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— Noi sappiamo che su questo scafo ci sono degli esseri intelligenti. Li abbiamo sentiti parlare! Ai loro occhi, noi dobbiamo sembrare come dei delinquenti minorenni, o qualcosa di peggio. Dobbiamo andarcene, abbandonare immediatamente l’Astronave. Chiederò che il prossimo razzo di rifornimento trasporti soltanto tute e cibo. Dal momento che abbiamo scoperto l’acqua, noi possiamo partire immediatamente dopo l’arrivo del razzo.

— Dov’è questo nostro equipaggio di extraterrestri intelligenti? — domandò Hollis, caustico. — Fino a questo momento, non si sono fatti vedere… Almeno, noi siamo sicuri di non averli visti. Perché? Si trovano in qualche specie di guaio, o sono troppo pochi per correre un rischio? Dobbiamo abbandonarli a sbrigarsela con i Due che occupano lo scafo?

— Noi non siamo delinquenti e non siamo stupidi! — disse Berryman con rabbia. — Se i vostri extra-T sono intelligenti come dite, dottore, avranno certamente capito che tutto il nostro comportamento è stato la conseguenza della situazione contingente e della curiosità scientifica, uniti al normale istinto di sopravvivenza. Se non possono capire una cosa tanto semplice come questa, allora sono degli stupidi; troppo stupidi per avere costruito quest’Astronave! Ma loro l’hanno costruita, quindi…

— Uccidiamoli tutti! — gridò Drew. — Distruggiamo quelle maledette cimici!

Fu Walters ad avere l’ultima parola. Portando al massimo il volume della trasmittente disse: — Voglio ritrasmettere le vostre ultime parole, mentre l’Astronave vi trasporta fuori dal Sistema solare, verso qualche terribile destino extraterrestre. Il vostro coraggioso scambio di idee verrà ascoltato da tutta la Terra.

— Penso che il generale non approverà parte del nostro linguaggio…

16

Sulla Terra ormai si parlava di un solo argomento, tutti i giorni, tutte le ore. Questo argomento era la lotta sull’Astronave.

In questa guerra non c’erano potenze neutrali, né c’erano potenze che non avessero un preciso indirizzo, anche se tra la gente che formava le nazioni, come tra gli individui di una stessa famiglia, si potevano trovare posizioni completamente diverse. Tutti erano al corrente della guerra. Alcuni, per fortuna, la trovavano del tutto priva d’interesse; altri invece la trovavano tanto grave ed eccitante, da organizzare dibattiti, dimostrazioni, e da giungere perfino a incendiare edifici di ambasciata. Ma la maggior parte della gente si preoccupava solo della salvezza degli uomini che si trovavano a bordo dell’Astronave, e discuteva su quelli che potevano essere stati gli errori commessi.

Naturalmente, tutto quello che gli astronauti dicevano o facevano, secondo i diversi punti di vista, era sbagliato.

Quegli scienziati che venivano considerati duri, insistevano perché venisse dedicato più tempo alla raccolta di informazioni dettagliate sui principi di funzionamento e sulla distribuzione delle fonti di energia del vascello. E poi altri, molti altri dati, su ciò che tutti chiamavano semplicemente generatori iperdrive e sistema centrale di controllo dello scafo. Gli scienziati meno duri desideravano che venisse dedicato più tempo alla raccolta di informazioni sulla biologia e sul metabolismo degli extraterrestri, sui fattori ambientali, e sui sistemi di sopravvivenza degli stranieri. Volevano che si praticassero autopsie su specie diverse dai Due. Gli psicologi, i sociologi e gli antropologi invece, non pretendevano molto, e, nello stesso tempo, erano quelli che impartivano le raccomandazioni più concrete.

Gli psicologi stavano vivendo una lunga successione di giornate campali. Ogni grande o piccolo incidente che si svolgeva sull’Astronave veniva studiato, valutato e discusso in ogni dettaglio. Ogni parola o inflessione registrata era sottoposta ad analisi molto rigorose. Tanto è vero che nel corso di un collegamento, una breve e strana risata di Walters seminò il panico per tre giorni in un gruppo di medici spaziali. Poi si scoprì che il tono stridulo notato nella voce del pilota, molto simile a quello che precede una crisi isterica, era semplicemente dovuto alla distorsione naturale dei segnali in arrivo.

