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Colle dell’Eremo, stanza di Donna Valeria. Ore 23 e 58.

<<Madre...>>

<<Silenzio continua a pregare!!!>>

<<Ma madre, è da stamattina che siamo inginocchiate... non abbiamo neanche ma... mangiato...>>

<<La lode dev’essere il tuo cibo! Silenzio! E prega!>>

<<Sì madre.>>

Un’ora e tre quarti dopo.

<<Grazia, figlia mia, rispondi: dove sei stata questa mattina?>>

<<Alla messa madre...>>

<<Dopo la messa dopo!!!>>

<<A... a confessarmi...>>

<<Non bestemmiare davanti a me! Tu sei stata con quel porco... sgual­drina!!!>>

<<Ma mamma io...>>

<<Silenzio... silenzio! Perché menti? Perché menti a tua madre? Guardami! Io sono colei che t’ha concepito! Dovresti baciare la terra dove metto i piedi!!! Prostrarti ad ogni mio comando e invece... invece mi sfuggi! Scappi via... via!!!>>, Donna Valeria la prese con forza e la condusse davanti allo specchio. <<Osserva! Chi è quella bambina riflessa nello specchio? Chi è?>>

<<Ma madre...>>

<<Rispondi... RISPONDI!!!>>

<<So... sono io, madre...>>

<<E invece no! Quella non è più mia figlia>>, ringhiava Donna Valeria col volto rigato dalle lacrime. <<Tu non sei più mia figlia! Sei diventata una puttanella che corre dietro ai pantaloni degli uomini!!!>>

<<Ma...>>

<<Silenzio!!! Non mentire! Io t’ho visto! Dio!!!>>, esclamò Valeria percuoten­dosi il petto. <<Ho fallito!!! Ho fallito come madre e come cristiana... Dio!!! Abbi pietà della mia anima!!! Ma forse c’è ancora un modo... inginocchiati!!!>>, Donna Valeria prese una corda e cominciò a legare le mani e i piedi di Grazia. <<Prega!!! Prega non fermarti!!! Pregaaaaa!!!>>

<<No madre fermatevi! Voi state impazzendo!>>

<<Io impazzita?!>>, sbraitò con gli occhi rossi e la bava alla bocca. <<Io impazzita?! Ma quale demonio muove la tua lingua? Quale?>>, urlava strattonandola. <<Quale figlio di Satana s’è im­pos­sessato della tua anima? Tu sei indemoniata!!! Lucifero ti naviga nel sangue!!! Ti lacera le carni!!! Per quaranta giorni e quaranta notti dovrai pre­gare senza fermarti mai! Mai!!!>>, sgridava legandole i piedi. <<Solo così ritroverai la fede perduta! Solo così!!! Anche Gesù penò, fu tentato! Ma ritrovò la via, anche tu allora, an­che tu!!!>>

<<No madre adesso basta con questa commedia!!!>>, gridò ribellandosi alla tortura. <<Io non sono inde­mo­niata! Non c’è nessun Satana smettetela! Io... io vi voglio bene ma... ma voi non capite. Io amo Orazio! Ed è un amore sincero... che mi sale dal cuore!!!>>

<<Tu vaneggi!!! Tutti gli amori prima o poi finiscono... sotto le lenzuola!!!>>

<<E ANCHE SE FOSSE? Sì! E ANCHE SE FOSSE? SE C’è L’AMORE BEN VENGA AN­CHE IL SESSO!!!>>

<<PUTTANA!!!>, strillò come una pazza colpendola con un sonoro ceffone di manrovescio. <<Sei diventata una lurida puttana!!! Ahhh, come sei lurida!!! Il tuo marciume lo sento sino qui! Tu vuoi sesso? E allora vattene!!! Via da me!!! Vai a trovare piaceri agli angoli dei marciapiedi! Via da questa terra santa! Via!!! I miei occhi s’infiammano quando t’osservo... perché è come se vedessi Bel­zebù! Esci dalla mia vita! Fuori!!!>

E la povera Grazia fuggì via piangente; lasciandosi alle spalle una madre che, inginocchiata come un cane rabbioso, continuava a maledirla.X.                Sorpresa!

