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<<Donna Valeria? Ma che razza di nome...>>

Lucio, seguì le operazioni fatte in precedenza.

<<Ecco qui! Donna Valeria. 59 anni, nubile, capelli castani, eccetera, eccetera... ma guarda un po’: cresciuta nel brefotrofio femminile di Viù in Piemonte, crollato in seguito al deterioramento delle strutture portanti il 18 ottobre del 1943. Adottata in seguito da una famiglia americana, i Grant del Texas, ricchissimi petrolieri, morti in un incidente aereo nel 1958. Ritorna in Italia lo stesso anno e cambia il suo nome da Donna Grant a Donna Valeria.>>

Mentre Lucio proseguiva con la lettura il sangue nelle vene mi divenne gelido come ghiaccio.

<<Interessante!>>, proseguì <<Se quanto abbiamo letto è vero, ora quella matta potrebbe avere Santo Graal!>>

<<No, è impossibile! Sta chiusa in manicomio.>>

<<Non più! Qui dice che è uscita stamattina...>>

<<Oggi?! Se la conosco bene starà già scavando per portarlo alla luce, e la prima persona cui darà fuoco col pensiero sarà proprio il sottoscritto. Cos’è questo cicalino?>>

<<è il computer. arrivano nuovi dati su di lei. Nella sua villa è stato trovato un cadavere, il suo avvocato; la polizia la sta cercando.>>

<<Siamo finiti! Quella ci farà scomparire tutti...>>

<<Un attimo Orazio... il libro sosteneva che solo con una fede incrollabile si può aprire il pendente. Tu pensi che lei ci sia riuscita?>>

<<Non credo! Altrimenti lo avrebbe fatto da molto tempo... ma se la sua amichetta m’è apparsa in sogno vuol dire che un modo l’avrà trovato...>>

E proprio mentre pensavo di trasferirmi in un’altra costellazione fui raggiunto da un presenti­mento.

<<Grazia... sua figlia! Adesso è una monaca, ma l’ultima volta che l’ho lasciata chiacchierava con la Madonna...>>

<<Allora è lei che ora Valeria sta cercando.>>

<<Lucio, dobbiamo seguirla! Usa uno dei satelliti.>>

<<Sì! Dove lo puntiamo?>>

<<Ad Assisi!>>XIV.      La mia bambina

<<Vorrei parlare con mia figlia... si chiama clarissa Grazia Valeria>>

<<Non è possibile!>>, disse scontrosa un’anziana monaca con un dente solo che, nero, le spuntava dal labbro inferiore. <<Le monache incontrano i parenti una volta ogni 5 anni! E non si fanno trattamenti di favore.>>

<<La prego, io devo vederla!>>

<<Non si può! Ora se ne vada!>>

<<Aspetti: mi faccia parlare con la superiora, ella capirà!>>

<<La superiora è muta da 54 anni!>>

<<Allora le porti questa busta...>>

<<Sarà fatto. E ora torni tra qualche lustro...>>, sbottò.

<<Lei gliela deve portare ora! Adesso! La prego!!!>>

<<Pensi a pregare nostro Signore Gesù Cristo... specie di donnaccia!>> osservò la monaca cercando di chiuderla fuori.

<<Senti brutto tappo di una suora schifosa,>> in un impeto di rabbia, con una spallata alla porta, Valeria fece volare sedere in terra l’anziana monaca. <<io ho passato quasi sessant’anni della mia vita a pregarlo praticamente giorno e notte,>> le intimava puntandole il dito. <<anche quando dormivo. Ho pronunciato più “Padre Nostro...” io, che tu in tutta la tua insignificante vita, ora: o mi porti mia figlia, o troverò il modo di sbatterti a fare la missionaria tra le tribù cannibali del Congo... mi sono spiegata?>>

<<...aspetti qua...>>, disse alzandosi.

Valeria attendeva trepidante in quell’ordinata saletta. Sul muro di questa vi erano tanti quadri a soggetto religioso e una scritta scolpita nel marmo a lettere dorate: “Cristo osserva e giudica... sempre!”.