Nell’ambiente dei più giovani, meno maturi emotivamente, l’Astronave rimpiazzò completamente i cowboy e gli indiani. Ogni giorno, in tutto il mondo, a Walters veniva stracciata la tuta dal primo Due, il colonnello Morrison incontrava la sua triste morte, e McCullough, che aveva un carattere difficile e che non appagava la fantasia dei ragazzi, si muoveva attorno apparentemente senza far niente, ma cambiando continuamente idea.

Tra i due estremi rappresentati dai ragazzi e dagli intellettuali si stendeva la massa sterminata delle persone dotate di intelligenza media. Erano le persone che ascoltavano avidamente ciò che chiamavano le Notizie di Guerra, e che assorbivano con voracità tutti i fatti e le deduzioni che provenivano dagli informatissimi annunciatori della radio e della TV, benché molti sapessero che i commentatori non potevano essere molto più informati degli ascoltatori.

Guardavano attentamente le ultime fotografie e gli ultimi schizzi, ritoccati e leggermente drammatizzati per la presentazione in TV, e ascoltavano i gruppi di esperti di ogni campo che li commentavano. Ascoltavano una tale quantità di analisi, di teorie, di previsioni, di opinioni, di punti di vista e di valutazioni etiche, da essere spinti per forza a parteggiare per qualcuno e ad accettare come proprie le idee altrui su ciò che era giusto, o sbagliato, o nella valutazione di eventuali espedienti politici.

Alcuni reagirono fracassando finestre e rovesciando macchine, altri agitandosi a favore dei Due per chiedere che venissero presi sotto la protezione dell’ONU o dell’USPAC, altri ancora invocando l’invio di aiuti ai terrestri, pur sapendo quanto sarebbe costato recapitare anche un solo grammo di materiale a uomini tanto lontani. Ma ce n’erano altri, pochi all’inizio, che si dedicarono all’incomodissimo compito di pensare con la loro testa e arrivarono alla conclusione che il loro mondo era cambiato; non era più il Mondo, ma solo un mondo fra tanti altri, e questo portava a molte implicazioni.

Ma quella fazione era andata ad aumentare il numero dei gruppi che facevano pressioni per dire la loro nel Controllo Prometeo.

L’iniziale idea di rendere pubblica ogni fase del progetto aveva avuto lo scopo di aumentare l’interesse per i voli nello spazio e di conquistare il maggior numero possibile di sostenitori, disposti a concorrere alle enormi spese degli impianti… In breve, si era trattato di un lavoro di public relation su ampia scala. Il progetto era nobile, ma non lo erano altrettanto la maggior parte di coloro che vi aderivano. Ora che il Prometeo stava andando male, le persone a bordo sembravano dei tenibili e sadici assassini; sulla Terra, la nobiltà di intenti dava segni di cedimento nei punti più impensati.

Sulla Terra, come sull’Astronave, Prometeo stava sfuggendo al controllo.

— Andando in cerca dell’acqua sull’Astronave e mettendo fuori uso il generatore — gracchiò la voce del generale Brady — avete compiuto un atto di violenza sia verso gli stranieri, sia verso i loro macchinari. Non vi biasimiamo del tutto per questo, però pensiamo che abbiate esagerato nell’assumervi alcune iniziative. L’opinione pubblica si sta mettendo contro di voi e contro il Prometeo, anche se la maggioranza è ancora eccitata dalla guerra e dalle imprese degli scienziati eroi, e si abbandona a una reazione temporanea, instabile, e anche sbagliata. Le critiche al vostro operato aumentano costantemente. Accusano voi e, per riflesso anche noi, di comportarci come barbari! Si afferma che state semplicemente saccheggiando l’Astronave di tutto il suo bottino scientifico. Tutto questo deve finire!

La radio di una delle tute danneggiate dondolava, trattenuta dal filo dell’antenna lungo la parete esterna della camera stagna. La naturale distorsione causata dal sovraccarico delle cuffie dei caschi che dovevano sostituire gli altoparlanti veniva aumentata dalla collera che vibrava nella voce di Brady, quella collera raggiungeva gli astronauti da settantacinque milioni di chilometri.