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“Le Cose Belle”, perché durano sempre 2 secondi?

<<Che succede qua?>>, disse alla mia salvatrice.

<<Non lo so Ughino... >>

...Ughino?

<<...sembra si sia sentito improvvisamente male e... ed è svenuto!>>

...Ughino?

<<Orazio, Orazio, svegliati!!!>>

Dei pesanti ceffoni alla Bud Spencer echeggiarono per tutto il quartiere...

<<Ugo calmati! Così l’ammazzi!>>

<<Scusa, ma ogni tanto non riesco a dosare la mia incredibile forza! Orazio, mio nuovo soldato, parla al tuo comandante!!!>>

<<Io... io...>>

<<Io cosa?! Oh Gesù! Ora so cosa gli è successo: la mia perfetta cono­scenza dell’anatomia umana mi dice che la sua cagionevole salute ha influito sul suo cervello e ora delira! Se rinviene assecondatelo in tutto! Probabil­mente la botta gli ha fatto perdere la ragione!>>

<<Sto bene! Sto bene! ...ho solo la pressione bassa!>>

<<Certo... la pressione bassa, certo...>>

<<Sì-sì, la pressione...>>, dicevano con imbarazzo le ragazze attorno a me <<e già come no... succede... e sì, uno cade...>>

<<Perché mi guardate come fossi un lebbroso?>>, esclamai. <<Sono solo caduto!>>

<<E smettetela!>>, disse la mia bella. <<E anche tu Ugo, smettila di scherzare!>>

<<Ma io non...>>

<<Tutto a posto in ogni caso?>>, disse con la voce che le fluiva dalle labbra come un rigolo di miele che scende da un cucchiaino.

<<Certo, solo un calo di pressione... ti ringrazio... posso... posso sa­pere il tuo nome?>>

<<Lei si chiama Sara!>>, disse Ugo stizzito. <<Ed è la mia ragazza!>>

<<è un piacere; io sono...>>

<<Avanti ragazze: lo spettacolo è finito! La palestra è chiusa! Andiamo Sara.>>

<<Ciao Sa... Sara.>>

Non feci in tempo a finire il suo nome che già “Ugastro” me la portava via!

Li vedevo allonta­narsi a braccetto l’uno con l’altra. Orrore! La genesi della bel­lezza con la genesi della defi­cienza. Non potevo permetterlo! Sapevo di aver destato il suo interesse, quello sguardo, quel crucciarsi verso di me, quella pena che discretamente mi rivolgeva...

“Sara voglio vivere insieme a te...

Sara voglio danzare stretto stretto al tuo corpo...

sentire su di me il tuo petto rigoglioso

e i contorni della tua figura che, sottile, sfiora il piacere

incastrarci l’un l’altro in uno sfumare di sospiri

aprire gli occhi e vedere i tuoi capelli che scendono su me

in quel profumo intenso di donna e femmina.”

Eh sì, le belle donne e i bei tramonti fanno gli uomini poeti!

Rimasi l’intero fine settimana a pensare tutti i sistemi, subdoli e non, per poterla conoscere, riuscire a parlarle, sorriderle, contare uno per uno tutti i nei che aveva sul corpo...

Mi presi due settimane di mutua (adducendo una gravissima infezione virale al colon) ed era mia ferma intenzione passarle in palestra per dare forma ai miei intenti. Il mattino del lunedì seguente rappresentava l’inizio della battaglia!

All’ingresso, ad accogliermi come un papà c’era, come al solito, “l’Ughetto”.

<<Orazio, mio combattente! Vedo che ti sei ripreso...>>

Mi strinse la mano e con un muggito gonfiò i pettorali nella maglietta...

