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Quattro suore entrarono tenendo sulle spalle con immani sofferenze, le assi che sorreggevano la pe­sante poltrona papale ove era seduta Suor Assoluta! Il suo volto si presentava come una ruga unica! Non si riuscivano a distinguere né gli occhi né qualsiasi altro tratto del viso.

Un brivido di paura passò sulle schiene di tutte. Si ventilava nel brefotrofio che Suor Assoluta avesse addirittura 779 anni! Che non mangiasse mai... e che una volta avesse pregato per 215 anni di fila! La sedia fu sistemata in fondo alla sala.

<<Silenzio adesso!>>, intimò la superiora. <<Suor Assoluta ora parlerà!>>

Un silenzio sacrale calò in tutto lo stanzone.

<<Bambine...>>, disse con voce metallica e spettrale Suor Assoluta.

E da quel “bambine...” sino alle parole successive, passarono 48 interminabili minuti!

<<...sono distrutta dal dolore...>>, riprese afflitta mentre una giovane suora asciugava le bave che uscivano continuamente da una delle mille rughe sul volto della vecchia. <<Dobbiamo abbandonare questo luogo... il posto dove siete cresciute nella fede totale e nel rispetto di nostro Signore... sta crollando tutto... tutto...>>

Per un’ora e 11 minuti non pronunciò una parola.

<<...la cosa più triste per noi>>, riprese <<è sapere che il nostro metodo d’insegnamento non troverà il successo sperato... ma la verità è meglio che la sappiate da me... piuttosto che vederla da sole...>>

Altri 56 minuti di silenzio.

<<Fuori... esiste un mondo!>>

Un’eco di stupore viaggiò per le labbra di tutte le piccine.

<<Silenzio!!!>>, sbraitò suor Ustionata. <<Zitte, piccole demoniette!>>

<<La vita come voi la conoscete è tutta un’illusione.>>, continuò Suor Assoluta mentre le altre suore a stento trattenevano le lacrime. <<Non esiste alcun fossato per chi non prega... nessun luogo senza ritorno. Fuori ci sono bambine come voi, che hanno solo la fortuna di avere avuto una famiglia. Ci sono donne e... soprattutto... ci sono gli uomini!>>

<<Uomini???>>, dissero in coro le bambine. <<...e cosa sono? Mai sentita questa parola... sarà una cosa che si mangia...>>

<<Noi vi dovevamo tenere lontani da loro per sempre ma.... purtroppo, gli eventi vi sono capitolati addosso. Una vita di sola ed assoluta preghiera, ecco come doveva essere la vostra, ma purtroppo... è tutto finito!>>, da una delle rughe in alto le calò una lacrima. <<Ora, bambine, composte, andate a prepararvi. Fuori questi... uomini... vi porteranno in un altro posto.>>

<<No suora, non voglio andar via!>>, implorò una fanciulla. <<Ho paura! E se poi mi mangiano?>>

<<Adesso non lo faranno... ma presto... purtroppo... avanti sorelle! Portate le bambine a prepararsi...>>

Un colpo di frusta non mancò a farsi sentire e subito, la spessa suor Ustionata insieme con le al­tre, si mise a guidare le file delle piccine.

<<Maria!>>, chiamò Suor Assoluta. <<La piccola Maria! Fatela venire al mio cospetto!>>

<<Quale delle 38 Marie?>>, chiese suor Ustionata.

<<La più piccola! Idiota! La più piccola! Portala da me e lasciaci sole!>>

Valeria, pregna di curiosità, sgattaiolò sotto la lunga tavolata per assistere a quella misteriosa discus­sione.III.         Il mistero

Il salone era, ora, completamente vuoto. L’esile Maria, si avvicinava timida ai gradoni che por­tavano all’imponente poltrona di Suor Assoluta. Arrivata al suo cospetto, con un filo di voce disse...

<<...cosa c’è...?>>

<<Oh piccina, tu sei la bambina più fedele di tutte vero?>>

<<Non lo so...>>

<<Sì invece... io l’ho sentito! Le tue preghiere erano le più sincere, le più vere...>>

La piccola continuava a fissare con tremore la tempesta di solchi sul volto della vecchia che, ora, muoveva una scheletrica mano verso il collo e poi, toltasi una collana, la porse a Maria.

