Se di queste ve ne fossero state venti da salire sino al tetto, la signora Maddalena le avrebbe fatte tutte, per pigliare quell'altro poco di tempo; tanto le pareva d'essere sprovveduta di fermezza e di parole acconcie al fatto del figliuolo; sebbene v'avesse studiato sopra tutta la via. Ma più su del secondo piano non si poteva ascendere; ond'essa fattasi animo, si fermò, si volse a lui che le stava ai panni coll'agonia di udirla, e senza dargli tempo di tornarle a dire quell'«ebbene?» spasimato, rispose:
«L'ho veduta....
«E le hanno detto di sì?
«Sì...., ma sai pure..., sono certe cose..., basta! se tu ti condurrai bene...
«Oh! per me..., mi dicano quel che debbo fare.... Vede? solo a pensare che le hanno detto di sì, e che quella dell'Alemanno era una favola.
«Che sapevi tu d'un Alemanno...?-sclamò senza volerlo la signora, facendosi in viso come un panno lavato.»
Giuliano la guardò fisso, e le colse negli occhi la verità.
«Ah! dunque era vero?-proruppe-per carità, mamma, parli..., mi dica tutto, non tema di nulla, parli..., o monto a cavallo, vado da me a vedere, e stassera mi perdo...!
«Perdiamoci insieme una volta!-disse la signora, smarrito per un istante il disegno fatto C... con don Marco, ma subito ripigliandosi:-che cosa t'ho detto? che Alemanno mi vai maledicendo? Ebbene? E se uno chiede una zitella in isposa, gli è forse come l'avesse sposata?
«Sì... perchè ella non sarebbe così sbigottita!-E abbandonandosi su d'una scranna, colla fronte tra le mani, i capegli scomposti;-oh stolto, proseguiva Giuliano, stolto che io fui a tardare tanto! l'ho meritato...! l'ho meritato...! dunque hanno fatto gli sponsali! Non v'è più speranza? E Bianca ha potuto dimenticarmi?
«Giuliano-disse la signora-forse il meglio è che tu sappia la verità tutta intera. Io avrei voluto non dirtela; ma sii uomo, perchè tu non faresti che mettere il tuo ed il mio nome sulle labbra ai maligni della vallata...
«E vengano, parlino i maligni! son qua!-gridò egli levandosi in piedi: ma essa ingegnandosi di quetarlo colle mani, coll'atto del viso, colla voce:
«Sì, lo so-proseguiva-noi non li temiamo; ma pazienza se vi fosse da disperarsi! Allora direi vada all'aria ogni cosa! Invece, se tu avrai giudizio qualche anima del purgatorio pregherà per noi; e Bianca, vedrai, non acconsentirà a sposarsi a quello straniero; me l'ha promesso.
«Proprio l'ha promesso a lei?-disse il giovane di subito sentendo rinascere la speranza:-o Bianca, tu l'hai promesso, tu mi fai questa grazia, e già dubitava di te!»-E rimase colle mani giunte, come se la fanciulla fosse stata davvero dinanzi a lui.
Allora la signora, pigliando consiglio dallo stato del figliuolo; gli raccontò ogni cosa seguitale a C...., e più animandosi a misura che lo vedeva rischiararsi:-ecco, diceva, così ti voglio, pieno di speranza e di fede. L'Alemanno poi e il signor Fedele facciano pure: Bianca è sicura di sè; Don Marco è dalla parte nostra; i Francesi son lì alle porte....
«Domani, fossero qui domani!-sclamò Giuliano! afferrando l'idea che sua madre non aveva esposta intera:-venissero domani, e avessi cento vite, tutte le porrei a combattere con essi, contro queste orde di schiavi!
«Combattere?-disse la signora rimescolata e pentita d'aver toccata quella corda; e facendosi severissima in faccia,-tu, sin che io sarò viva, questa parola non la proferirai più...! Sii buono, dà retta a chi ti vuol bene; prima di tutto fa di essere medico, e parti per Torino...
«Oh...!-rispose Giuliano, spirando da tutta la persona l'aria d'un guerriero pigliato dallo sconforto;-gli è che noi, allevati come siamo..., si riesce una razza d'imbelli..., e a partire ci aveva pensato da me. Partirò sì, ma prima voglio andare a C...
«Tu guasteresti ogni cosa! Finiresti di rovinare Bianca, e mostreresti di non obbedire una madre che tu vedi e sai quel che farebbe per te...
«Ma che male c'è a vederla ancora una volta, a dire addio a don Marco...
«No..., tu partirai.
«Ebbene!-disse il giovane chinando il capo-domani all'alba partirò.