TOC-TOC

<<Chi... chi è?>>

<<Orazio, sono io!>>

<<Chi io?>>

<<Grazia!>>

<<Grazia? Grazia chi?>>

<<Insomma, non scherzare, apri!>>

Schiusi la porta e davanti, la povera Grazia, si vide un relitto che non aveva ancora smaltito la sbronza. In mutande, con un occhio chiuso e uno semiaperto, la bocca spalancata, un ri­golo di saliva penzolante, la canottiera slabbrata, con la spalla destra di fuori, e i capelli de­gni di un mare in tempesta!

<<Ma accomodati, non fare complimenti...>> gli dissi completamente offuscato.

<<Orazio, ma come sei ridotto? Copriti!>>

<<Copriti? O scusa! Le mutande, sì!>>

Ancora in preda ai fumi dell’alcool... senza realizzare... me le tolsi! Svenne di colpo!

<<Grazia, Grazia che ti piglia? Non sarai mica mo... morta? Devo chiedere aiuto!>>

Uscii dalla stanza. Mentre vagavo barcollante per il cortile, incontrai Donna Valeria.

<<Ah! Salve signora! Sua figlia è in camera mia. Non sta troppo bene, sa.>>

Donna Valeria posò subito l’occhio sulle mie vergogne.

<<Sodoma e Gomorra! Che schifo!!!>>

<<Ma che le prende? Ho detto che...>>, notando il suo interesse, abbassai pur’io lo sguardo. <<Oh-oh! Donna Valeria, qualcuno mi ha rubato le mutande... è mica stata lei? No eh?>>

Iniziai a ridere convulsamente, mi bloccai di colpo... e caddi svenuto come un sasso!XI.            L’inquisizione

<<Tutto questo è una vergogna! Uno scandalo per tutti noi!>>, eravamo tutti in sala riunioni, riuniti d’urgenza da frate Luigi. <<Un uomo nudo in mezzo al nostro cortile, una ragazza svenuta nella sua ca­mera, e poi? Che altro? Una violenza! Uno stupro! Ecco cosa!>>

<<Ma no, cosa dice?>>, presi parola. <<Io non ricordo nulla. Ero ubriaco, la colpa è tutta del­l’alcool...>>

<<Non hai mai sentito il detto latino: “Vino Veritas”? Il nostro santo succo s’è incuneato nel tuo cervello facendoci scoprire subito che razza di uomo sei! Uno che guarda sotto le sottane, uno che scruta, uno che immagina, uno che pensa! E pensa sesso!!! Porco maiale schifoso!!!>>, Frate Luigi mi si avventò al collo e comin­ciò a strozzarmi.

<<FERMI TUTTI!!!>>, echeggiò una voce tonante.

<<Ma è Padre Gustavo... sì, sì Padre Gustavo...>>, mormoravano spaventati, tutti in coro.

<<Padre,>> disse frate Luigi <<noi abbiamo colto questo giovane in pratiche lus­su­riose! Io, qui, in sua presenza, invoco l’antico codice cristiano del rogo per i libidinosi!!!>>

<<Ma stia zitto!!! Qui non ci sarà nessun rogo, né ora, né mai!>>

<<Ma padre...>>

<<Silenzio! Qui siamo in presenza di un povero agnello che ha smarrito il sen­tiero! E noi cosa montiamo su? Un’inquisizione spagnola! Vergogna! Questo ragazzo ha bisogno di conforto, di fede, non di condanne! Ha bisogno di un ambiente sereno per redimersi, non di un frate del 13o secolo, e neanche dei va­neggiamenti mistici di questa donna!>>, Donna Valeria evitò lo sguardo. <<frate Luigi; venga fuori con me!>>