa protezione. Considerati i guanti e il fatto che la scarica era passata attraverso l’asta, e non per il corpo di Drew, c’erano delle ottime probabilità di salvarlo, praticando i sistemi di rianimazione. Avrebbe voluto dire tutte questo, ma riuscì soltanto a balbettare e a fare dei gesti con la mano. Non riuscì né a farsi capire né a richiamare l’attenzione dei suoi compagni.

Hollis gli gridò qualcosa, ma il fragore degli altoparlanti impedì a McCullough di capire ciò che il fisico stava dicendo. Berryman, invece, che era molto più vicino a Hollis, rispose. Hollis prese l’arma di Drew, che ondeggiava nell’aria, e la mise nella mano in cui già stringeva l’altra, poi gridò qualcosa a McCullough; alla fine si lanciò nella direzione da cui erano appena venuti. Berryman spostò lo sguardo dal fisico, che si allontanava rapidamente, a McCullough, poi fece un cenno e si allontanò lui pure.

In mezzo al susseguirsi dei rintocchi, al frastuono dei Due che si agitavano, e alle due voci straniere, McCullough non era riuscito a capire cosa gli avevano detto.

La fuga di Hollis, era comprensibile: il fisico indossava una delle due tute indenni, e aveva la possibilità di raggiungere in tempo una camera stagna e gli scafi-P. Ma perché era fuggito anche il pilota? Certamente, Berryman non poteva pensare di togliere la tuta a Hollis senza lottare e stordirlo. L’unico risultato di una lotta del genere sarebbe stato quello di rompere un’altra tuta.

Non sapendo cosa pensare e amareggiato dal comportamento dei due, McCullough aprì il visore e si chinò su Drew. In condizioni di mancanza di peso e con una rete elettrificata alle spalle, c’era un solo mezzo di rianimazione possibile. McCullough fece del suo meglio per ignorare le voci degli stranieri, l’ingurgitare e l’agitarsi dei Due e il generale frastuono dei rintocchi. Si concentrò invece per dare il bacio di vita a Drew, senza sapere se era morto o solo privo di sensi.

Ma il trovare la bocca di Drew fu estremamente difficile. La testa del pilota si allontanava di continuo e dondolava inerte all’interno del casco. Alla fine, dopo avere infilato una mano dentro l’elmetto e avere afferrato la nuca di Drew, McCullough riuscì a sollevare la faccia dell’altro fino all’apertura del visore.

I risultati si delinearono rapidamente.

Boccheggiando, tossendo, e annaspando come un uomo semiannegato, Drew cominciò a riprendersi. Strinse un braccio attorno al collo di McCullough, con forza, tanto che il dottore temette di vedersi strappare il casco. Tenne Drew lontano dalla rete elettrica fino a quando il pilota non ebbe ritrovata la calma; poi si liberò dal suo abbraccio.

Drew gli balbettò qualcosa, con una certa difficoltà e leggermente imbarazzato.

— Non vi posso sentire — disse McCullough al pilota. — Comunque, non c’è bisogno di ringraziarmi. Con tutta probabilità, non sareste morto.

— Dov’è andata a finire la mia lancia? — domandò Drew guardandosi intorno. — Dove sono Hollis e Berryman? È una tattica molto pericolosa dividere le nostre forze in questo modo, signore.

Evidentemente Drew aveva ritrovato tutta la sua padronanza, e McCullough avrebbe potuto quindi dargli con maggiore tranquillità le brutte notizie circa l’Astronave in partenza e la diserzione di Hollis e Berryman. Comunque, non ebbe bisogno di farlo. Berryman tornò da loro e si afferrò alla rete per riprendere fiato, e, guardando come se fosse sorpreso di vederlo vivo, disse a McCullough: — Scusatemi se me ne sono andato… senza permesso… Ero preoccupato… e mi sono allontanato senza pensare ad avvertirvi. Voi avevate dato l’idea al capitano Hollis di… mettere in corto circuito i generatori con le aste metalliche… e lui mi ha detto che aveva bisogno di aiuto. Ne ha bisogno ancora. È dentro la cupola. Voi avete l’unica altra tuta intatta. Non ci rimane molto tempo…

Fino a quel momento McCullough non si era reso conto di non avere suggerito alcuna idea a chicchessia. Comunque, capì immediatamente che cosa Hollis stava per fare: avevano discusso quella possibilità diverse volte. Ora aveva fretta di raggiungere la cupola del generatore per vedere quale particolare forma di sabotaggio avesse intenzione di attuare il fisico.