<<Ehm sì-sì...>>

<<Sapessi la mia Sara com’era preoccupata, e ciò la rendeva anche par­tico­lar­mente eccitata...>>

<<Ah... ah sì?>>

<<Non ti dico che notte... era una furia! E nello stesso tempo... gentile come una fata; eh sì, per certe donne ci vogliono solo superuomini come me... caro Orazio.>>

<<Ehm sì-sì...>>

<<è la mia missione: far godere il sesso femminile. Che ci posso fare? Ci sono nato! è una cosa genetica! E purtroppo queste, caro il mio Ora­zio, sono cose che non ti potrò mai insegnare...>>

<<Va beh, pazienza...>>

<<Ad ogni modo, mio bellicoso amico, ho deciso che il tuo corpo è pieno di falle!>>

<<Ah! L’hai deciso?>>

<<Sì! Ed insieme tapperemo tutti i buchi!>>

<<Basta che me ne lasci aperti un paio...>>

<<Come dici?>>

<<No, niente...>>

<<Ho per te una sequela di esercizi che ti rafforzeranno spalle, braccia, to­race, schiena e pettorali! Sei pronto per il viaggio?>>

<<Ehm sì-sì...>>

<<Osserva quest’attrezzo. Si chiama: “Il Giro della Morte!”. Io stesso l’ho fatto costruire, su mia planimetria, da una famosa ditta ameri­cana, la “Huuu! Corporation”. Vedi: la devi immaginare come una grande arancia tagliata a metà! Ogni “spicchio” corrisponde un at­trezzo e un esercizio diverso. Dovrai mettere tutti i pesi su 50 chili, fare tre serie da dodici con un intervallo di 1 minuto ogni serie e non più. Mi sono spiegato?>>

<<Ehm sì-sì...>>

<<Orazio, rendimi fiero di te!>>

<<Ehm sì-sì...>>

Naturalmente le sue parole per me erano aria fritta! Ben altri erano i miei pro­positi, e “Ughillo” non fece ne­anche in tempo a sbattere le ciglia che io avevo già im­boccato l’ingresso della palestra femminile. Dov’era, dov’era? Eccola. Gesù che portento! Tutta impegnata e su­dante sull’at­trezzo per i pet­torali! E che pettorali! Ogni fatica era per lei un caldo espirare profondo. L’ammirai per un quarto d’ora e quando finì mi fiondai a fare conversazione. Arrivai alle sue spalle mentre si asciugava dalla fatica!

<<Ciao Sara.>>

<<Chi è? Ah, sei tu: “l’errante cascatore”. Come stai adesso?>>

<<Bene, e per me non c’è cura migliore che fare quattro chiacchiere con una bella ragazza.>>

<<Cosa mi fai? La corte adesso?>>

<<N-no, lodavo solo la tua bellezza...>>

<<Scusa, ma non ho bisogno di lodi, soprattutto da una per­sona che neanche conosco...>>

<<Ma come? Ugo non ti ha detto come mi chiamo?>>

<<No, Ugo non m’ha detto nulla e sinceramente, scusa, non m’interessa.>>

<<Ma io credevo da come mi guardavi che...>>

<<Da come cosa? Ma tu pensi che ogni persona che t’aiuta deve essere quella della tua vita?>>

<<Io credevo che magari io e te una di queste sere...>>

<<Ma levatelo dalla testa! Legarsi ad una per­sona per me vuol dire frequentare quella e basta! E da quattro anni esco con Ugo, che amo e adoro. è una persona dolce e gentile; insieme ab­biamo aperto questa palestra e starò con lui per sempre! E non vado certo a cercare avventurette con galletti che pensano solo a correr dietro alle gonnelle, trascurano la loro salute e non si reg­gono ne­anche in piedi...>>

<<Ma che idea ti sei fatta di me?>>, ribattei colpito. <<Pensi che sia uno che appena vede una bella ra­gazza, fanta­stica come un poeta, fa castelli in aria e immagina chissà quali smancerie? Ti sbagli! Io ero venuto solo per... per ringraziarti di tutto, sa­lutarti, e magari offrirti, sempre e solo per gratitudine, qualcosina alle macchinette automatiche.>>

<<Declino con gentilezza la tua offerta, prendo con gioia i tuoi ringra­zia­menti ma ora ti saluto perché, come vedi, sono impegnata negli esercizi e non voglio perdere il ritmo... addio!>>