<<Donna Valeria?>>

<<Sono io...>>

<<Sono la Madre Superiora...>>

<<Ma non era muta?>>

<<Dinanzi ad un assegno da ottocento milioni parlerebbe chiunque. Dunque: lei vuole vedere sua figlia... perché?>>

<<Perché sono la sua mamma...>>

<<Lo sa che sua figlia è un po’ particolare...>>

<<Ma cosa dice?>>

<<Parla con le ombre...>>

<<Con cosa?>>

<<Sua figlia discute con santi... defunti... lei capisce, non è che lo diamo per vero ma... dobbiamo proteggerla.>>

<<Mi bastano pochi minuti.>>

<<Clarissa Carola!>>, disse la Madre ad una monachella.

<<Sì eccellentissima Superiora.>>

<<Porta qui clarissa Grazia. Lei Donna Valeria, ha dato i natali ad una santa... se ne rende conto?>>

<<Io... non so... devo ancora vedere.>>

<<Vi lascio soli. Ah! Dimenticavo: firmi l’assegno...>>

<<Certo... ecco fatto!>>

Grazia entrò trepidante con un sorriso radioso. E trattenendo le lacrime esclamò:

<<Madre!>>

<<Piccina mia... oh... abbracciami!>>

<<Oh madre! Che bello rivedervi.>>

<<Stringimi forte Grazia, forte! Tu sei la mia unica speranza!>>

<<Madre, perché siete qui?>>

<<Volevo vederti, parlarti.>>

<<Qui mi trovo molto bene madre. è un posto meraviglioso, dove la preghiera è sempre una musica.>>

<<Oh, sono felice per te. Dunque è proprio vero... sei una santa!>>

<<Ma madre, cosa dite? Io sono solo una che serve nostro Signore.>>

<<Dicono che lo servi bene. Ma... ora, devo darti questo.>>

<<Cos’è? Un regalo? Ma è il vostro pendente non mi avevate mai permesso di toccarlo...>>

<<Aprilo!>>, intimò nervosa Donna Valeria e, senza alcuna fatica Grazia, fece rientrare la luce all’interno del ciondolo.

<<C’è un foglietto dentro, è per me?>>

<<NO! Questo è mio! è... lo scontrino del parcheggio! L’ho messo lì per non perderlo. Tienilo adesso il pendente è tuo!>>

<<Grazie madre ma... siete sicura che volete privarvene?!>>

<<Certo piccina, ora ho quello che volevo. Ancora una cosa prima, dimmi: a Orazio, ci pensi ancora?>>

<<Sempre madre!>>

<<Ma perché!?>>

<<Perché lui m’ha fatto conoscere anche l’altro amore, quello che si può provare per un uomo. E per questo gliene sarò sempre grata.>>

Donna Valeria, in preda ad un nodo al cuore, scoppiò a piangere.

<<Perché bambina mia, perché? Perché pensi ancora a quel demonio?>>

<<Ma no madre, Orazio non è un demonio, è un caro ragazzo con un cuore gran­dissimo. Vedete madre, io posso ritenermi fortunata: ho conosciuto l’amore per Orazio, e l’amore per Gesù. Questi due sentimenti messi insieme, mi riempiono di fede e mi fanno amare ancor di più tutta l’umanità! Sapete: alcune volte mi chiedo come avrebbe potuto essere la mia vita accanto a lui, magari con dei bambini...>>

<<Figliola strappa dalla mente questi pensieri!>>, urlò disperata Donna Valeria <<Quel porco t’avrebbe messo le mani addosso dalla mattina alla sera! Ma non capisci? Far figli richiede far prima del sesso! E tu devi restar pura... pura anche nei pensieri!>>

<<Ma madre, è una cosa naturale...>>

<<Ma quale natura e quale natura? Tu non puoi saperlo... tu non sai che cosa succede quando un uomo e una donna si uniscono... tutto il rispetto per Iddio svanisce e rimane solo la passione, la lussuria! Che schifo... che schifo!>>