<<Scattini!!! Nipote maledetto! La mia azienda è ora nelle tue mani! Non posso permetterlo... era tutta la mia vita, no!!! Fatemi uscire che lo voglio annegare nell’acido solforico, fatemi uscire!!!>>
<<Scattini!!! Eretico demonio! Un servitore di Dio non può permettere che Satana cammini indisturbato per il creato... fatemi uscire! è mio dovere di cristiano strappargli il cuore per poi buttarlo in un vulcano... fatemi uscire!!!>>
<<Scattini!!! Viscido edonista! La mia figliola è ancora sotto la minaccia delle tue sudicie grinfie. Puoi ancora traviarla con la tua ipocrisia... indurla al peccato! Fatemi uscire, quell’animale compromette la santità della mia bambina, fatemi uscire!!!
<<Scattini!!! Lurido bastardo! Giuro che finché continuerò ad esistere ti lancerò maledizioni... sulla terra, ed anche dall’inferno!!! E se t’incontrerò di nuovo, non esiterò a scannarti come una bestia!!! Fatemi uscire luridi cani! Fatemi uscire!!!>>.
Orazio Scattini e il mistero di Donna ValeriaI. Il passato
I drammi della vita di una persona, a volte, cominciano quando quest’ultima non è ancora nata. Il mio, per esempio, ebbe inizio nel lontano 1943. Ma andiamo per gradi.
Ci troviamo a Viù, un piccolo paesino della provincia piemontese. Allora si era in guerra, e i fragori dei bombardamenti si spandevano con un’eco terrificante per tutta la valle. Un fatiscente edificio sorgeva su una piccola collinetta sopra il paesino appena menzionato. Sulla sua facciata, sopra il monumentale portone, vi era scritto: “Brefotrofio Femminile di Clausura delle Suore Benedettine dei Santissimi Martiri delle Crociate”. All’interno, nei fitti e bui corridoi, dei tondini flebili di luce si costruivano attorno a fiammelle di povere candele.
Era notte. Una grassa figura si aggirava per uno dei corridoi con una lampada ad olio nella mano destra e una frusta a nove code nell’altra... era una suora! La sorvegliante dei dormitori: suor Ustionata! Gigantesca, sguercia all’occhio sinistro, chiuso da una spessa cicatrice che le segnava la fronte sino quasi alle labbra, con una gamba di legno puntuta, camminava nervosa tirando violenti colpi di scudiscio alle porte, ove le piccole ospiti, aveano trovato riparo dalla loro condizione di orfanelle.
<<Dormite! Dormite piccole bastarde, dormite! Non voglio sentire neanche il rumore dei vostri respiri! Dormite! Che nessuna pianga, che nessuna si lamenti! Quei rumori che sentite provenire da fuori sono le ire divine perché voi non pregate abbastanza! Dormite! O assaggerete le sferzate del mio “gatto a nove code”!>>
In ognuna delle piccole stanzette, dietro a porte umide e marce mangiate dal tempo, dieci o più bambine dormivano su di una grossa e lisa coperta che divideva i loro magri corpicini dal pavimento gelato. Strette l’una con l’altra si difendevano dal freddo, dalle parole della suora e dalle continue, violente detonazioni che provenivano da fuori. E quando una di loro, sentì lontani i passi e le nerbate della suora, rivolta ad una sua amica sibilò le sue curiosità.
