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— Già, sembra anche a me.

— Allora mi crede se affermo che altre persone sono in grave, anche se non immediato pericolo oltre alla ragazza e a…

— E a Brainard, nipote codardo e pieno di debiti? — ridacchiò Joe. — Be’, non ho alcun motivo di pensarlo, ma se lo dice lei ci credo.

— Bene. Joseph, c’è qualcos’altro. Comincio a pensare che… — una pausa — che forse la ricerca di una soluzione deve cominciare in luoghi molto distanti da questo. Già, molto distanti invero.

— Quanto distanti? — chiese Joe sorpreso.

— In Inghilterra.

Joe imprecò nell’oscurità del canyon, poi si rammaricò di nuovo per l’impossibilità di esplorare i dintorni della casa alla luce del giorno. Anche lui si sentiva dannatamente impreparato, dato che l’unica altra volta in cui era stato lì risaliva ad anni e anni prima come semplice turista.

Poi, quasi involontariamente, il suo sguardo tornò a Strangeway. — Che c’entra l’Inghilterra in tutto questo?

— Semplice: è il luogo di nascita di Edgar Tyrrel. Secondo i miei informatori è là che ricomincia ogni fase della sua vita, se capisce cosa intendo. È là che ha emesso il suo primo vagito, credo verso la metà del Diciannovesimo secolo, per poi trarvi l’ultimo respiro trent’anni dopo. Spero di poterle dire qualcosa di più al mio ritorno. Arrivederci, Joseph.

— Cosa? Ehi, aspetti un attimo! Non vorrà mica partire così? — scattò Joe, per tacere subito dopo. In nessun modo poteva proibire qualcosa a Strangeway, ed era meglio non dargli neppure l’impressione che ci stesse provando. — Che… che cosa crede che succederà qui stanotte? — domandò infine, un po’ affannato.

Strangeway rispose con un’alzata di spalle, come se non considerasse affatto la risposta di capitale importanza. — Nulla che non potrete risolvere da voi — disse, per poi aggiungere con un gesto annoiato: — Comunque posso garantirle che nessuno dei due presenti nella casa è un nosferatu. Immagino se ne sia già reso conto.

Joe annuì. — Già, ma si direbbe che il vecchio Tyrrel lo sia, e anche pieno d’odio — affermò, e fischiando silenziosamente tra i denti cercò di valutare le implicazioni di quell’odio. Ma non fu affatto sicuro di riuscire a valutarle tutte.

Il suo compagno annuì. — Tuttavia non credo che abbia intenzione di visitare la casa stanotte. Finora ha deliberatamente evitato il contatto con la moglie. In ogni caso, quando tornerò dall’Inghilterra vedrò di parlarle.

Ma Joe sembrava restio a lasciarlo andare. — Lei crede che la giovane Cathy sia diventata vittima del suo prozio? Un prozio per adozione: una parentela piuttosto vaga.

L’altro emise un sottile sibilo vagamente da rettile. — Temo in effetti che la ragazza sia una vittima. Ma non ho idea per quali circostanze.

— E lui l’avrà… diventerà un vampiro anche lei?

Strangeway scosse la testa. — Quando la troveremo sapremo cosa e com’è diventata. E… Joseph?

— Cosa?

— Sento che, da qualche parte, non lontano da dove ci troviamo, vi è una presenza ancora più interessante dello stesso Edgar Tyrrel, una strana entità che aspetta solo di venire scoperta. In ogni caso i miei istinti mi dicono che questo caso va preso con molta cautela, molta prudenza. La nostra azione dev’essere sottile, Joseph!

E con queste parole Strangeway si voltò per andarsene. Si allontanò meditabondo per qualche metro e poi si fermò, come colpito da un improvviso pensiero. — Joseph — chiamò. — Ricordi: il mio non è un abbandono.

Joe corrugò le sopracciglia. — Non ho mai pensato che lo fosse — replicò pensieroso. — Comunque, lei mi lascia in una dannata ignoranza riguardo a questa storia.

