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<<Ma che dice?! Io non ho nulla di cui pentirmi...>>

<<L’avete sentito tutti? Costui vuole erigersi a essere immacolato! Ma come ti permetti? Strappa le bestemmie dalla tua bocca! Solo la Madonna è senza peccato! Costui è uno dei tanti giovani pervertiti che fornicano giorno e notte e si abbandonano in ogni momento in proterve pratiche di edonismo!>>

<<Si è vero, è vero...>>, gridavano tutti in coro.

<<...poi, concede il suo corpo nelle mani d’abili meretrici che lo plasmano, nei fumi dei piaceri carnali, ad immagine del demonio!>>

<<...sì, sì vergogna...>>

<<...e acquista riviste oscene dove donne e uomini senza Dio si lasciano andare in disgustosi amplessi non dediti alla procreazione!>>

<<Sì, è vero, è un maiale!>>

<<Guardate i suoi occhi! Sono pieni di perversione! Serrate in casa la virtù delle vostre figlie! Perché gente come costui le può avvicinare; le può in­durre con la falsità alla lussuria!!! Perché la sua lingua è ipocrita e menzo­gnera... perché essa è mossa da Satana in persona!>>

<<Sì, è vero! strappiamola! Sì, sì estirpiamo il peccato!>>

<<Ma che dite oooh? Lasciatemi in pace io voglio solo dormire...>>

Donna Valeria mi stampò il palmo della sua mano destra aperta in piena fronte e, con gli oc­chi al cielo, in preda ad una crisi mistica, iniziò a declamare:

<<Signore, tu che tutto vedi e sai, riempi i sogni di questo giovane con immagini di santi e di beati; monda la sua coscienza dalla scabrosità dell’unione fisica senza il sacro vincolo!!! Signore, costui ha bisogno di te! L’umanità intera ha bisogno che giovani come lui ritrovino la luce del tuo verbo, dimodoché anime innocenti, come quella della mia bambina, possano nuovamente uscire da casa senza il pericolo di essere indotte nella tentazione di turpi pratiche sessuali!>>

La sua bambina?

Sporsi la testa fuori dalla cabina e vidi alla mia sinistra, avvolta in un castissimo completo color cappuccino, cappello con veletta bianca, scarpe di vernice nera e calzette bian­che da liceale, la bionda più sexy e arrapante che ebbi mai visto in 148 reincarnazioni! Se ne stava con la testa protesa verso il basso e le mani giunte in segno di preghiera. Ma perché... perché ...perché mi basta vedere un solo lembo di pelle di una ragazza... una caviglia, una mano, per immaginarmela automaticamente nuda! Il biondo dei suoi capelli a caschetto usciva fugace dalla trappola del cappello, e andava a costruire una fanciulla dalla bellezza divi­natoria! Il suo seno gonfiava, con discrezione ab­bondante, il ve­stito. E i suoi fianchi, disegnavano curve longilinee d’una perfezione geome­trica assoluta! Aveva una pelle liscia e rosea, e riuscivo a sentirne, nonostante la distanza, il candido profumo. E quel naso... quel piccolo nasino con la punta all’insù, che formava una mi­nuta collinetta sul volto ove milioni di lentiggini volteggiavano gioiose. E le labbra... quelle labbra piene di carne succu­lenta, che si aprivano impercettibilmente al ritmo di una pre­ghiera silenziosa. Una preghiera che fa­ceva prendere ai suoi occhi, già di un azzurro traspa­rente, uno sguardo... di un candore im­maco­lato! Il tutto collocato in una cornice dall’aspetto mistico: il suo volto! Stavo allagando lo scompar­timento con una bava filante de­gna del più perverso degli esibizionisti quando, fulmineo, de­clamai:

<<è vero! è vero! Sono un peccatore! La prego, mi illumini lei la strada! La via della preghiera!>>

<<L’avete sentito? Un’altra anima in pena che si converte al vangelo... avanti, gridate tutti in coro: ALLELUIA!>>

<<Alleluia... sì, sì alleluia... alleluia Donna Valeria, alleluia...>>

Durante i cori di gioia m’infilai tra mamma e figlia.