<<Maria, Maria che fai? Dormi?>>
<<Cosa c’è Valeria? Stai zitta! O la suora ci deflagra di frustate!>>
<<Ma ormai non c’è più, se n’è andata...>>
<<Cosa vuoi allora?>>
<<Volevo parlare...>>
<<Di che?>>
<<Di quello che ho visto fuori!>>
<<Non è possibile. Fuori non c’è niente, lo sai! Solo un grande fossato dove vengono buttate le bambine che non pregano il Signore!>>
<<Non è vero... io ho visto!>>
<<Ma cosa dici? Non ti credo!>>
<<Un giorno, mi trovavo fuori dalla sala delle preghiere...>>
<<Tu non hai pregato???>>
<<Schhh! Fammi finire! Ero rimasta chiusa in bagno, e arrivai tardi. Non osavo entrare, proprio perché avevo paura di essere buttata nel fossato e allora sono scappata... ho corso così tanto che poi non sapevo più dove mi trovavo e così mi sono nascosta sotto una panca. Ad un certo punto sentii bussare alla porta e suor Ustionata andò ad aprire e subito dopo arrivò la Madre Superiora. La vidi parlare con una persona stranissima!>>
<<Un demonio!>>
<<Non lo so, era diversa da noi, non aveva i capelli lunghi ed era piena di peli sotto il naso...>>
<<Ma anche suor Ustionata è piena di peli sotto il naso...>>
<<Ma questi erano diversi, erano belli, fatti bene...>>
<<E cosa si dicevano?>>
<<Parlavano strano... questa persona diceva che le bombe avrebbero sicuramente distrutto il nostro brefotrofio e che al più presto saremmo dovute andare via!>>
<<Ma cosa vuol dire? E poi dove andiamo? Ci vogliono buttare nel fossato... io ho paura! Non lo merito, prego giorno e notte!>>
<<Ascolta: c’è ancora una cosa che non ti ho detto...>>
<<Che cosa?>>
<<Che quando suor Ustionata ha aperto la porta... è entrata una luce fortissima!>>
<<Cosa vuol dire?>>
<<Una luce cento... mille volte più forte delle nostre candele!>>
<<Non è possibile, non c’è luce più forte delle candele...>>
<<Eppure è così, l’ho vista! E dentro questa luce c’era questa persona!>>
<<Allora era un angelo!>>
<<No, non aveva le ali! E poi, mentre lo guardavo, mi sentivo strana...>>
<<Come strana?>>
<<...strana qui, nella pancia... insomma: questa persona mi piaceva...>>
<<Valeria, io non ti capisco...>>
<<Ti giuro che non mi sono capita neanch’io!>>
<<Ti prego però... ora dormi, perché se la suora ci scopre a parlare, ci tempesta di botte!>>
<<Maria, da quando ho visto quella persona, non riesco più a dormire...>>
Una violenta esplosione non fece altro che far stringere ancora di più tra loro le povere bambine. Pezzi d’intonaco e pietre cadevano sulle piccine che, per la paura della punizione, nonostante il dolore, non osavano fiatare! E per tutta la notte le loro coperte furono i terribili tuoni artificiali dell’unica tempesta che l’uomo era riuscito a ricreare... la guerra!
Ma il giorno dopo tutto era ancora miracolosamente intatto.II. La realtà
Nello squallido refettorio la mattina si presentava senza la solita preghiera. Le bambine, tutte composte e sedute lungo la tavolata, attendevano, come ogni inizio di giornata, di ringraziare il Signore. Ma l’unica presente era suor Ustionata.
<<Suora?>>, chiese timidamente una bambina. <<Oggi non preghiamo?>>
<<Silenzio!!!>>, rispose la suora tirando una violenta frustata in terra. <<Ti piacerebbe... eh? La Madre Superiora è in riunione con Suor Assoluta e presto sarà qui! Silenzio!>>
<<Uuuh, Suor Assoluta.>>, bisbigliò Valeria alla sua amica Maria. <<La Madre Superiora non muove un dito se non è lei a dirglielo... si dice sia lei a comandare tutto...>>
<<ZITTE! Chi è che parla? Silenzio! O vi frusterò una per una e poi cospargerò di sale le vostre schiene!>>
L’imprecare della sorella terminò con l’ingresso solenne della Madre Superiora.
<<Bambine!>>, comandò questa. <<tutte in piedi! Fa il suo ingresso Suor Assoluta!>>