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<<Maestra, quello è un bandito?>>

<<Anche, piccina, anche! Ma soprattutto costui è un lurido, maiale, schifoso... che, se la giustizia non lo assicurava per tempo a quest’ora t’avrebbe già rovinato la vita mostrandoti al parco le sue sozze pudenda da sotto un impermeabile! Ora composti bambini, sono arrivate le sedie!>>

E poi, come al cinema, mi osservavano seduti per due ore. E dopo, cominciavano le doman­dine... “Io sono Luigino e volevo sapere come si sente una persona che lentamente sta disgre­gando la già labile società dove viviamo...!”; “Io sono Mariuccia, e volevo sapere come spera di reinserirsi nella vita di tutti i giorni sapendo di dover combattere ogni minuto con la sua in­dole deviata!”; “Io sono Peppino, si rende conto che fuori c’è gente onesta che lavora e lei, con le sue turpi azioni, toglie il futuro ai loro figli?”; “...il suo cervello, cosa maci­na? Cosa architetta? Cosa elucubra? Che ne pensa di donarne un campione per l’università di scienze criminali?”. Ogni giorno così: offeso e deriso. E Donna Valeria dov’era... cosa faceva? Aveva trovato il Graal? Oramai avevo perso ogni speranza di farcela. Non sognavo più nulla... non avevo nessun aiuto da Lucio... ogni notte mi passava davanti inerte. Ero proprio di­strutto.XVIII.        La fine del mondo

La libertà mi fu riconsegnata con tre giorni d’anticipo.

<<Sei libero Scattini: buona condotta! Ora riga diritto!>>

<<...S-sì...>>

Le vie della città erano le solite: popolate dal traffico e dalla gente nervosa. Io, con due occhi scavati, denutrito, rimasi un attimo a constatare che la fine non era ancora arrivata. E ora? Cosa potevo fare? Oramai, mosso solo dall’istinto, salii su un tram e mi diressi verso la ditta.

Mentre il mezzo mi portava a destinazione salì un controllore...

<<Biglietti...>>

<<Cosa? >>, risposi offuscato.

<<Di un po’, sei sordo? Ti ho chiesto sei hai il biglietto!>>

<<Non ce l’ho...>>

<<Ecco! Lo sapevo! Un altro animale che ha pensato bene di approfittare della gente onesta che paga le tasse! Documenti!>>

Quando uscii, mi scordai di prenderli.

<<Non li ho...>>

<<Non li hai?! Ma chi credi di prendere in giro, eh? Gino, chiama la polizia!>>, urlò al conducente. <<Adesso ti farò passare la voglia di fare il furbo! Ti farò sbattere in galera!>>

<<No! Di nuovo... senta: non può chiudere un occhio? Io scendo qui, tanto sono quasi arrivato...>>

<<No! Io l’unica cosa che chiuderò sarà la porta della tua cella fondendo la chiave nella serratura! Le multe adesso non bastano più! Punizioni più severe: lo strappo delle unghie, chiodi roventi tra le dita dei piedi! Ecco cosa ci vuole...>>

Mentre il controllore farfugliava che sarebbe stato giusto farmi timbrare la lingua il cielo, improvvisamente, divenne rosso san­gue. Una scossa fece tremare la terra! Il tram uscì dai binari. Condotti del gas esplodevano. Cavi elettrici saltavano ovunque. La gente, presa dal panico, fuggiva in tutte le direzioni. Carrozzine con bambini piangenti venivano abbandonate ai lati delle strade mentre esplosioni dirompenti cir­condavano la città. Era la fine... la fine di tutto. In un ultimo appello al mio istinto a sopravvi­vere uscì da un finestrino e corsi verso la ditta.XIX.      I segreti che uccidono

<<LUCIOOO!!!>>, urlai arrivato negli spogliatoi.

Cercai subito dietro l’armadietto la porta per raggiungerlo e, una volta entrato, mi diressi sotto mentre fuori si scatenava l’apoca­lisse!

<<Lucio!!!>>, urlai entrando. <<Donna Valeria ha trovato il Graal!>>, mi bloccai di colpo e rimasi di sale.

<<Mi dispiace Orazio...>>, diceva sommesso Lucio mentre dietro di lui, Donna Valeria, lo ca­rezzava premurosa come una mamma.

