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Sbalordito, riprese a salire.

Solo per ricevere un nuovo shock due minuti dopo vedendo, praticamente alla sua altezza, un altro animale totalmente inaspettato. Con molta flemma lo strano dromedario gli ritornò l’occhiata più allibita che Bill avesse mai lanciato a qualcosa in vita sua. Poi, ruminando, l’animale si mosse e se ne andò.

E fu allora, mentre cercava di capire cosa mai era accaduto per farlo impazzire così e dava inconsciamente per scontato di essere solo in quel luogo desolato, che superò un piccolo avvallamento del terreno e si ritrovò a guardare una ragazza seduta davanti a una tenda con lo sguardo perso nelle profondità del canyon.

Accanto a lei ardeva un piccolo fuoco da campo, e sembrava chiaro che si trovasse lì accampata da qualche tempo. Un poco oltre si apriva una piccola grotta, grande abbastanza da dare rifugio a una singola persona rannicchiata e il cui ingresso era guardato dal fuoco.

La ragazza vestiva esattamente come qualunque giovane campeggiatore nel mondo in cui Bill cercava tanto faticosamente di tornare. La giacca e la sciarpa corrispondevano alla descrizione dei vestiti indossati da Cathy Brainard il giorno della sua scomparsa. Il vento giocava con i suoi lunghi capelli neri mentre sedeva immobile dando le spalle a Bill, e qualcosa nel suo atteggiamento lasciava capire che stava piangendo o che aveva pianto molto di recente.

Bill sfregò volontariamente la roccia con uno dei suoi stivali e la ragazza si voltò di scatto. Occhi grigio-azzurri pieni di… paura? rabbia? sorpresa? lo scrutarono da capo a piedi.

— Non aver paura — disse lui. — Va tutto bene, Cathy. Finalmente ti ho trovata!

8

Lasciando la grotta con Jake, Camilla cercò di apparire complice e conciliante, ma Jake non era più disposto a farsi menare per il naso.

— Dov’è adesso, e quando tornerà?

Camilla sospirò. — Adesso sta dormendo, te l’ho detto. Lo rivedremo quando sarà buio, forse un po’ prima.

— Lo so che l’hai già detto, ma dove dorme?

— Non credo proprio che ora sia il momento giusto per…

— Dov’è?

Camilla si arrese. — C’è una grotta più piccola sull’altro versante di questa collina.

— Bene. Fammela vedere.

Sospirando, la ragazza si avviò prendendolo per mano. Come un bambino preso per mano dalla sorella maggiore, si disse Jake. Senza fretta lo condusse al di là del torrente e poi della collina.

Una volta raggiunta la grotta in cui si supponeva dormisse Tyrrel, lei gliela indicò e lui restò in silenzio a contemplarla. Poi il suo sguardo si spostò su Camilla. Sembrava perfettamente seria. Jake sentì rizzarsi i peli della nuca. Una faccenda davvero terribile, ma doveva pur affrontarla: sembrava proprio che Camilla fosse ancora più folle del vecchio scultore.

La piccola grotta da lei indicata era senza dubbio abbastanza spaziosa da ospitare un uomo, ma l’ingresso era completamente bloccato da una grande lastra di roccia calcarea pesante molte tonnellate. Un gatto sarebbe forse riuscito a passare nell’interstizio tra la lastra e la parete, ma era ovvio che nessun essere umano poteva sperare di farcela.

Jake parlò con voce calma e ragionevole. — Nessuno potrebbe mai entrare e uscire da quella piccola fessura, Camilla. Io non riuscirei neppure a infilarci un piede. Sei certa di quello che dici?

Per nulla scossa, Camilla replicò: — So che sembra impossibile, ma lui è là che dorme adesso. Credimi. Quella piccola fessura gli basta per entrare e uscire, ma solo quando è buio. Lui… lui riesce a cambiare forma. L’ho visto con i miei occhi. Questo solo di notte: di giorno deve dormire.