Strangeway sospirò con aria rassegnata. — Purtroppo non posso farci nulla, dato che mi trovo a mia volta in questa condizione. Ma vedrà che non succederà niente qui stanotte, voglio dire niente che sfugga alla normale comprensione umana. Le consiglio di esercitare la massima prudenza e di limitare le sue azioni fino al mio ritorno: se tutto va bene, sarò qui tra un paio di giorni. Nel frattempo non agisca in modo avventato: in particolare le raccomando di non cercare in alcun modo di trovare l’accesso al territorio di quel particolare vampiro. Non che la ritenga tanto imprudente, Joseph, e d’altro canto l’accesso non è certo facile da trovare, tuttavia…

Joe annuì. Poi sbatté più volte gli occhi. Il sentiero davanti a lui era improvvisamente sgombro da qualsiasi presenza, e nulla aveva a che fare quella sparizione con i fluttuanti banchi di nebbia e la nera tenebra del canyon. Ormai aveva visto un nosferatu andare e venire in quel modo tante di quelle volte da non sorprendersi più, ma anche così era sempre un certo shock.

Intanto nella casa, Maria raccontava con sincerità alla signora Tyrrel quanto le piacesse quel luogo, quella casa tanto vecchia, e quanto doveva ritenersi fortunata per avere la possibilità di viverci a piacere.

La vecchia Sarah sorrise con comprensione e ringraziò Maria, ma era evidente che non concordava completamente con lei, anche se ammise che la casa era molto bella. Edgar aveva lavorato molto duramente per costruirla lì.

— Ogni stanza ha il suo camino. Sono l’unico mezzo per scaldarsi. La direzione del parco ha cambiato poche cose. Sono stati loro a costruire il bagno e le tubazioni, qualche decennio fa.

La signora Tyrrel disse poi che la maggior parte dei mobili risaliva agli anni Trenta. Le sedie, il tavolo e le panche avevano un valore notevole, perché Edgar Tyrrel li aveva costruiti con le sue mani.

Uno o due minuti dopo la sparizione del suo straordinario collega, con tutta probabilità già sulla strada per l’Inghilterra con un mezzo di trasporto o l’altro, Joe si spostò con cautela verso il luogo dov’era appostato Bill Burdon per vedere come andava.

— Tutto sotto controllo, capo. L’ho sentita parlare a qualcuno proprio adesso.

— Strangeway. Ma se n’è andato.

Bill scosse la testa, impressionato. — Certo che sa come muoversi in silenzio.

Joe non fece commenti. — Ora torno nella casa. Tra un’ora manderò qualcuno a darle il cambio.

— Okay.

Muovendosi il più possibile in silenzio, Joe risalì il sentiero che conduceva alla casa. Aveva bisogno di altre informazioni, e Bill aveva dato prova fino a quel momento di essere un uomo posato e affidabile.

Quando fu sotto la casa mormorò qualcosa alla radio. Un attimo più tardi raggiunse la scala e guardò in alto, per vedere Maria che apriva la botola. Al piano sopra di lei, una porta socchiusa lasciava filtrare uno spiraglio di luce appena sufficiente a consentirgli di salire in sicurezza.

— Ci sono novità? — le chiese non appena lei ebbe abbassato la botola e tirato il chiavistello.

— Solo che questa casa contiene un migliaio di fossili e un milione di punte di freccia indiane e altre cose. Se uno la guarda da vicino si accorge che è proprio un museo, anche se non credo che qualcuna delle cose lasciate qui abbia qualche valore.

— È tutta roba qui da decenni.

— Joe?

— Che c’è?

Maria si guardò attorno, come per accertarsi che fossero soli. — Riguarda suo cognato.

— Mio cognato? Be’, sentiamo.

— Ho notato che gli mancano entrambi i mignoli.

— Lei è molto osservatrice.

— Be’, naturalmente non sono affari miei, ma mi chiedevo come sia successo.

Joe lanciò alla giovane donna un’occhiata pensierosa quanto aperta. — Un vampiro glieli ha strappati — le disse infine — quando aveva sedici anni.

Le labbra di Maria si curvarono leggermente. — Okay, capo, stavo solo chiedendo. L’avevo detto che non erano affari miei.