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DIN-DON-DAN:

<<ANNUNCIO RITARDO: IL TRENO INTERCITY 9418: “TORQUEMADA”, PROVE­NIENTE DA PESCARA PER TORINO PORTA NUOVA VIAGGIA CON CIRCA 30 MINUTI DI RITARDO.>>

La voce elettronica della stazione m’aveva condannato ad un’altra mezzora di freddo gelido.

Mi poggiai dentro una cabina telefonica e attesi disfatto l’arrivo di Donna Valeria. La stan­chezza cominciava a farsi sentire implacabile. Stavo crollando dal sonno quando: il telefono della cabina squillò barbaro.

<<Chi è?>>, risposi.

<<Non c’è motivo di restare Orazio>>, disse una voce che sembrava provenire dall’ol­tretomba. <<Oramai la fine del mondo è giunta!>>

<<Ma chi è?>>, insistetti.

<<Il diavolo!>>

<<Ah, sei tu? Senti: puoi scaldare un po’ questo posto? Qui fa un freddo cane...>>

<<Ti piace fare il pagliaccio vero Orazio? Non ti preoccupare tra un po’ ci saranno solo fuochi perenni in tutto il creato. E tu arderai in eterno, te lo posso ga­rantire!>>

<<Neanche un po’ di Vin Brûlé? Ne avete lì, no?>>

<<Lurido buffone!>>, e attaccò.

<<Che scortese...>>

Nel giro di 20 secondi poi, una nebbia fittissima calò su tutta la stazione Ero schiacciato da quel vapore assillante e, campione mondiale dei claustrofobici quale sono, iniziai a dare evi­denti segni di squilibrio mentale. Ero intrappolato dentro la cabina poi, come se non bastasse, tornò la bambinetta del sogno.

<<Orazio.>>

<<Cosa... cosa c’è?>>, risposi con tangibili problemi alle vie respiratorie.

<<Orazio puoi andar via, Donna Valeria non ha con se il segreto del Santo Graal, mi sono sbagliata.>>

<<Sei sicura?>>, le dissi completamente blu in volto.

<<Certo Orazio. Ora farò un tunnel nella nebbia così potrai tornare a casa!>>

<<Oh Grazie... un altro minuto e io...>>

<<FERMO ORAZIO!!!>>, mi ordinò un’altra bambinetta del tutto simile all’altra. <<Costei è il demonio che ha preso le mie sembianze. Non darle ascolto!>>

<<Eh? Cosa?>>, oramai l’aria mi mancava in ogni dove e le mie pupille, capovolte, mi stavano guar­dando il cervello e, completamente paonazzo in volto, vomitai addosso alla prima bambina.

<<Maledetto Scattini! Che schifo!>>, gridò arrabbiatissima. <<Tornerò a scorticarti vivo te lo garantisco!>>, e poi, tramutatasi in una lingua di fuoco, svanì.

<<Bravo Orazio, hai cacciato il demonio!>>, esclamò felice la ragazzina.

<<Sì però adesso togli questa nebbia... lei si è beccata gli spaghetti al ragù per te sta salendo la bistecca ai ferri con contorno di patate al cartoccio.>>

La nebbia svanì.

<<Prima di andare Orazio, devo dirti la verità su Donna Valeria. Devi sapere con chi ti stai scontrando!>>

La bimba mi narrò tutte le malefatte di Donna Valeria: l’ultimo giorno al brefotrofio, l’incidente dei suoi genitori, l’assassinio di Orazio Strauss... poi, la piccola svanì! E, di colpo, mi trovai davanti Amilcare Grotto, barbone novantenne, che mi fissava incuriosito.

<<Salve...>>, salutai imbarazzato <<è già arrivato il treno da Pescara? Era in ritardo di trenta minuti...>>

<<Il mio è in ritardo da settant’anni!>>, mi rispose secco continuando ad accarezzare la sua lunga e riccia barba grigia.

Guardai la mia inseparabile cipolla: erano la due meno un quarto. Il treno era arrivato da un pezzo! Furtivo sbirciai fuori dalla cabina e, in centro all’atrio, vi era una persona sola... a scanso di equivoci proprio Donna Valeria, che attendeva trepidante il suo delicato galoppino. Chetichellamente, mi diressi alle sue spalle.