<<Che caro questo ragazzo, vero Orazio? Tuo zio aveva ragione sai... basta dirgli che lo denunci ai vigili, e lui ti distrugge tutto il pianeta... che caro...>>

<<Donna Valeria, che ci fa qui?>>

<<Governo il mondo! Ecco cosa faccio!>>, diceva perfida, con la scimmietta di Lucio che giaceva in terra priva di sensi, mentre sassi e pietre cadevano ovunque. <<Piaciuta la sorpresa fuori dalla galera? Un mio personale regalino... ma era solo la pillola... tra un po’ arri­veranno i macigni!>>

<<Perché fai questo Donna Valeria? E me che vuoi, lascia stare tutti...>>

<<No! Non posso! Ho cercato e cercato come una matta, scavato ovunque, ma non c’era nessuna coppa benedetta! Tu e il maligno l’avete trafugata! Ed ora, per impedirti di colonizzare la terra con i figli del demonio, la distruggerò!>>

<<Ma cosa dici Valeria, smettila! Quale demonio, quale? Guardami! Ti sembro un diavolo? Ti sembro uno spirito maligno? Finiscila! Così facendo sarai causa della morte di milioni di persone, pensa a tutta la gente innocente che sta soffrendo adesso per colpa tua, pensa a tua figlia!>>

<<Mia figlia è pronta a morire per salvare la terra! Così come lo devono essere tutti! Tutti! Nel regno dei cieli ritroveranno ciò che lasciano qui con dolore, così tu, con Satana tuo padrone, lascerete tutto il creato e qui, esisterà solo il bene eterno di nostro Signore!>>

<<Valeria: tu sei il demonio! Tu rubasti alla piccola Maria, picchiandola a sangue, la sua collana! Tu l’uccidesti facendogli crollare addosso il brefotrofio! Tu uccidesti tutti i tuoi genitori! Tu succhiasti la passione e la lussuria al padre di Grazia... per poi ucciderlo come un cane!!!>>

<<NOOOOO!!!!!>>, urlò con tutto il fiato che aveva in corpo <<LUI HA PRIMA UCCISO ME!!! LUI MI HA POSSEDUTA CON L’INGANNO!!! E TU VUOI FARE LO STESSO CON LA MIA BAMBINA!!!!!>>

Donna Valeria urlando come una pazza mi si avventò al collo e iniziò a strangolarmi. Aveva una forza dirompente; le sue unghie, conficcate nel mio collo, mi facevano uscire, a fiumi, litri di sangue!

<<MUORI FINALMENTE, MUORI!!!!!>

Oramai l’oscurità la faceva da padrona sulla vista e, persa ogni speranza lentamente, morivo. Per un attimo, ebbi una visione: una landa morta e desolata che copriva tutta la terra. Stavo ve­dendo il futuro. Ma subito dopo, un secco urto su Donna Valeria la scaraventò in terra. Una volta riaperti gli occhi, vedevo Lucio che, con uno dei cavi della sua testa in mano diretto verso Valeria, la riempiva di scariche elettriche. Ed ella, in terra, a contorcersi dal dolore. Ri­manevo lì, fermo, a vedere quella Donna che continuava a maledirmi e che ora, lentamente si stava spegnendo. Tutto lentamente si calmava, la terra non tremava più.

<<Fermati Lucio, ora può bastare.>>

Appena il buon Lucio smise con le scariche... come un felino impazzito Valeria mi si riavventò al collo riprendendo a strozzarmi!!! Lucio gli dovette dare 15 mazzate in testa per farle perdere i sensi. Ed ora, con Valeria che giaceva legata come un salame su una sedia, finalmente... tutto era finito!

La polizia arrivò pochi minuti dopo e Lucio, finita quella baraonda, si accingeva a spegnere definitivamente le luci della sua casa.XX.          Gli incubi sono finiti

<<Sei sicuro di quello che fai?>>

<<Certo.>>, mi diceva mentre si staccava ad uno ad uno i cavi dal cervello e poi, con cura pater­na, raccoglieva da terra la sua piccola scimmietta stordita.

<<Non è morta, vero?>>

Lucio fece passare una nocciolina sotto il naso del piccolo primate. In un attimo balzò in piedi. Ora, resuscitato, sgranocchiava allegro un guscio di arachidi... ed anche un suo dito.

<<Potresti fare tante belle cose da qui.>>