Sarah annuì lentamente. — È possibile — disse. Ora sì che sembrava spaventata.
— Si rassicuri, Sarah: non intendo farle alcun male — affermò Strangeway con un tranquillizzante sorriso, riducendo senza fretta la distanza che li separava. Mosse pochi passi e si guardò attorno con attenzione studiando le immediate vicinanze, il bosco che una volta era una radura.
Poi disse: — Ho visitato il cimitero vicino al centro commerciale. Tutti coloro che vi giacciono riposano in pace. Solo ora scopro che qui vi è altra terra benedetta.
Dopo una pausa, Strangeway aggiunse: — Credo però che in questa vi sia solo una tomba.
— Sì. Per quanto ne so io ve n’è solo una: quella di mia figlia, morta da bambina. E io… io non ricordo più dove… — Lacrime amare presero a scendere dagli stanchi occhi di Sarah.
— Mi consenta di aiutarla.
— Le sarei… molto grata.
In assoluto silenzio Sarah osservò il visitatore muoversi in giro, fermandosi ogni due o tre passi per esaminare attentamente il terreno innevato. Una o due volte Strangeway inclinò la testa di lato, come per ascoltare qualcosa.
Finalmente indicò un punto.
La madre si avvicinò a lui e guardò il punto indicato, poi alzò la testa e si guardò attorno. — Sì — disse poi. — Sì, è qui.
Dopo un breve silenzio, Strangeway parlò. — Anch’io so cosa significhi la morte di un figlio.
— Davvero?
L’uomo annuì distrattamente. D’istinto alzò lo sguardo verso il cielo annuvolato, per abbassarlo subito dopo e ripararsi col cappello, poiché il sole aveva per un attimo minacciato di apparire. Un soffio di vento fischiò tra i pini, e una ghiandaia lanciò un richiamo che parve l’urlo di uno spettro tormentato dalla fame.
Trascorsero diversi minuti di silenzio mentre Sarah pregava sulla tomba della figlia. Quando terminò, Strangeway disse: — Quando un giorno, nella Sua saggezza, il Signore degnerà anche me del privilegio di una tomba permanente, vorrei venire sepolto in un luogo così.
Sarah lo guardò di nuovo con occhi lucidi. Stavolta vide qualcosa che le offrì rassicurazione, almeno sul momento. Subito dopo replicò: — Penso che Edgar si aspettasse di ricevere un giorno la sua visita, o quella di qualcuno come lei.
— Davvero? E perché?
— Non l’ho mai saputo. Forse aveva infranto qualche vostra legge, e la sua…
— Da ciò che ho scoperto finora su suo marito, Sarah, posso dire che ha degli ottimi motivi per temere le nostre leggi. Noi non uccidiamo senza giusto motivo, e aborriamo la riduzione in schiavitù di coloro che respirano. E non rubiamo senza esservi costretti, un crimine banale che trovo però molto irritante.
Sarah guardò lontano, oltre il canyon. — Non intendo certamente scusare Edgar — disse infine. — Ha scelto la sua vita come tutti noi. E come tutti dovrà accettarne le conseguenze. Tuttavia spero ancora…
Passò quasi mezzo minuto prima che Drakulya le domandasse dolcemente: — In cosa spera, Sarah?
Lo sguardo dell’anziana donna tornò al piccolo sepolcro innevato. — Io… io vorrei dei fiori per decorare la tomba di mia figlia.
Il visitatore reagì con un leggero inchino. — Mi faccia vedere cosa posso fare.
Non dovette andare lontano e non trovò alcuna difficoltà nel localizzare su una vicina quercia diverse specie di vischio che crescevano abbastanza basse da venir facilmente raggiunte. Il vischio, è una pianta parassita che matura in inverno: i suoi grappoli di decorative bacche bianche avrebbero ben servito allo scopo. Senza sforzo l’aveva trovato e senza sforzo strappò qualche rametto che portò alla madre ancora in lutto.
Abbassandosi con qualche difficoltà su un ginocchio solo, Sarah sistemò la semplice offerta sulla tomba altrimenti completamente anonima.
