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Anche il ragazzo cadde, e dopo un attimo assistetti ad una dimostrazione dell’«effetto dòmino», perché i ballerini persero l’equilibrio nell’intera sala. Quasi tutti si trovarono contemporaneamente su due strisce e cominciarono ad aggrapparsi agli altri per sorreggersi. Un’ondata di cadute si diffuse per la vasta sala. E Vornan-19 era ancora là, ritto, e osservava la catastrofe, allegramente. Anche la sua giunonica amante era in piedi, a 180 gradi da lui; ma poi una mano brancolante le afferrò una caviglia, e lei crollò come una quercia abbattuta, trascinando con sé altri due o tre ballerini. Sembrava una bolgia infernale: dovunque figure che si contorcevano e si dibattevano, braccia e gambe levate, e nessuno riusciva a rialzarsi. Finalmente il macchinario del padiglione si arrestò cigolando. Occorsero parecchi minuti perché i ballerini si districassero. Molte ragazze piangevano. Alcune avevano le ginocchia sbucciate o le natiche graffiate; una era riuscita a perdere la gonna in quel caos e stava rannicchiata in posizione fetale. E Vornan dov’era? Vornan era già sul bordo della sala, dopo essersi abilmente svincolato nel momento in cui la pista aveva cessato di girare. La dea bionda era accanto a lui.

«Possiede un enorme talento per il disordine,» osservò Kettridge.

Kralick, ridendo, disse: «È andata meglio di ieri, al ristorante smorgasbord di Stoccolma, quando ha premuto il pulsante sbagliato e ha fatto girare vertiginosamente l’intero tavolo.»

Lo schermo si spense. Senza sorridere, Kettridge si voltò verso di me. «Quest’uomo, fra tre giorni, sarà ospite degli Stati Uniti, dottor Garfield. Non sappiamo per quanto tempo ci resterà. Intendiamo controllare attentamente i suoi movimenti e cercare di evitare almeno in parte la confusione che di solito causa. Abbiamo pensato, professore, di nominare una commissione formata da cinque o sei scienziati eminenti che faranno… beh, da guida al visitatore. In realtà, dovranno anche fare da sovrintendenti, cani da guardia e… e spie.»

«Gli Stati Uniti credono ufficialmente che il visitatore provenga dal 2999?»

«Ufficialmente sì,» disse Kettridge. «Cioè, lo tratteremo come se fosse autentico.»

«Ma…» proruppi io.

Kralick s’intromise: «Detto fra noi, dottor Garfield, siamo convinti che sia un impostore. Almeno io ne sono convinto, e credo che lo sia anche il signor Kettridge. È un simulatore estremamente intelligente ed intraprendente. Tuttavia, di fronte all’opinione pubblica, preferiamo accettare Vornan-19 per quel che dice di essere, fino a quando non avremo buoni motivi per pensarla diversamente.»

«Ma, santo cielo, perché

«Lei conosce il movimento degli Apocalittici, dottor Garfield?» chiese Kralick.

«Beh, sì. Non posso dire di essere un esperto, ma…»

«Finora, Vornan-19 non ha fatto niente di più dannoso che ipnotizzare un branco di studentesse danesi facendole cadere con il sedere su una pista da ballo. Gli Apocalittici causano guai veri. Tumulti, saccheggi, distruzioni. Sono la forza del caos nella nostra società. Stiamo cercando di contenerli, prima che riescano a sfasciare tutto.»

«E accettando questo sedicente ambasciatore del futuro,» dissi io, «fate sgonfiare l’argomento principale degli Apocalittici, e cioé che il mondo dovrebbe finire il prossimo primo gennaio.»

«Esattamente.»

«Molto bene,» feci io. «L’avevo già sospettato. Adesso lei mi conferma che questa è la politica ufficiale. Ma è giusto affrontare una follia collettiva ricorrendo ad una voluta disonestà?»

