— Grazie — disse Eksher, con un cenno educato del capo.
Il mercante non leggeva nulla sulla faccia del Naxiano, e non sapeva cosa pensasse di lui quella creatura; sapeva però che il Naxiano, grazie alla dote straordinaria posseduta dalla sua razza, era in grado di percepire ogni sua minima emozione. Perciò si sforzò di rimanere calmo, allegro e ottimista.
— Jomo Li-Sanch — disse Ovoide Infrarosso — sono turbato perché non capisco lo scopo della tua venuta. Sembra che nella nostra lingua non ci siano parole equivalenti a quelle usate dalla macchina pensante della vostra nave per descrivere la tua occupazione e il tuo intento. Devi cercare di spiegarti meglio.
— Sono venuto a portarvi la verità — disse Jomo, infervorandosi.
Dallo schermo, il Naxiano lo fissò a lungo in silenzio prima di chiedere: — Sei un portatore di notizie?
— In un certo senso, sì — annuì Jomo.
— Ma le notizie importanti non vengono diffuse con pari efficacia anche dai neutrini modulati?
— Non queste notizie. Sono qui per insegnare al tuo popolo l’unica vera fede, la dottrina che può dare alle vostre vite un significato.
L’occhiata silenziosa questa volta durò molto più a lungo; Eksher cominciò ad agitarsi.
— Sei sincero — disse infine Ovoide Infrarosso. — Non c’è apprensione in te, né inganno.
— Certo che no! — disse Jomo. — Io ho trovato la vera via; non devo più dubitare.
L’Ispettore delle Navi in Arrivo continuò a fissare per un altro paio di secondi, poi annunciò: — Devo venire a bordo della vostra nave, per ispezionare le merci di Arren Eksher e per interrogare Jomo Li-Sanch più compiutamente. Assumete una traiettoria adeguata.
— In genere gli Erthumoi guardano questi spettacoli con un apparecchio rv — disse Eksher, scegliendo un disco — ma naturalmente voi Naxiani non avete ancora gli apparecchi rv. Almeno, non qui su Carter-Carter IV. Se v’interessano queste storie, sono sicuro di poter provvedere all’importazione di rv modificati in base alle vostre esigenze.
Ovoide Infrarosso agitò la punta della coda in segno di apprezzamento; qualcosa produsse una specie di tintinnio all’interno dello zaino legato alla parte centrale del suo corpo. — Cos’è un apparecchio RV?
Ora che il Naxiano era presente in carne e ossa Jomo ed Eksher sentivano sia la sua voce frusciante e stridula, sia le parole del simultrad.
— Realtà virtuale — spiegò zelante Eksher. — L’utente si mette in testa un congegno particolare, con degli schermi sugli occhi e degli altoparlanti sulle orecchie, perché suono e immagine vengano riprodotti con la massima fedeltà tridimensionale. — Inserì il disco nella fessura e indietreggiò.
Tre paia di occhi, due erthuma e uno naxiano, si voltarono verso lo schermo, mentre apparivano le immagini.
— Questa è una registrazione — disse Ovoide Infrarosso.
— Sì, esattamente — confermò Eksher. — È una narrazione visiva registrata. Una storia, uno spettacolo ricreativo.
— Noi narriamo storie — disse il Naxiano, gli occhi fissi sullo schermo. — Ai nostri giovani, perché imparino.
— Anche gli Erthumoi lo fanno — disse Eksher. — Ma abbiamo queste storie più complesse, con suoni e immagini, anche per gli adulti.
— È una registrazione di Erthumoi — commentò Ovoide Infrarosso, mentre un uomo e una donna parlavano sullo schermo e il simultrad trasformava istantaneamente le loro parole in sibili e sussurri naxiani.
— Naturalmente — disse Eksher. — Questa storia è stata realizzata per gli Erthumoi. Ma lascia che ti mostri cosa possiamo fare. — Toccò un commutatore, e l’uomo e la donna svanirono, sostituiti da due Naxiani. — Simulazioni computerizzate — spiegò il mercante. — Il computer è stato programmato con equivalenti erthuma-naxiani, e ogni immagine di un Erthuma viene sostituita utilizzando l’immagine analoga di un Naxiano.