— Ah, che sciocchezze. Ci sarà un altro ingresso.

— No. Jake, parlo sul serio. Lui entra ed esce da lì.

Il giovane la guardò per un attimo, pensieroso. Poi le chiese: — Dimmi di nuovo, Camilla: da quanto sei qui con quel vecchio pazzoide?

Lei deglutì. — Ho perso il conto. Credo però che sia da più di un anno.

— E sei rimasta sempre qui in questo periodo? Non sei mai stata in nessun altro posto?

Cominciando a piangere, lei scosse la testa. — Capisco che sembra una follia. Io non so più cosa dire o fare. Ma non sono impazzita, Jake, non ancora. Ti sto dicendo la verità! Aspetta e vedrai!

Certo che il modo in cui Camilla gli parlava in quel momento contribuiva ben poco a fargli cambiare idea.

— Non sono impazzita — ripeté lei più che altro a se stessa, come se potesse leggergli nel pensiero. — Sei tu piuttosto quello che agisce in modo strano. Continui a dire che vuoi tornare al tuo maledetto campo quando hai capito benissimo che è impossibile!

Jake deglutì. Sul momento non trovò risposta.

Camilla continuò a incalzarlo. — Edgar ha ragione. Tu resterai qui. — E questa non era certo una domanda. — Perché non hai scelta. Finirai come me. Ma forse in due possiamo fare qualcosa.

Jake rispose con una parola sconcia.

— Tesoro, hai cercato di andartene più volte e hai visto anche tu come funziona. Adesso hai finalmente capito che non è quello il modo giusto. Ho forse torto?

Di nuovo Jake non rispose.

Molto in fondo sapeva che lei aveva ragione. Era una follia, certo, ma aveva ragione. E la faccenda generava in lui sentimenti contrastanti. Nonostante la sua collera, l’idea di restare lì a lavorare risultava addirittura interessante in qualche folle modo. Dividere ogni notte lo stesso letto con Camilla faceva parte del compenso: già questo quasi bastava. Ma essere libero di andarsene con qualche soldo era troppo importante.

Rompendo un lungo silenzio le disse: — Dici che Tyrrel dorme tutto il giorno.

— Esatto.

— Dormiva anche i giorni in cui sei scesa fin quasi al fiume con pennelli e cavalletto, i giorni in cui ci siamo visti? Dormiva in quel buco anche allora?

Camilla esitò brevemente.

— Sì.

— Ma questo ti lasciava la possibilità di andartene, no? Perché allora sei rimasta seduta su un sasso a dipingere come se nulla fosse? Perché non sei venuta via con me? La strada era aperta in quei giorni, oppure no?

La risposta di Camilla fu molto calma e giunse con deprimente prontezza. — No, Jake, la strada non era aperta. Tu potevi entrare, ma io non sarei mai potuta uscire.

— Non capisco.

Lei replicò con un gesto d’impotenza. — Le cose stanno così. Solo Edgar può aprire certe porte che per gli altri sono sempre chiuse. E lui ha aperto una porta per te.

— Vuoi dire che sapeva che stavo arrivando? E anche tu?

— Come potevamo mai saperlo? Forse tu sapevi come sarebbe andata a finire quando hai risalito per la prima volta il torrente? No, semplicemente Edgar ha lasciato una porta aperta in modo che qualcuno potesse entrare. E sei entrato tu.

Jake dovette ammettere che il giorno in cui aveva incontrato Camilla per la prima volta aveva disceso il fiume verso sud per pura e semplice coincidenza. — Ieri però sapevi che stavo arrivando.

— Certo. Tu avevi detto che saresti tornato domenica.

— E anche Edgar lo sapeva.

— Io… ho dovuto dirgli dei nostri incontri, Jake.

— Si è arrabbiato?

— Per nulla. Ha bisogno di qualcuno che lavori per lui. E comunque non gli importa se io ho un amico: basta che faccia sempre quello che mi dice.