Jake si rialzò faticosamente in piedi, massaggiandosi un polso slogato ma non lussato. La forza di quel vecchio era semplicemente disumana.
Il vecchio aspettò, pronto a rintuzzare un’eventuale seconda reazione di Jake. Ma il giovane aveva abbandonato ogni velleità, almeno in quel momento. Quando fu abbastanza vicino, Tyrrel gli disse: — Se vuoi continuare a vivere, devi lavorare. Hai avuto un giorno intero per abituarti all’idea. Adesso vieni con me.
Jake si rese perfettamente conto dello sguardo pieno di paura di Camilla, che osservava la scena da una certa distanza. Ma adesso non poteva fermarsi a parlarle. Doveva seguire il suo nuovo padrone.
9
Sorpresa per quelle parole, la ragazza seduta presso il fuoco volse la testa. Lentamente si alzò in piedi, guardando Bill con diffidenza. Appena oltre la modesta terrazza dove aveva piantato la tenda si apriva un profondo baratro: forse aveva paura di lui, ma non poteva fuggire da nessuna parte.
In ogni caso sembrava più sorpresa che spaventata. Dopo un attimo di stupore, replicò a Bilclass="underline" — E lei chi è? Cosa fa qui?
Facendo del suo meglio per non sembrare minaccioso, Bill le parlò con gentilezza. — Mi hanno mandato tua zia Sarah e tuo padre. Entrambi mi hanno chiesto… ci hanno chiesto di ritrovarti.
— Vi hanno chiesto?
— Sì. Sono un investigatore privato. I miei colleghi sono a casa di tua zia.
— Mio padre… — disse Cathy. Pronunciò quelle due parole caricandole con un velo di tristezza che Bill non provò neppure a decifrare.
Di conseguenza disse, più confidenzialmente: — Be’, se non ci vai d’accordo ti capisco in pieno, ma ti posso garantire che sembrava davvero preoccupato per te.
Cathy tacque per qualche secondo, forse per rimuginare bene su quell’affermazione. Poi chiese:
— Come faccio a sapere che lei dice la verità?
Bill arretrò di un passo, continuando a fare di tutto per sembrare affidabile, ma restando pronto a scattare se il riluttante oggetto della sua ricerca, tanto fortunosamente ritrovato, avesse cercato di scappare girandogli attorno. — È vero, non mi conosci — replicò.
— Sono solo un detective privato, ma sto dalla tua parte. Il mio nome è Bill Burdon. Posso mostrarti il tesserino, se non mi credi.
Cathy ci pensò sopra, per poi rompere in una nervosa risatina.
— Non sono molto certa che quel pezzo di plastica possa dirmi granché.
— E va bene. Sai, è la prassi. Ma dimmi un po’, hai intenzione di cucinare qualcosa su quel fuoco?
Di nuovo lei ci pensò sopra per poi ridere ancora, stavolta divertita. — Non lo so. Perché, ha fame?
— Direi proprio di sì, accidenti. Sono rimasto in giro tutta la notte, e avevo solo qualche cioccolatino da mangiare.
— In giro tutta la notte a cercarmi?
— Lo so che sembra stupido, ma ti confesso che l’intenzione originale non era quella — replicò Bill contemplando nel frattempo lo spettacolare panorama.
Un attimo più tardi vide che Cathy stava quasi sorridendogli. Sempre più divertita, lei chiese: — Non mi dirà che si è perso?
— Perso io? Impossibile. Un detective non si perde mai. Tuttavia, che io sia dannato se ho mai visto l’intero altopiano sparire così con tutto quello che c’era sopra! — esclamò Bill indicando le lontane pareti del canyon.
Con sua sorpresa, Cathy non rise. E neppure rispose direttamente. — Okay, sta venendo fame anche a me — affermò invece. — Le va bene qualche intruglio liofilizzato per colazione? C’è una sorgente molto comoda a cinque minuti da qui.
Accompagnandola alla sorgente per prendere l’acqua con un pentolino di alluminio dai manici ricurvi, Bill esaminò rapidamente l’accampamento e le immediate vicinanze. Non sembrava affatto che si trovasse lì da un mese: forse si era spostata in quel periodo. In ogni caso, decise di non menzionare la cosa in quel momento. — Sei sistemata bene. Vedo che ci sai fare con queste cose.