<<Vedi tesorino io non posso venire con voi... da più di settecento anni questa è la mia casa e non posso abbandonarla. Sono sicura che tu sarai l’unica bambina che manterrà intatta la sua fede e non si farà catturare dai piaceri immondi della carne. Qui, dentro questo ciondolo che ha la forma del Sacro Cuore di Gesù, è rinchiuso il mistero di tutta la fede cristiana! All’interno è descritta, minuziosamente, l’ubicazione del calice dove bevve Cristo durante l’ultima cena e dove fu raccolto il suo sangue quando morì crocifisso!>>

<<Cos’è un calice? Cos’è Cristo?>>

<<Ah già, dimenticavo: la Bibbia che vi abbiamo sempre letto l’avevamo riscritta noi, popolandola di sole figure femminili. Ma sarebbe troppo lungo da spiegare... prendi questa collana e non separartene mai! Ma ricorda: solo chi possiede una fede assoluta e sacrosanta potrà aprire il pendente che custodisce il segreto...>>

La suora non fece neanche in tempo a finire le parole che la minuta Maria l’aveva già aperto. Al sentire lo scatto del ciondolo, la suora capì che davanti a lei c’era una piccola santa.

<<Ne ero sicura! Tu sei la persona più adatta per custodire il mistero. Vai! E non cercare mai di scoprire dove si trova la coppa benedetta. Io ero stata prescelta prima di te per tenerla nascosta da tutto e da tutti. La fede deve essere cieca e assoluta! Le certezze portano solo domande... e la fede deve essere senza parole, solo fede e basta! Tienilo sempre chiuso e non darlo né ad anima viva né ad anima morta... sono sicura di aver fatto la scelta giusta! Ora, posso finalmente morire in pace. Che la tua fede nel Signore sia sempre immensa e totale.>>

La suora non fece altro che far cadere lentamente la testa a lato per poi svanire da dentro la to­naca che, senza l’appiglio di un corpo, si sgonfiò lentamente. Un soffio di vento gelido avvolse la veste che divenne pietra... disgregandosi poi come fosse cenere; tutto sotto gli occhi della piccola Maria che, come si trattasse di una cosa normale, diligentemente faceva un inchino e salutava quello che era ormai divenuto un ammasso di polvere.

Valeria, da sotto il lungo tavolone, aveva assistito a tutta la scena e, con occhi gelosi, seguì subito l’amica nelle camerate.

La sottile Maria stava raccogliendo le sue cose: un’immagine scolorita della Madonna, delle scarpette invernali, una vestaglietta rosa di ricambio e la testa sfilacciata di un orsetto di pezza ma, nel mentre, irruppe nella stanza la piccola Valeria.

<<Cosa hai fatto?>>, urlò Valeria con tono scontroso.

<<Io? Nulla...>>

<<Non dire bugie! Ti ho visto parlare con la suora... cosa vi siete dette?>>

<<Mi ha solo augurato di vivere felice...>>

<<Bugiarda! Dammi la collana che ti ha dato!>>

<<Quale collana?>>

<<Quella che ora tieni nascosta dietro la schiena...>>

<<Non posso Valeria. Suor Assoluta l’ha data a me perché sono la bambina più fedele e più buona di tutte!>>

<<Non è vero! Io sono la bambina più buona e fedele! Dammela!>>

Valeria le s’avventò contro e, dopo averle tirato diversi calci in pancia, le rubò il ciondolo.

<<Valeria, ti prego... ridammelo...>>, diceva piangendo la povera Maria, accasciata a terra con le mani sul pancino dolorante.

<<Non posso! Adesso è mio! La suora voleva darlo a me, ne sono sicura! Solo che si è sbagliata!>>

Valeria le rubò anche il suo unico giocattolo e poi corse fuori chiudendo a chiave il grosso por­tone della loro camerata. Si gettò all’impazzata per l’edificio, sentendo sempre più lontane le urla d’aiuto della sua povera amica.