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— Invece Gerald viene qui per incontrare Edgar — spiegò seccamente l’anziana donna, guardando Joe con aria di sfida come se temesse un rigurgito d’incredulità.

Ma Joe si limitò ad annuire. — Gerald viene qui per incontrare Edgar. Continui, la prego.

Sarah sembrò in qualche modo rilassarsi. — In genere nel corso dell’incontro Gerald riceve da Edgar una o due nuove sculture, ma deve parlare con Gerald se vuole conoscere nei dettagli i loro accordi. Certo Gerald può negare tutto e affermare che si tratta di pure fantasie, insistendo sul fatto che Edgar è ufficialmente morto da cinquant’anni.

— Sì, dovrò parlargli. A suo nipote, intendo.

Un ceppo scoppiettò nel camino. Joe cercò di non sobbalzare al secco rumore. Ne sapeva troppe sui nosferatu per sentirsi tranquillo quando c’era di mezzo uno di loro.

— Parliamo brevemente di qualcos’altro, signora Tyrrel.

— Mi dica.

— Quali sono le condizioni del suo testamento?

— Non c’è alcun segreto riguardo a questo. Il grosso delle mie sostanze andrà a mia nipote Cathy.

— Non a suo padre.

— No. Gerald non è persona responsabile quando si parla di soldi. E poi io voglio molto bene alla ragazza.

— Capisco. E se Cathy morisse, o dovesse venire dichiarata morta, prima dell’apertura del testamento?

— Al momento Gerald erediterebbe tutto, ma… signor Keogh, sto seriamente pensando di cambiare questa clausola.

— Davvero? E Gerald lo sa?

— Probabilmente lo sospetta. Signor Keogh, mio nipote non è un uomo malvagio e non posso immaginare che abbia architettato qualcosa a danno della figlia anche se, come le ho menzionato, è una figlia adottiva. Tuttavia Gerald è sotto forte pressione in questo momento. Lei e i suoi aiutanti non potete fare la guardia alla casa stanotte?

— Cosa? Signora Tyrrel, se suo marito dovesse decidere di farle visita stanotte non potrei impedirglielo in alcun modo. Non stanotte, comunque. Mi capisce?

Lei scosse la testa con impazienza. — Sì, capisco. Ma la gente che Gerald teme sono creature molto più normali del mio Edgar. Credo che mio nipote si sentirà decisamente meglio se farete la guardia alla casa.

— Certo, in tal caso non ci sono problemi. Di chi ha paura suo nipote?

— Non mi ha spiegato esattamente, ma credo sia una storia di debiti di gioco.

— Capisco.

— Bene, allora sistemi i suoi uomini in modo che tutto sia sotto controllo. Cominciamo col risolvere questi piccoli problemi, poi io e lei approfondiremo la nostra chiacchierata su mio marito e la piccola Cathy.

— Subito signora — fece Joe, alzandosi per tornare in salotto dove, con un cenno del capo, fece capire a Maria che ora toccava a lei prendersi cura dell’anziana quanto singolare cliente.

Brainard stava in piedi sul lato opposto del salotto, intento a masticare distrattamente un sigaro spento.

Avvicinandosi, Joe gli disse: — Vuole guidarmi in giro per la casa? Sua zia ci ha chiesto sorveglianza per stanotte.

Il legnoso avvocato si rilassò visibilmente. — Ma certo — replicò. — Mi segua.

La casa era davvero speciale, in parte a causa della sua posizione oltre il ciglio del canyon, in parte per assecondare il capriccio del suo costruttore. Lo stile tipico del West si mischiava in molti particolari a uno stile assolutamente fantasioso. Due camere da letto occupavano quasi tutto il livello intermedio. I due piani superiori avevano le pareti di tronchi d’albero, mentre delle scale interne molto ripide univano tutti e tre i piani. Il piano terreno, costruito in pietra, poggiava parzialmente su una sporgenza rocciosa pochi metri sotto il ciglio. Qui Joe e la sua guida si ritrovarono a guardare una stanza molto ampia con le grandi finestre rivolte a settentrione, che Brainard gli spiegò esser stato lo studio di Tyrrel.