— Grazie.
— E quanto hai intenzione di restare qui?
— Non ho ancora deciso fino a quando. Lo riferisca pure a chiunque sia interessato.
— Cathy, tuo padre è molto preoccupato per te. E ancora di più lo è tua zia Sarah.
— Davvero? — replicò lei con sarcasmo, per poi chiedere con insolita curiosità: — Ma come ha fatto ad arrivare qui e a trovarmi?
— Be’, tutto è cominciato con un po’ di movimento a casa di tua zia la scorsa notte. Due persone hanno cercato di entrare, e io mi sono lanciato al loro inseguimento giù per il canyon.
Questo attrasse immediatamente l’attenzione di Cathy. — Chi erano?
— Non sono riuscito a capirlo. Correvano come dei dannati e non li ho visti da vicino.
Lei si rilassò un poco. — Meglio per lei — commentò.
Tornati alla tenda con il pentolino pieno d’acqua, Cathy lo sistemò per bene sul fuoco e frugò nello zaino in cerca di una busta di cibo liofilizzato. — Le è andata bene, sa? — ribadì.
— Perché?
Lei rispose con un’alzata di spalle.
Per la mezz’ora successiva parlarono soprattutto di campeggio, spinti da necessità pratiche quali attizzare il fuoco e preparare la colazione. Alla fine ne uscì una sorta di minestra buona quanto ci si poteva aspettare.
Una volta finito di mangiare, Bill disse casualmente: — Ora sto davvero meglio. Allora, cosa facciamo? Smontiamo tutto e andiamo a casa?
Cathy gettò un altro legno nel fuoco e scosse la testa. — No, io resto. Non ho alcuna fretta di tornare a casa. Voglio stare ancora un po’ da sola e pensare bene a certe faccende.
— I tuoi sono davvero preoccupati, sai? Manchi da un intero mese, dopotutto.
:- Oh Dio mio! — fece lei, portandosi una mano alla bocca e guardandolo con grandi occhi. — Un mese? Ma certo… come ho fatto a non pensarci?
La sua sorpresa pareva tanto autentica che Bill la guardò a sua volta incuriosito. — Perché, quanto tempo credevi fosse passato?
Intenta a ripulire il pentolino con acqua e sabbia, Cathy si limitò a scuotere la testa.
Bill insistette. — Non sarebbe male se tornassi indietro con me, sai? Okay, mi pare di capire che non consideri più quella casa un posto piacevole dove stare, e mi dispiace. Tuttavia, perché non mi fai questo favore? Fatti vedere solo oggi giusto per dimostrare che il caso è chiuso e che io mi sono guadagnato la mia paga. Poi potrai tornare a campeggiare dove vuoi senza lasciare nessuno in pena.
— I miei… — disse lei. E improvvisamente andò in collera. Si guardò nervosamente attorno come se cercasse qualcosa da tirargli.
— Almeno dimmi perché non vuoi tornare. Ti ripeto che tuo padre è davvero preoccupato.
Lei lo guardò sbattendo le palpebre. — Davvero? — fece, suonando totalmente scettica e genuinamente arrabbiata. — Che ne sa lei di mio padre? Crede forse che quel… quel… — Ciò che la faceva arrabbiare la lasciava ora senza parole.
— Lo conosco appena — si giustificò Bill. — Posso solo dirti l’impressione che mi ha fatto. Ti garantisco però che tua zia Sarah è davvero preoccupata.
Sotto sotto credette di vedere Cathy addolcirsi un poco al pensiero di sua zia. Tuttavia non diede il minimo segno di voler cambiare idea.
— E va bene. Non ho certamente alcuna intenzione di portarti via di forza.
— Lo spero bene!
— È ora di andare, allora. Dirò loro che sei sana e salva e che sei qui per tua libera scelta.
— Sì. Dica loro che sto bene. Ma… Bill, è sicuro di trovare la via del ritorno? — chiese Cathy. L’ombra fugace di un maligno sorriso le accese per un istante lo sguardo. — Se vuole l’accompagno per un pezzo di strada. Con me riuscirà a uscire dal canyon.