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Il padre di Bianca aveva mandato innanzi il fatto sino a quel punto, che non bisognava altro che far gli sponsali e andare in chiesa a dir sì; nè aveva chiesto mai alla fanciulla di qual animo stesse verso l'Alemanno, e se fosse per acconciarsi a sposarlo. Perchè non ne dubitava nemmen per ombra, e per lui la potestà paterna non aveva confini o rispetti. La trovò soletta a cucire nella sua camera, dov'essa soleva stare raccolta, come le aveva consigliato don Marco.

«Animo! Bianca,-le disse-poni indosso il tuo più bell'abito, e vieni in sala a vedere lo sposo.

«Che sposo?-sclamò la fanciulla colta all'improvviso, alzando i dolci occhi nel padre.

«Eh via! non farmi la bambina! O che credevi che il barone venisse qua innamorato di me?

«Se avessi viva mia madre,-rispose Bianca mestamente-mi consiglierebbe e risponderebbe per me: ora, babbo, la prego di dire a quel gentiluomo ch'io lo ringrazio, e che se mi lascerà stare pregherò sempre per lui.

Come! come! come!-tempestò il signor Fedele, incrociando le braccia sul petto, e rimanendo a fissarla un tantino;-moviti e non farmi rage, che qui non è caso di ringraziamenti nè di preghiere! Ho fatto tutti i passi per amor tuo, e lo sposo è là che muore dalla voglia di parlarti.

«Ebbene, gli chiegga perdono in mio nome, ma io di là non vengo.»

A questa risposta calma e risoluta, il Signor Fedele dirugginì i denti, come un beccaio arrota i suoi coltellacci, ma si rattenne. E posta la mano sul capo della fanciulla, che s'era di nuovo curvata al lavoro, diceva colla voce più dolce che gli riuscisse fare:

«Tu.... tu.... vorresti negare a tuo padre la gioia di vederti ricca; ossequiata da tutti questi gentiluomini; invidiata da tutte le signore del borgo; sposa d'un uomo, il quale, nonchè barone, deve essere un principe? Tu vuoi vederci morire lui e me?

«Fosse il figlio del Re, piuttosto che sposarlo, morirei anch'io!»

Non aveva finito di dire, che il Signor Fedele era lì per darle le mani nel viso: ma pensando a quel che ne poteva seguire, si trasse indietro un passo, e guardandola con occhio, che se fosse stato al buio, avrebbe mandato lampi, tese la mano verso di lei, quella mano che le aveva posta sul capo amorevole; e uscì di quella stanza. Fuori, stette un istante a ricomporre il volto, poi, colla maggior calma che potè, cominciò a parlare come interrogasse e rispondesse a qualcuno. «Torneranno? Stassera? Oh la testa vuota! Vecchi vecchi...!» E rivenuto dov'era il barone:

«Vecchi! Vecchi!-continuava-badi, badi a non invecchiare, perchè si perde il meglio, la testa e la memoria.... Vede che mi accade? Stamane ho mandato le mie figliuole a ricrearsi un tantino alla nostra villa vicina a quel convento, là, che si vede stando sul ponte...., ebbene, vegga memoria! Andava a cercar di Bianca par la casa. Rida, rida, ma perdoni; trovo qualcuno, e mando a dire che tornino subito...»

Così dicendo faceva segno di voler andare; ma il barone rattenendolo:

«No no... per quanto mi spiaccia non poterla vedere, non voglio torre alle sue figliuole un'ora di spasso.... A domani, a domani....»

Il loro colloquio durò un'altra mezz'ora; durante la quale, il signor Fedele, pur avendo il capo ai rifiuti di Bianca, seppe così bene non farsi scorgere, che parve tutto occupato del suo interlocutore. Questi poi, prese commiato; rimanendo tra loro che l'indomani si sarebbero riveduti per condurre a termine ogni cosa; ed essendo già l'ora dell'abbassare del giorno, se n'andò tutto solo a passeggiare sotto gli olmi, e a guardare la via, se vedesse Bianca tornare.

