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— Ciao — disse Jake, constatando con una qualche sorpresa che la sua voce suonava timida come non mai, come se fosse la prima volta che la incontrava. E pensare che la scorsa settimana si erano anche baciati… un singolo bacio gentile, giunto al momento di lasciarsi.

— Ciao, Jake — replicò Camilla con la voce calda e profonda che tanto lo aveva colpito per la sua incongruità, una voce simile in tutto e per tutto a quella di Mae West. Era più piccola di lui di una ventina di centimetri e… be’, aveva il corpo più bello che riuscisse a immaginare.

Con tono suadente, lei aggiunse: — Avevo una paura di non vederti arrivare…

— E invece eccomi qui. Io mantengo sempre le mie promesse. Piuttosto, avevo paura che tu non venissi.

— Anch’io mantengo le mie promesse — fu la replica, seguita da una breve pausa. Quegli occhiali scuri rendevano difficile capire a cosa pensasse. — Allora? — fece lei. — Non sei contento al punto di baciarmi?

C’era qualcosa di diverso in lei quella volta, come se avesse preso un’importante decisione dopo una lunga incertezza. Il bacio fu proprio come Jake aveva fantasticato, sperato, pregato per tutta quella lunga settimana. Dieci secondi dopo, la mano di Jake si mosse in cerca del suo seno.

Lei lo lasciò fare fino a fargli capire che sotto quella camicetta non c’erano indumenti, ma solo pelle e calore. Poi il bacio s’interruppe e lei lo allontanò bruscamente. La reazione non fu affatto rabbiosa, ma solo ferma e inappellabile.

— No, Jake, no.

Jake tirò un lungo sospiro e si guardò intorno. Si mosse tanto da compiere un giro completo con la testa. Aveva l’improvvisa sensazione che ogni animale, ogni pianta e ogni roccia del canyon stessero spiandoli.

Infine il suo sguardo tornò a Camilla. — E perché no? — chiese, con un tono rude del tutto involontario.

Lei scosse il capo, muovendo qua e là i suoi lunghi capelli rossi.

— È troppo presto.

— E allora quando?

— Forse quando ti conoscerò meglio — replicò Camilla — E tu non vuoi saperne di più su di me? Non conosci neppure il mio nome per intero.

— Non importano i nomi. Camilla va benissimo, ma se vuoi dimmi pure il tuo nome per intero.

Lei restò silenziosa. Arrabbiata, forse, ma non con lui. E sempre in pieno controllo di se stessa, di lui, della situazione. — Hai ragione, i nomi non importano. Jake, quello che voglio dire è che prima devo decidere se fidarmi di te. Fidarmi fino in fondo, ecco.

— Fidarti fino in fondo? Cosa significa?

— Debbo sapere se posso contare su di te. Sei disposto a correre qualche rischio per avermi? È importante per me.

Jake cercò di pensare, ma l’unica conclusione a cui poté arrivare sul momento era che si trattava dell’allusione a un matrimonio più strana e tortuosa che avesse mai sentito. Non sembrava, in effetti, ma di che altro poteva trattarsi? Per cui decise semplicemente di tacere, cercando di indovinare senza molto successo l’espressione di lei sotto gli occhiali scuri.

Infine disse, incerto un po’ su tutto: — Ti ho già parlato di me e della mia situazione. Se avessi un lavoro vero o dei soldi non sarei certo qui a sgobbare!

— Lo so. Capisco benissimo cosa intendi. Anch’io non sarei qui se avessi avuto dei soldi un anno e mezzo fa — rispose lei fermandosi a pensare alla sua situazione, ancora misteriosa per Jake. — Non è questo che intendo, non ti sto chiedendo se hai dei soldi.

— E cosa, allora?

— Quello che voglio sapere, Jake, è se sei disposto ad aiutarmi. Se ti chiedessi di fare qualcosa di rischioso lo faresti? Non dire subito di sì. Pensaci bene e con calma.

Lui non ci pensò più di tanto. — Se posso lo farò. E comunque mi romperei l’osso del collo piuttosto che mollare.

Camilla parve rimuginare in silenzio su tutta una serie di possibili obiezioni.