Un braccio incredibilmente forte era pronto per aiutarla ad alzarsi. Lei accettò l’aiuto.
— E ora — disse Strangeway — mi vuole raccontare com’è morta sua figlia?
Si trattava di un ricordo terribile per Sarah, ma infine riuscì a raccontarlo.
— Quindi lei non è sicura che la bambina sia morta per colpa di suo marito?
— No, non lo sono. E non potrò mai esserlo. Ma il dubbio… non potevo più restare con lui. Dovevo pensare a salvare l’altra mia bambina.
— Capisco.
In tacito accordo avevano deciso di allontanarsi dalla piccola tomba, dirigendosi lentamente verso il paese e la gente.
— Lei adesso lavora con il signor Keogh?
— Sono un suo collega, certo.
— Adesso comincio a capire come si aspetta di potermi aiutare.
Pochi minuti dopo, Sarah e il vampiro detective parlavano pacatamente tra le mura di casa Tyrrel. E una volta attizzate le braci nel camino fino a riaccendere un caldo fuocherello, Sarah poté riscaldarsi e provare di nuovo una sensazione di caldo benessere. Per il momento, la casa era tutta per loro.
Ma nonostante sapesse di poter parlare più liberamente adesso, la sua mente era tutto meno che tranquilla. — Edgar era un uomo eccezionale, e io l’ho amato come nessun altro. Ma poi sono arrivata a temerlo, anzi, ad averne una paura terribile… una paura che talvolta provo ancora, anche se le confesso che il mio amore per lui non si è ancora del tutto spento.
— Ha parlato con Edgar recentemente?
— Solo qualche istante, l’altra notte alla casa. Nulla che si potesse definire parlare, in effetti. Ci siamo solo scambiati insulti e occhiate piene d’odio — replicò l’anziana donna con voce vagamente esitante. Tuttavia Strangeway pensò che dicesse il vero. Non poteva esserne assolutamente certo, però: anche dopo cinquecento anni risultava difficile distinguere il vero dal falso.
Sarah lo pregò di fare tutto il possibile per aiutare Cathy. — Mi appello a lei in quanto gentiluomo. La mia Cathy è ancora dispersa e io sono enormemente preoccupata, nonostante ciò che mi ha detto quel suo giovane collega.
— Se me lo chiede in questo modo, allora dovrò dedicarmi interamente alla faccenda — rispose Strangeway posando una mano rassicurante e leggera sulla spalla dell’anziana donna. — C’è qualcos’altro che vuole chiedermi?
— Sì, signor Strangeway, poiché vedo che lei è tanto gentiluomo da poterlo chiedere. Vede, mio nipote è in grossi guai. Vorrei che lei lo proteggesse dalle conseguenze della sua follia. Lui è uno sciocco in molti modi, ma non è un uomo cattivo ed è il solo padre che Cathy abbia mai davvero conosciuto.
Strangeway si accigliò.
— Perlomeno… se le è possibile… può proteggerlo da quei gangster fino a quando resterà qui?
— Non posso prometterle niente, Sarah. Vede, certe faccende…
— La prego.
— E va bene. Farò ciò che posso.
— La ringrazio. Lei è un gentiluomo come pochi.
14
Il giorno dopo, Jake si prese la mattina libera dal lavoro, senza permesso.
Trascinandosi dietro una stordita e rassegnata Camilla, che indossava il cappello e gli occhiali da sole, cercò un posto abbastanza lontano dalla casa per parlare con tutta sicurezza almeno alla luce del giorno. E quindi i due presero a scendere il piccolo canyon, con Jake davanti che lanciava occhiate a destra e a sinistra, fino a quando Camilla gli chiese cosa stesse cercando.
— Il posto dove tu dipingevi, e dove ci siamo incontrati.
Lei scosse lentamente la testa. — Non so se possiamo ritrovarlo, Jake. E anche se lo ritrovassimo, a che servirebbe? Perché lo stai cercando?
— Perché voglio ritrovarlo — replicò Jake con un sospiro. — Sento che è l’unico posto dove possiamo parlare in pace.