Stringendo in una ferrea morsa la nuca del secondo gangster e afferrando la colonna del volante con la mano libera, Drakulya cercò di unire i due corpi fisici esercitando una forza molto vicina al massimo possibile per un vampiro.
Ma una frazione di secondo dopo si ritrasse allibito, sibilando la sua irritazione perché quella seconda parte dell’esercizio andava rifatta. Il suo sforzo con la testa di Smith aveva sortito l’unico effetto di gonfiare un airbag lasciando il signor Smith non più che sconcertato, come se qualcuno gli avesse sparato con un fucile caricato a bigné. Smith cercò di agitare le braccia, emettendo un rantolo da coniglio che un eventuale spettatore avrebbe trovato decisamente comico.
La mano di Drakulya, comunque, continuava a stringere la nuca del gangster.
Intenzionato a chiudere al più presto quella sgradevole vicenda, l’uomo con la barba ben curata recuperò il suo aplomb con considerevole prontezza per un vampiro della sua età. L’airbag si era già sgonfiato, e un secondo tentativo sortì gli effetti desiderati.
Anche se praticamente incolume, Brainard ebbe bisogno di una mano per uscire dal veicolo.
— Grazie. Come potrò mai sdebitarmi con lei?
— Mi ha ringraziato. Questo è più che sufficiente.
— Dio mio! Non li ho visti tenere d’occhio l’albergo. Pensavo di avere una possibilità… lei capisce, adesso che Cathy è tornata non vorrei coinvolgerla nei miei guai.
Dopo aver consigliato al suo cliente di provare a mettere un po’ di neve fresca sulle bruciature del collo, Drakulya frugò rapidamente ma meticolosamente le tasche dei due gangster. Preston, disteso bocconi nella neve, respirava a fatica e il vampiro ritenne che quella condizione non sarebbe durata a lungo. In Smith era già passata. Drakulya frugò anche la loro macchina in cerca di qualcosa che potesse collegare quei due a Brainard.
Non trovò nulla di compromettente, ma s’impossessò di circa cinquemila dollari in contanti. Considerandoli un bottino di guerra, Drakulya li porse disordinatamente a Brainard intenzionato a mandarlo via.
— Alcuni di quei soldi sono miei. Me li hanno rubati proprio adesso.
— Bene, li prenda tutti allora — replicò il detective.
— Posso fare qualcosa per ripagarla del suo aiuto?
— Lei è molto gentile a insistere, ma no, grazie. Il tempo sta rapidamente peggiorando. Le consiglio di guidare con prudenza.
— Grazie — rispose Brainard massaggiandosi quasi allegramente il collo con altra neve fresca. — Dio mio, forse la fortuna sta tornando, finalmente!
Quando Drakulya tornò in albergo, Joe gli chiese se per caso avesse visto Brainard.
Lui annuì. — Sì, in effetti l’ho incontrato. Stava guidando pacificamente verso l’uscita principale del parco. Non dubito che si troverà già abbastanza lontano quando arriverà la nevicata.
— Ma… e i gangster che lo tenevano d’occhio?
— Oh, sono partiti anch’essi — replicò Drakulya guardandosi le unghie ben curate.
Joe lo guardò incuriosito. — Sempre dietro a Brainard?
— No. Hanno preso una direzione diversa. Ah, uomini avventati e negligenti! Non credo siano andati lontano. Le strade stanno diventando davvero scivolose! — fece, con un sospiro vagamente da rettile. — Per gente tanto improvvida, l’incidente è la regola!
— Ah — replicò Joe, pensando. Conosceva Strangeway da troppi anni ormai. — Ah — ripeté di nuovo dopo un attimo.
— Joseph?
— Sì?
— Che mi sa dire di questi palloni, questi aggeggi gonfiabili che escono dal volante in condizioni di emergenza?
— Cosa, gli airbag? Tutte le nuove macchine li adottano. Perché?
— Oh, nulla d’importante. Ora debbo riposare. Tutta questa attività diurna mi ha molto stancato, nonostante il cielo sia così meravigliosamente coperto. Tuttavia ora riesco a capire perché Edgar Tyrrel ha scelto di vivere in questo luogo nonostante sia tanto pericoloso per noi.
— E perché?
— Per il sole, Joseph. Io e i miei simili siamo molto attratti dal sole, dalla sua presenza, assenza e intensità.
— Credevo faceste di tutto per evitarlo, invece.
— Sì, questo è vero. Solo la massa di un intero pianeta può riparare del tutto un vampiro dalle emissioni nocive del sole. Tuttavia, è mia opinione che anche noi dipendiamo, per il nostro sviluppo, da qualche tipo di emissione solare ancora sconosciuta alla scienza.
“D’altro canto nessuno di noi ha difficoltà a credere che qualcosa di veramente strano accada quando la luce solare illumina, per la prima volta in miliardi di anni, la superficie recentemente frantumata di qualche profondissimo strato roccioso.
“Chi può dire, Joseph, cosa succede in quei momenti? Per molta gente nulla di speciale. D’altro canto la biologia ha visualizzato strani sviluppi, che mi vedono totalmente d’accordo.”
— E Tyrrel si muoveva in quest’ottica quando è venuto qui per la prima volta.
— Sono certo che non è venuto ad abitare qui, nel soleggiato West, semplicemente per una delle mille circostanze della vita: se era già un vampiro, doveva avere delle ragioni molto forti.
— Ragioni collegate a Darwin, intende dire?
— Alla vita, Joseph, collegate nientemeno che alla vita stessa.
16
Sdraiati uno accanto all’altra a letto, quasi completamente immobili, Jake e Camilla si tenevano per mano con la sinistra di lui che stringeva la destra di lei. Entrambi ascoltavano intensamente i rumori della notte del Canyon Profondo. Qualcosa che suonava quasi come un coyote ululava in distanza. Attraverso la finestra aperta echeggiava il rassicurante martellare del vecchio uomo, dimostrando che era al lavoro come al solito.
Sia Camilla che Jake si trovavano in uno stato di veglia assoluta, anche se erano passate delle ore dalle ultime, sussurrate parole. La notte era stata un inferno in cui dormire si era rivelato impossibile. Dormire era diventato una speranza ultimamente, poiché nessuno poteva più prevedere quando il loro demoniaco padrone sarebbe comparso all’improvviso nella stanza chiedendo il sangue, la vita di Camilla, di Jake o di entrambi.
Sia lui che lei erano molto vicini alla totale prostrazione fisica e mentale.
Jake aspettava solo il momento di ringraziare Dio per lo scorrere di una notte senza abusi. Naturalmente non un singolo orologio funzionava nella casa e fino al sorgere del sole i due giovani non potevano fare altro che convivere con la paura che il vampiro avesse in qualche modo scoperto il loro piano, col timore che il satanico Tyrrel stesse solo giocando con loro e che comparisse nella stanza più adirato che mai nell’ultima ora o addirittura nell’ultima mezz’ora della notte. Jake continuava a ripassare mentalmente ogni parola proferita da Tyrrel la sera prima, ogni cambiamento nell’espressione del suo volto. Poteva quel maledetto avere capito tutto?
Una delle finestre della casa dava a est. Jake giaceva sdraiato nel letto matrimoniale guardando i bordi delle tende, chiedendosi per molto tempo se il sole stesse finalmente sorgendo o se si trattasse semplicemente di falsa speranza. E quando fu certo di vedere il primo, fioco chiarore illuminare il cielo notturno mosse silenziosamente una mano e strinse il polso di Camilla. Grazie a Dio, finalmente, grazie a Dio.
Meno di cinque minuti dopo, il cupo martellare proveniente dalla grotta cessò. Quello indicava certamente l’inizio dell’alba.
A meno che non avesse smesso presto per ingannarli.
— Ascolta — sussurrò Camilla, intenta ad ascoltare ogni rumore con Jake.
— Sssh.