— Va bene — disse infine. Era come se parlasse a se stessa, anche se gli occhiali scuri erano rivolti verso di lui. — Oh, Jake — sussurrò, cominciando a sbottonarsi lentamente la camicia.

Venti minuti più tardi, sdraiato nudo, accanto a quella donna che conosceva appena, su un banco di soffice sabbia all’ombra della parete occidentale del canyon, Jake disse pigramente: — Proprio non capisco, ecco tutto. Perché una ragazza come te, bella e intelligente, vuole legarsi a uno come me?

I loro vestiti erano sparpagliati tutt’intorno. Insieme al resto, Camilla si era tolta anche gli occhiali scuri rivelando due splendidi occhi verdi, ma ora il suo braccio si tese alla ricerca di quello che evidentemente era per lei il più importante degli indumenti.

Da dietro gli occhiali lei lo guardò con una strana espressione, poi disse: — Cosa c’è che non va in te? A me sembri perfetto. Ti ho spiegato ciò che volevo e tu hai risposto di sì, ecco tutto.

Jake la carezzò con mano vagamente possessiva, lasciandola correre tra le costole e giù sulle natiche. Era di gran lunga la donna più bella e sensuale tra quelle che aveva convinto a fare l’amore con lui.

Tuttavia replicò: — Non mi hai spiegato nulla, finora. Adesso è arrivato il momento di farlo.

All’improvviso lei divenne teneramente incerta. — Oh, Jake. Non so neppure da dove posso cominciare.

— Che ne dici di cominciare a dirmi dove abiti? La scorsa settimana non hai voluto farlo.

Camilla esitò, poi indicò con la mano un punto delle alte pareti rocciose. — In questo periodo vivo qui, in questo canyon… un po’ più sopra.

Jake si appoggiò a un gomito, socchiudendo gli occhi per veder bene nella forte luce solare. Nessun segno di abitazioni. — Vuoi dire sull’altopiano?

— No, non così lontano. Pochi minuti di cammino lungo questo canyon, forse un mezzo miglio.

— Accidenti! Ma l’altopiano è molto lontano da qui e io non ho mai sentito di gente che vive nel canyon… tranne noi, poveri pezzenti giù al campo. E vivi con i tuoi genitori?

Questo strappò un sorriso a Camilla. — Oh, no! Da dove ti viene questa idea?

— Un sacco di ragazze vivono con i loro genitori. Ehi, non sarai sposata, spero.

— No.

In qualche modo rassicurato, Jake pensò pigramente a cos’altro chiedere mentre stendeva la grande mano callosa e bruciata dal sole verso Camilla. Stavolta la toccò solo con l’indice, lasciandolo scorrere lungo quel candido, morbido, meraviglioso ventre che subito si contrasse per il solletico. Era così liscio!

— Hai una sigaretta? — chiese lei con improvviso, entusiasta desiderio.

— La povertà mi ha fatto perdere il vizio.

Quello che la tormentava non le consentì di perdersi a lungo dietro una sigaretta. Presto Jake dovette rispondere a una nuova domanda.

— Se fossi stata sposata non mi avresti più aiutata? Non che lo sia, ma vorrei saperlo.

— Ti avrei aiutata comunque. Ma certo, cosa credi?

Camilla accolse questa risposta con un lungo silenzio lasciandosi solleticare il ventre.

— Insomma, non sei sposata. Allora vivi sola.

Camilla tirò un lungo respiro.

— No, non esattamente.

Cominciavo a pensare qualcosa del genere, si disse Jake. Altrimenti la faccenda sarebbe stata troppo semplice. Intanto la sua mano destra si faceva sempre più ardita, visto che le veniva consentito di esplorare ogni piega del corpo di Camilla. Ogni piega. Fantastico.

Quando Camilla parlò nuovamente, sembrò in procinto di dire qualcosa di tanto importante da richiedere a Jake la sua piena attenzione. Di conseguenza, tese per prima cosa la mano bloccando le dita indiscrete di Jake in una stretta incredibilmente forte. Poi da dietro gli occhiali scuri gli chiese: