Выбрать главу

<<No-no, mi scusi dottor Luca... io faccio questo sogno da vent’anni ma mai come ora è stato così frequente...>>

<<Per favore, la prego, mi chiami dottor Ferraris... e comunque anch’io ho un so­gno ricorrente, cosa crede? Il fatto di essere un analista non me ne rende im­mune. Sogno spesso di svegliarmi con le parti intime completamente in­ver­tite... ma non per questo mi alzo la mattina col pensiero di andare a minzionare di spalle...>>

<<Ma dottore, tutti i giorni, tutti i momenti... mi basta chiudere occhio che il so­gno parte come una registrazione... questo per me è un cam­pa­nello d’allarme!>>

<<Ma cosa crede?! Che un giorno qualcuno busserà alla sua porta e dietro, a po­sto dei suoi creditori, ci troverà “La Grande Mietitrice”? A pro­po­sito, mi deve tre anni di sedute a 80.000 lire l’ora con un tasso del 10% d’interesse fa: 9.085.000 lire...>>

<<Va beh; poi facciamo un conto unico... il problema dottore è un al­tro: il si­gnificato! Ogni istante penso che sia l’ultimo, capisce? Ho paura... paura di avere un in­farto, di prendere il treno, di attraver­sare la strada... a pro­posito: ho pro­gettato un marchingegno che permette di viaggiare per la città attaccato ai fili del tram. Ho qui un prospetto; lei ha conoscenze al­l’ufficio brevetti, vero?>>

<<Per cortesia Scattini, almeno con me sia serio...>>

<<S-sì...>>

<<Vede: la causa va ricercata in altro loco... nella sua mente! Da qualche parte, nei meandri dei suoi pensieri, c’è come... un grande in­terruttore! Noi ab­biamo tantissimi interruttori nella testa... e ognuno, se attivato, fa scattare le nostre manie, le nostre an­sie, le nostre perversioni. Nel suo caso bisogna andare a ricercare un fatto, un avvenimento, che l’ha partico­larmente sconvolta e che è andato a schiacciare l’interruttore dei sogni ri­correnti... quindi, come vede, non per questo deve avere paura di attraver­sare la strada...>>

<<Lei dice?>>

<<Certo caro Orazio. Ma veniamo al punto. Andiamo a cercare insieme quel­l’e­pisodio che ha scatenato in lei questa paura: allora?>>

<<Io... io non so cosa dirle...>>

<<Qualche incidente sul lavoro?>>

<<Si figuri, io pulisco le fermate degli autobus, che pericoli posso cor­rere? Molestie da una novantenne?>>

<<Andiamo! Forse quella storiella con la ragazza muta?>>

<<Quella è storia vecchia... piuttosto... ultimamente... no-no! Lasciamo per­dere...>>

<<Coraggio Scattini, lei mi paga... (e quando mi paga?) lei mi paga per avere consigli, per raggiungere risultati, ma se non si apre con me: come facciamo a trovarli? Avanti!>>

<<Sì-sì, d’accordo, ma per favore la prego, mi chiami solo Orazio. Vede dot­tore: questa è una storia di cui mi vergogno molto...>>

<<Cominci!>>

<<S-sì, allora:>>

“Tutto accadde quando mi decisi ad andare in palestra per aggiungere qualche etto di mu­scoli alla mia figura un po’ scarna... ed ero fortunato: perché la palestra era proprio sotto casa mia e sembrava un posto tranquillo. Entrai un sabato mattina per chiedere infor­mazioni sull’iscri­zione e subito venni presentato all’i­struttore; una specie di bue di nome Ugo, alto 2 metri e 10 e largo come l’ar­madio di casa mia. Seppi poi in seguito che ne era anche il proprietario...

<<Allora signor Scattini, abbiamo in mente di andarcene al mare con venti chili di muscoli in più?>>

<<Veramente venti chili sono un po’ troppi... comunque, non so nuo­tare e, per favore, la prego, mi chiami solo Orazio...>>

<<Ma certo! Devi sapere caro Orazio che il culturismo è una missione; noi siamo opere d’arte viventi, siamo gli scultori di noi stessi e abbiamo un com­pito quello di portare il nostro corpo ai massimi livelli! Mi se­gui?>>

<<Ehm sì-sì...>>

<<Tutto, dalla testa ai piedi, assolutamente proporzionato! Noi siamo i testi­moni della perfezione divina. Dio ci ha dato un corpo e noi lo mo­delliamo a Sua im­magine e somiglianza! Siamo il Suo orgoglio! E al­lora camminiamo fieri per il mondo portando a testa alta questa me­ravigliosa macchina! Per la Sua glo­ria... e per la gioia di tutte le femmine!>>

<<Ehm sì-sì...>>

<<Io ti renderò fiero di te stesso, fiero del tuo corpo... fiero di essere il prediletto di Dio! E quando insieme lasceremo questa valle di lacrime, noi gladiatori avremo un posto diretto al Suo fianco! Sei pronto a percor­rere questa strada con me? Io sarò il tuo anfitrione e plasmerò il tuo corpo sino alla più perfetta delle perfezioni! Farò di te un nuovo Cristo! Alla modica somma di lire 130mila al mese più 100mila d’iscrizione... allora: sei con me?>>

<<Ehm sì-sì...>>

<<Allora d’ora in poi saremo come fratelli! Vatti a cambiare... io vado! Altra gente ha bisogno del mio verbo!>>

<<Ehm sì-sì... (mio Dio che gran coglione hai buttato sulla faccia della terra...)>>

L’ambiente però non era niente male. Se non fosse per il puzzo di sudore... in­fatti nella pa­lestra maschile tirava un olezzo micidiale! Con foga pazzesca, si lanciavano tutti sugli attrezzi ginnici, votati a quella missione che il buon Ugo aveva incollato loro nel cervello. Naturalmente il mio primo pensiero fu alla palestra femminile! Lì tirava tutt’altra aria!

Rimasto solo, sgattaiolai furtivo al secondo piano e, molto lentamente, aprii la porta (il giusto necessario per annusare). Era una linfa! Quell’odore eccezionale di corpi femminili sudati... mio Dio! Uno dei pro­fumi più inebrianti del mondo... chiusi quella porta completa­mente ubriaco!

Le aspettai una per una, fuori. Dovevo vederle! Dovevo vedere quale miscela di Amazzoni aveva scatenato una simile fragranza... e una in particolare; perché in quell’odore, in quelle miliardi di particelle che lo formavano ne avevo isolata una! Quella che m’aveva fatto scattare la libido... un’eccitazione talmente vasta da ricoprire un continente!

Eccolo! Alle mie spalle, dietro al bagnoschiuma e al deodorante, c’era quell’o­dore! Chi era? Mi voltai per vederla!

Oh Dio, cos’eri riuscito a costruire? Con le la­crime agli occhi rimasi istanti eterni senza respirare... incollato con lo sguardo a quell’immagine di donna che provocò il com­pleto ribaltamento di tutti gli organi nella mia cassa toracica! Era meraviglia! Un collage straordinario di parti del corpo femminili! Quel volto... quel volto che sembrava disegnato su una tela, il lavoro certosino del più grande dei pittori! Mio Dio nonostante che in questa so­cietà tutti abbiano fretta, io la vedevo muoversi al rallentatore... quei capelli castani, che lisci come una collana di finissime pietre preziose, le scorrevano sul lato destro... e quegli occhi, che decisi fissavano la strada e le incollavano addosso una maturità che certamente aveva, e poi... il solo immaginarla 5 minuti prima nuda sotto la doccia mi faceva letteralmente schizzare il cervello dalle orecchie! Dovevo conoscerla! Ma per l’eccitazione... svenni!

Riaprii gli occhi, e vidi il mio volto disegnato nelle sue pupille. Tutte attorno, preoc­cupate, c’erano le gio­vani fanciulle della palestra. Ero circondato da 62 seni che piegati su di me si assi­curavano la mia incolumità; ma ero in pericolo! Se entro ses­santa secondi non si fossero allontanate, in me sarebbe scattato un natu­rale im­pulso a tornare neonato e ad approfittare del pasto che, go­loso, si rivolgeva a me!

<<Stai bene?>>, mi chiese premurosa.

Che voce idilliaca, e poi... al vederla così vicina, con dietro tutte le ragazze, sem­brava come la dea della bellezza insieme con le sue vestali... che sogno meravi­glioso!

<<LARGO, LARGO!>>, urlava furente Ugo.