Tornati nella parte centrale della casa, Brainard spostò col piede una stuoia indiana rivelando una botola. Sotto, in uno spazio tenebroso alquanto esteso, Joe intravide dei grossi pali di legno su cui poggiava una metà della casa. Fissata a una di quelle colonne di legno, una scala a pioli scendeva per cinque, sei metri verso le rocce sottostanti dalle quali poi partiva un piccolo sentiero a malapena visibile.

— È fin troppo facile per qualcuno salire dal sentiero e dar fuoco alla casa — mormorò Brainard.

— Metterò un uomo di guardia — lo rassicurò Joe. — Non si preoccupi.

Cinque minuti dopo Joe aveva già disposto i suoi aiutanti. John Southerland doveva tener d’occhio chi arrivava dalla tranquilla e civile passeggiata turistica che costeggiava il ciglio del canyon. Ritenendo che la diplomazia contasse quanto l’agilità per controllare chiunque avvicinasse la casa apertamente, Joe la fece sorvegliare dal suo più esperto e fidato collaboratore. Dal canto suo, John si sistemò in un posto strategicamente perfetto. Nascosto nell’ombra poteva osservare chiunque passasse alla luce dei piccoli lampioni.

Joe invece scese con Bill a sorvegliare il sentiero sotto la casa. — Vediamo un po’ — disse Joe a bassa voce. — Le ore più pericolose sono quelle che seguono il tramonto…

— E perché? — chiese Bill con interesse.

Joe ignorò la domanda. — Di conseguenza, per un paio d’ore resteremo qui insieme, lei da quella parte del sentiero e io da questa.

Sempre sottovoce, Bill disse a Joe che sarebbe stato meglio esplorare i dintorni della casa alla luce del giorno. Ma purtroppo era mancato il tempo.

Questo però non riguardava Joe, che era in qualche modo riuscito a dare un’occhiata in giro quel pomeriggio. Ora fece quello che poté per descrivere i dintorni a Bill.

— Come può immaginare c’è molta strada per arrivare giù al fiume, ed è estremamente ripida. Il sentiero è tutto curve, e in alcuni punti costeggia dei veri e propri baratri.

— Non ho difficoltà a crederlo — commentò Bill. Il poco che poteva vedere del terreno circostante gli suggeriva fortemente che si trovavano su una sorta di piccola gobba rocciosa.

Nessuno dei due aveva ancora usato la torcia. Sembrava inutile, visti i fitti banchi di nebbia che lentamente muovevano lungo il crinale del canyon celandone l’immensità. Il freddo era sempre più intenso, e sembrava voler schiacciare la nebbia nelle nascoste profondità del baratro.

Joe disse: — Io sarò esattamente laggiù, a circa trenta metri. Lo vede quell’arbusto con il lungo ramo che sembra un braccio teso?

— Sì.

— Ha la sua radio?

— Sì.

— La torcia?

— Sì, e anche la macchina fotografica… anche se non ho capito molto bene a cosa serva.

Joe si era appena sistemato al suo posto sul buio crinale sotto la casa, a pochi passi da quel sentiero praticamente inesistente, quando un fruscio lo fece sobbalzare. Ma subito si rilassò. L’uomo chiamato Strangeway si materializzò dal nulla accanto a lui come se fosse composto della stessa materia che componeva le nere tenebre.

Salutandolo, Joe disse: — Se cerca un invito a casa Tyrrel arriva tardi, amico mio. Ma vedrò cosa posso fare.

L’altro scosse la testa e lo guardò dapprima con le braccia conserte, poi a mani giunte dietro la schiena. Tutto nel suo modo di fare lasciava trasparire tensione.

— La mia presenza sulla scena sarebbe stata dirompente, Joseph. E una volta entrato in quella casa avrei lasciato tracce della mia presenza che un eventuale nemico non avrebbe faticato a trovare. Siete stati accolti con cortesia dalla famiglia?

— Umpf. L’accoglienza è stata un misto di molte cose. Ma non chiamerei quei due una famiglia — replicò Joseph, riassumendo brevemente a Strangeway i contenuti del colloquio con Sarah Tyrrel e le sue impressioni sul marito e sul nipote.

Strangeway lo ascoltò con interesse. Poi disse: — In generale debbo concordare con ciò che la signora ha detto del marito. E a quanto mi risulta, la ragazza è ancora viva. Tuttavia non saprei dire dove si trova: forse qui vicino, come dice Sarah Tyrrel. In ogni caso mi sembra palese che venga trattenuta contro la sua volontà.