Kettridge disse, ponderosamente: «Dottor Galfield, è compito del governo conservare la stabilità della società che l’ha istituito. Quando è possibile, preferiamo attenerci ai Dieci Comandamenti, per riuscirci. Ma ci riserviamo il diritto di utilizzare qualsiasi metodo per affrontare le minacce alla struttura sociale in ogni modo utile; non ci tireremmo indietro neppure di fronte all’annientamento in massa delle forze ostili: iniziativa che penso lei riterrebbe più grave di una piccola frode, e che il governo ha già dovuto adottare in più di un’occasione. Per farla breve, se possiamo liquidare la follìa degli Apocalittici apponendo su Vornan-19 il marchio dell’autenticità, vale la pena di farlo, anche ricorrendo ad un piccolo compromesso morale.»

«Inoltre,» aggiunse Kralick, «in effetti noi non sappiamo se è un impostore. Se non lo è, noi non agiamo neppure in malafede.»

«Questa possibilità deve essere veramente un balsamo per le vostre anime,» dissi io.

Subito mi pentii della mia impertinenza. Kralick assunse una aria addolorata; non potevo dargli torto. Non era stato lui a decidere quella linea di comportamento. Ad uno ad uno, impauriti, i governi del mondo avevano deciso di screditare gli Apocalittici proclamando autentico Vornan, e gli Stati Uniti si limitavano a fare ciò che facevano tutti gli altri. La decisione era stata presa in altissimo loco; Kralick e Kettridge si limitavano a tradurla in pratica, ed io non avevo il diritto di discutere la loro moralità. Come aveva detto Kralick, poteva anche darsi che trattare Vornan in quel modo si rilevasse non soltanto utile ma anche giusto.

Kettridge pasticciò con le spine del suo abito ornatissimo e, senza guardarmi, disse: «Possiamo capire, dottor Garfield, che negli ambienti accademici si tenda a considerare in astratto i problemi morali, tuttavia…»

«D’accordo,» feci io, stancamente. «Probabilmente avevo torto. Mi sentivo però in dovere di dirlo, ecco tutto. La questione è superata. Vornan-19 viene negli Stati Uniti, e noi ci prepariamo a stendere il tappeto rosso. Benissimo. Ora… che cosa volete da me?»

«Due cose,» disse Kralick. «Uno: lei è considerato, signore, la massima autorità mondiale nel campo della fisica dell’inversione temporale. Vorremmo che ci facesse sapere se, secondo lei, è teoricamente possibile che un uomo viaggi a ritroso nel tempo come sostiene di aver fatto Vornan-19, e come avrebbe potuto fare.»

«Ecco,» dissi io. «Debbo essere scettico, perché sino ad ora siamo riusciti a inviare indietro nel tempo soltanto singoli elettroni. Questo li converte in positroni, le antiparticelle dell’elettrone, identici per massa ma di carica opposta: e l’effetto è l’annientamento virtualmente istantaneo. Non vedo alcun modo pratico per evitare la conversione della materia in antimateria durante l’inversione temporale: ciò significa che, per spiegare il presunto viaggio nel tempo di Vornan-19, dobbiamo prima capire come una massa simile possa venire convertita, e poi perché, sebbene sia presumibilmente composto di antimateria, lui non scateni l’effetto annientamento quando…»

Kralick si schiarì educatamente la gola. Io tacqui. Kralick disse: «Chiedo scusa, non mi sono spiegato bene. Non vogliamo da lei una risposta immediata. Vorremmo una specie di relazione, dottor Garfield, che potrà consegnarci tra quarantotto ore o giù di lì. Le forniremo tutta l’assistenza necessaria. Il Presidente è molto ansioso di leggere quel che lei ha da dire.»

«Sta bene. E l’altra cosa che volete da me?»

«Vorremmo che facesse parte della commissione che farà da guida a Vornan-19 quando verrà qui.»

«Io? Perché?»

«Lei è uno scienziato di fama, che l’opinione pubblica associa ai viaggi nel tempo,» disse Kettridge. «Non le sembra una ragione sufficiente?»

«E chi altro farà parte di questa commissione?»

«Non sono autorizzato a rivelare i nomi, neppure a lei,» rispose Kralick. «Ma le dò la mia parola che sono tutte personalità la cui statura, nel mondo della scienza e della cultura, è eguale alla sua.»

«Il che significa,» osservai, «che nessuno di costoro ha ancora detto di sì, e che sperate di travolgerli tutti quanti.»

Kralick assunse di nuovo quell’espressione addolorata. «Chiedo scusa,» dissi io.