I tre osservarono in silenzio per alcuni istanti; Jomo fissò quella scena bizzarra in cui due Naxiani vagavano per le strade dell’antica Londra del diciannovesimo secolo.
— Ritrasformali in Erthumoi, per favore — disse infine Ovoide Infrarosso.
Eksher lo accontentò. — Che ne pensi? — chiese.
— Desidero osservare ancora — rispose il Naxiano.
Eksher fece per sorridere, poi si ricordò che il Naxiano era in grado di percepire l’insincerità, e allora si strinse nelle spalle e lasciò che il disco proseguisse.
— Questo è sgradevole — disse il Naxiano un attimo dopo. — Le parole dell’Erthuma più piccolo indicano che lei teme per la propria vita, però non ha paura.
Sorpreso, Jomo disse: — Non ha paura? — Stava seguendo la storia affascinato… era una vecchia storia, in cui un mostro si aggirava per le strade dell’Inghilterra, nell’antichità, prima che gli Erthumoi conquistassero lo spazio. A lui la donna sembrava decisamente terrorizzata.
— No. Si annoia ed è leggermente irritata.
Eksher si girò a fissare il Naxiano.
Ignaro dello sguardo del mercante, gli occhi ancora rivolti allo schermo, Ovoide Infrarosso chiese: — È morta la femmina?
— Ti riferisci all’attrice che ha interpretato quella parte? — domandò Eksher. — Sì, sicuramente. Questa registrazione ha più di mille anni.
— Capisco — disse il Naxiano. Jomo ed Eksher si guardarono.
Jomo non sapeva se Eksher avesse capito… lui proprio non capiva, questo era certo.
— Ferma la registrazione — disse Ovoide Infrarosso.
Eksher obbedì. Il mercante e il Naxiano si voltarono l’uno verso l’altro. Eksher cercò di sfoggiare un sorriso disarmante, poi ci ripensò.
— Credo che tu non abbia considerato attentamente le conseguenze dei limiti della tua specie — disse Ovoide Infrarosso. Il suo tono di rimprovero era palese perfino attraverso il simultrad.
— Non sono tanto i nostri limiti, quanto le doti uniche della tua razza, piuttosto — disse Eksher.
— Accetto la correzione — disse l’Ispettore delle Navi in Arrivo.
— Cosa sta succedendo? — domandò Jomo.
Il Naxiano rivolse la propria attenzione al missionario.
— Il tuo compagno non ha tenuto conto della natura di queste storie che intendeva venderci — spiegò.
— Vuoi dire che sono storie di Erthumoi e non di Naxiani? Lo so che la gente ama le storie riguardanti la propria specie, ma credevo che le simulazioni computerizzate…
— No — l’interruppe Ovoide Infrarosso. — Le simulazioni non c’entrano.
— È l’ambientazione, allora? Lo so che quei tempi antichi erano molto diversi…
— No. Quello è un inconveniente rimediabile, sicuramente. Il problema è più basilare.
— I Naxiani sono in grado di leggere le emozioni, ragazzo — spiegò Eksher. — Si accorgono che gli attori fingono.
— Esatto — confermò Ovoide Infrarosso. — All’inizio pensavo che la disparità tra le emozioni espresse a parole e le emozioni reali fosse voluta, anche se trovavo la cosa molto sgradevole da osservare. Pensavo che forse potesse servire a creare una tensione emotiva particolare, poi però ho ricordato che la vostra specie è hheu, cieca alle emozioni, e ho capito che non era qualcosa di intenzionale, che voi non potevate vedere quella disparità.
Jomo guardò lo schermo vuoto. — No — convenne. — Io non sono riuscito a vederla.
— A volte ci riusciamo — disse Eksher. — Quando la vediamo, la chiamiamo cattiva recitazione. Ma secondo il nostro criterio di giudizio, la recitazione in quella registrazione era davvero ottima.
— Per me, la disparità era evidente — disse il Naxiano, e Jomo pensò che l’alieno avrebbe alzato le spalle se le avesse avute. — Inoltre, dato che gli Erthumoi protagonisti di questa registrazione sono morti, manca una certa risonanza. È… dubito di poterlo spiegare in termini traducibili.