<<Nuovo look Donna Valeria...>>, esordii alle sue spalle <<la fa più giovane di circa 20 minuti!>>

<<Scattini! Dunque il demonio è arrivato prima!>>

<<è lei il demonio Valeria! Mi consegni la mappa del Graal altrimenti sulla terra non ci saranno più case... chiese... scuole... puntate di Star Trek da guardare... solo i fuochi eterni e le fiamme dell’inferno!>>

<<Non mi catechizzare con le tue fantasie da stregone, pagliaccio! Tu porterai ciò sulla terra, non io! Io devo difendere tutta l’umanità dalle tue corna demo­niache!>>

<<La smetta Donna Valeria! Ma si rende conto di ciò che succederà se lei riuscirà a portare a compimento i suoi intenti? L’energia del Graal possiede una forza devastante senza padroni. Se lei arriverà a controllarlo solo il male vedrà la luce dai suoi fini, glielo garantisco!>>

<<Ma cosa garantisci tu!>>, disse facendomi volare in terra con un pesante schiaffo di manrovescio. <<Tu non sei più in grado di formulare nulla... bestia! A breve ti renderò una innocua massa informe di carne ed ora... AIUTO!!! AIUTO!!! QUEST’UOMO MI VUOLE VIOLENTARE!!!>>

Non feci in tempo a battere le ciglia che avevo già ventuno agenti di polizia addosso.

<<Porco! Cos’hai fatto a questa vecchia!>>, mi urlò in faccia un agente mentre tutti gli altri mi puntavano pistole, mitragliette ed uno: un lanciarazzi!

<<Ma vecchia a chi? Maleducato!>>, scattò su colpita Donna Valeria.

<<Mi scusi signora... non intendevo offenderla; Lurido!>>, gridò allungandomi un calcio in faccia. <<Mi hai fatto fare brutta figura con la vegliarda!>>

<<Ma come si permette? Agente!>>

<<Mi ri-scusi signora, ma è colpa di questo verme se incespico con i termini. Bestia! Animale!>>, urlava continuando a percuotermi. <<Ti piace allungare le mani sulle senili vetuste vero? Strisciare le tue vergogne sulle loro rancide carni... parla!!! Esprimi le tue malevole fantasie sulle mature attempate... vigliacco!>>

<<AGENTE!!! Esigo le sue scuse immediate!>>

<<Ma certo, mi perdoni signora, non era mio desiderio offenderla. Lei può andare a riposarsi, io mi occuperò di questo oscuro deviato!>>

<<Agente...>>, dicevo distrutto in terra <<Lei è Donna Valeria, l’assassina che state cercando...>>

<<Silenzio!!!>>, sbraitò stordendomi col calcio della pistola. <<Mi ariscusi signora, costui la figurava con una pericolosa assassina che stiamo cercando da stamani. Solo un codardo poteva prendersela con una appassita e sciupata vecchietta come lei che...>>

Il ciarlare del poliziotto terminò con una potente sberla in faccia da parte dell’offesa Donna Valeria che ora, con passo deciso, abbandonava la stazione.

<<Hai visto che m’ha fatto l’arcaica secolare?>>, riprese ferito il poliziotto. <<Ed è tutta colpa tua! Voi! Conciatelo per le feste!>>

<<Ma capo... è svenuto...>>

<<Pestatelo senza indugio! Il dolore lo ritroverà al risveglio... AH! AH! AH!>>

Due settimane di galera! Se galera si poteva chiamare... mi trovavo in un gabbiotto di plexiglas tutto trasparente al centro della stazione. Su una targhetta a vista vi era scritto: “Ministero di Grazia e Giustizia - Nuovo programma di punizione per piccoli delinquenti - Qui segregato: Orazio Scattini, oscena e volgare carogna che, in preda a lubriche e oscure fantasie, usava violenze su una povera vecchia”. Ero alla berlina di tutti. Mi guardavano come un assassino e, ogni tanto, mi lanciavano uova marce, pomodori muffiti e altro del genere. Ma, la co­sa più orrenda erano le visite mattutine delle scuole! Di solito, elementari. Che accompagnate dalle loro fide maestrine, venivano ad esaminare com’era fatto un delinquente.