«Oh! non ti si scaccia mica!-sclamò la signora, che pur di saperlo disposto a non tornare a C..., l'avrebbe rattenuto, anzichè fargli fretta a partire. Ma egli non si lasciò smuovere, e ripetè severo:
«No... no mamma, l'aveva bell'e deciso, parto domani.»
Appunto in quel momento, Marta d'in fondo alla scala, mandava su quel noioso annunzio del desinare, già troppo ritardato, e messo in tavola a raffreddarsi. Essi discesero, sedettero a mangiucchiare colla malavoglia della sera innanzi; ma alla fantesca pareva non finissero mai, dalla tanta smania di rimanere sola colla signora, per dirle del gran parlamento fatto dal giovane col pievano; e del suo proposito di lasciar quella casa. Così i minuti le si facevano ore, ma alfine Giuliano si levò da mensa ed uscì. Allora essa raccolse quanto fiato potè, e si fece oltre verso la signora per cominciare; senonchè questa si tolse da sedere, e parlando prima di lei:
«Animo-le disse-prepariamogli un po' di roba...
«Come?-sclamò la vecchia-che se ne va? che il Signore gli ha toccato il cuore?
«Che Signore... che cuore... che cosa mi dite?-chiese la signora, guardando Marta, e maravigliando di quell'esclamazione, e della sorta d'allegrezza che l'aveva accompagnata.»
La vecchia ondeggiò un istante; e in quell'istante capì, quanto le sarebbe poi riuscito amaro lasciare quella casa che si poteva dir sua; quella padrona che l'aveva tenuta più da amica che da serva; per buttarsi su d'una via, in cerca di pane e di ricovero. Se Giuliano partiva, che vi poteva essere di meglio per lei? Avrebbe potuto rimanere tranquilla al proprio posto, chè il pericolo d'offendere Dio servendo un peccatore era bell'e cessato. E quanto a sè abbandonò del tutto il suo disegno; ma quanto al pievano, quel che gli era seguito col signorino, non le riuscì tenerlo sullo stomaco, manco un minuto. Vinta dalla propria natura, e dallo sguardo della padrona, cominciò dall'ambasciata avuta in castello al mattino; e le narrò ogni cosa, sino al modo in cui don Apollinare se n'era andato imbestialito mezz'ora prima. Le eresie buttate dal giovane, e la minaccia del prete di fargliela costar saporita, diedero alla signora il tuffo; e le venne addosso una smania, che le pareva di non poter durare sino all'alba dell'indomani. E se non fosse stata la tema di vederlo intestarsi a rimanere, avrebbe pregato Giuliano a montare a cavallo, e a partire subito segnato e benedetto. Ma si quetò un poco pensando, che alla fine delle fini, per acchiapparlo bisognavano birri, e che a D...., come Dio voleva, di quella roba non ve n'era. Chi sa? forse il pievano aveva minacciato così per minacciare; o alla peggio non avrebbe spacciato uno di carriera per avere da C.... o da altri luoghi man forte. Di là all'indomani non c'era molto, e in ogni caso Giuliano si sentiva in gambe per scampare di forza. Non potendo divorare le ore, affrettò quella faccenda del fardello; e pur confusa com'era, aiutata da Marta, adoperava ogni diligenza perchè nulla avesse a mancare. Brache di nanchino per la state che s'avanzava; camicie di tela casereccia con belle gale agli sparati; e sottovesti, e giubbe, e calzette di seta, riponevano col garbo concesso dal turbamento, cercata da prima ogni cosa se bisognasse qualche rammendatura.
Così facendo parlavano sottovoce perchè Giuliano non le avesse a sentire; non sapendo che egli era discosto da casa un trar di schioppo, in parte donde poteva scoprire le lontane ruine del castello di C..., alcune cime a lui note, certi sentieri biancheggianti nelle montagne, e fino una rupe su d'una vetta selvaggia e foresta, dove don Marco soleva accompagnare lui e gli altri suoi scolari a diporto. Messosi a giacere sull'erba, coll'occhio or su l'una or sull'altra di quelle viste, immaginava che Bianca stesse sull'altana di casa sua a pensare a lui; pianse d'affetto; e provò non sapeva che pietà per quel soldato, che nella sua fantasia gli pareva di vedere umiliato dai rifiuti della fanciulla. Stette così adagiato, finchè s'avvide del sole che andava sotto, e allora tornò verso casa. Il sentiero correva fra due siepi di biancospino e di rose silvestri che facevano allora le boccioline; ed egli veniva giù, ascoltando una voce di suono dolcissimo, la quale cantava alle rondinelle una soave canzone. L'affetto del canto, temperava la rozzezza delle parole; e le rondini, tornate di quei giorni, radendo a volo i prati, levandosi in alto alcune braccia, stando a brillare un istante, e ripiombando fulminee, parevano far segni di rispondenza amorosa alla cantatrice.