<<Ciao, non ho fatto a meno di notare il tuo impegno nella preghiera. Hai visto che forza la tua mamma, eh? Un momento, sono un’anima in pena, e ora un per­fetto... hm... perfetto cristiano! Mi chiamo Orazio e tu?>>

<<Il mio nome è...>>

<<GRAZIA!!!>>, urlò Donna Valeria. <<Esorta tutti quanti all’inginocchiarsi penite­nti!>>

<<Avanti, tutti in ginocchio... passate parola.>>

<<Tutti, tutti! Anche i conducenti!>>

<<Ehi, un momento: e... e chi guida?>>

<<Dio guiderà il treno!!!>, urlò Donna Valeria sempre più euforica. <<Dio ci gui­derà nella terra del santo! Avanti: in ginocchio! E tutti per ma­no!>>

Non appena toccai la candida Grazia, una scossa passò per tutto il mio corpo. E con le palpe­bre serrate nella passione di quell’innocuo contatto, mi auguravo che anche lei provasse quell’elet­trica sensazione. Mentre eravamo tutti in ginocchio, in silenziosa preghiera, girai lentamente gli occhi per guardarla... e m’accorsi, con gioia sopraffina, che anche lei mi stava timidamente os­servando!

Alé ed olè! è andata! Orazio: sei un drago! “Ti faccio i miei complimenti”. Ora scattava l’ope­ra­zione “conquista fisica!”. Sapevo che con una madre simile come minimo rischiavo l’augurio di una dannazione eterna, ma non me ne importava nulla! Una simile ragazza, con tutto il suo apostolico candore, avrebbe fatto esplodere i pantaloni di chiunque! Doveva essere mia, a qualsiasi costo!IV.            L’esordio della vendetta

TOC-TOC!

<<Avanti...>>

Era lo studio del dottor Ernesto Pastiglia; primario del reparto “Malattie Neurologiche”. Il dottore stava mostrando, goduto, alcune lastre ad un allievo chirurgo.

<<Vedi: abbiamo inciso il cervello in questa zona e il cadavere, di riflesso, ha dato un calcio in faccia ad un tuo collega spaccandogli il setto nasale...>>

<<Dottore, disturbo?>>

<<No, dica pure infermiera.>>

<<Ehm... è il N° 31: si rifiuta di mangiare.>>

<<Ancora?! Va beh, adesso vi raggiungo. Vada pure.>>

<<Che succede dottore?>>, chiese l’allievo chirurgo.

<<Il paziente 31, quello grosso come una casa! Ogni tanto dall’alto del suo ve­getare si rifiuta d’ingoiare cibi solidi. Venga con me...>>

<<Stiamo parlando del tipo della sparatoria, dottore?>>

<<Esatto; Ugo Carone! Cinque mesi fa ha vomitato quattro proiettili calibro trentotto nel corpo di un suo rivale in amore un certo... Orazio Scattini e poi... BUM! S’è sparato un colpo alla testa. Solo che il povero proiettile ha incontrato una scatola cranica dura come l’acciaio, ha deviato la traiettoria... e ha sfiorato il cer­vello!>>

<<Una gran fortuna...>>

<<Mm, non direi visto che da quel giorno ha lo sguardo fisso nel vuoto, non emette un suono e ammalapena riesce a masticare...>>

<<Ah sì?>>

<<Pensi che alcune volte le infermiere si dimenticano di rimetterlo a letto e, il mattino dopo, lo ritrovano tranquillo, sulla sedia dove l’avevano lasciato... e siccome è innocuo come un agnellino, la polizia ha pensato bene di mol­larlo a noi, visto che i manicomi criminali sono pieni come uova. Stiamo pensando di asportargli il cervello e metterlo in una sospensione liquida sterile. Un esperimento! Per vedere se l’attività celebrale in un cervello continua anche senza il corpo.>>

<<Poveretto...>>

<<Non si lasci impietosire...>>, esortava il primario entrando in corsia. <<Lei un giorno sarà un chirurgo; e deve vedersi come una specie... di sarto! Aprire e cucire, aprire e cucire... se si lascia muovere a compassione per ogni caso umano che incontra la sua carriera finisce prima ancora che cominciare! Entri pure: siamo arrivati!>>, un’in­fermiera, di spalle, stava ancora tentando di imboccare Ugo. <<Allora tesoro: ma­stica il paziente?>>