Aveva bell'aspettare; e in verità, sarebbe stato meglio per la fanciulla essere su quella via, perchè in casa aveva a passare un triste momento. Suo padre, vistosi solo, fece come colui che giunge a strapparsi il bavaglio che l'affogava. Uscì in un largo respiro, e a passi lenti, accigliato, con una mano tormentandosi la coda tirata sul petto, coll'altra agitando la catenella d'uno dei due orologi che aveva nelle saccoccie della sottoveste, fu dinanzi a Bianca; la quale non era più sola, la zia e Margherita essendole venute in camera poco prima. Le fu dinanzi:

«E se-disse, quasi continuando il discorso-se voi non lo sposerete, neanche se fosse il figlio del Re; in coscienza il barone sposerà voi, dovessi strapparvi la lingua, per farvi dir sì!»-E volto alle due con grand'ira: «E voi che fate? Levatevi di tra piedi!

«O babbo, o cognato!-sclamarono la cieca e Margherita: e questa gli abbracciava le ginocchia, quella tendeva le mani come per cercare le sue. Ma egli respingendole e gridando che non aveva nè cognata nè figlie, le mise fuori della camera, chiuse le finestre, andando e tornando come forsennato; e fu di nuovo sopra Bianca, pallida, silenziosa, seduta, colle mani abbandonate sulle ginocchia, come un'antica vergine cristiana, che ne' sotteranei del circo stesse aspettando d'essere data alle fiere.

«Orsù-ripigliò-a qual giuoco si fa tra noi? Parliamoci corto: lo sposerete?»

E Bianca umile e mansueta: «non posso.

«Non posso!-urlò il padre-non voglio, dovete dire! Ed è una trista parola, per risponderla ad un padre della mia sorta! Chi mi vi ha fuorviata a questo modo? Ho inteso dire che le fanciulle osano talvolta innamorarsi!... impallidite? Ditemi la parola, che vi veggo lì sulle labbra; ditela che me la possa appiccicare bene qui, all'orecchio...! Dunque voi volete bene a qualcuno? Forse io so a chi...., ma non voglio saperne il nome da voi...., no...., sarei viso da farlo ammazzare...!»

Bianca diede un grido, il padre incalzava ghignando.

«Se domani, udiste dire da qualche feminetta di quelle che passano per la via: «hanno ammazzato il tale.... Oh! no no..., non temete, per ora non lo farei....; ho bisogno di tranquillità.... E la troveremo la tranquillità; stassera partiremo...., andiamo alla villa; voi non ve ne accorgete, ma siete ammalata....; se foste sana dovreste domani essere qui a parlare col barone, e sareste tale da guastarmi ogni cosa....; alcuni giorni di malattia, e do' sesto al vostro cervello, e all'altre faccende; e fra tre o quattro settimane si faranno le nozze. Vedete? il sole va sotto...., fra un'ora s'andrà....»

Spinse l'uscio, e vedendo damigella Maria e Margherita, che non s'erano potuto staccare di là dalla tema che egli percotesse Bianca; «anche voi,-proseguì-anche voi cognata, e tu pure pupattola mia, tutti alla villa, a godersi la primavera! Oh le buone donne, che io ho in casa...! Vedete, Bianca? Pregano Dio che vi tocchi il cuore, e vi renda il senno. Pregate, preghiamo....» E se n'andò.

La cieca e Margherita, tremavano strette l'una all'altra come due pellegrine, colte tra via da temporale furioso; nè osarono dirgli, parola. Ma come furono sole con Bianca, la abbracciarono ambedue con gran passione; poi Maria con voce tremebonda come chiedesse la carità le disse: «ed ora, che faremo?

«Anderemo alla villa» rispose Bianca.

«Ma tu.... tu.... come ti salverai? come faremo noi ad aiutarti? oh colui, quell'Alemanno chi l'ha mandato per nostra sciagura?

«Oh!-sclamò la fanciulla, con volto impresso di mestizia e di fede:-la Provvidenza-ha salvato fanciulle smarrite in mezzo alle selve, e in mano ai masnadieri, e abbandonerebbe me....?»

In pochi momenti, il dolore le aveva fatto pigliare tanto vantaggio sugli animi di quelle due dolci creature, che nel dire parve ad esse una santa. E l'ora passò sì presto, che non avevano raccolto il po' di fardello che loro sarebbe bisognato in villa, e il signor Fedele venne a pigliarle. Chiuse per bene le porte di casa, uscirono fuori del borgo, per quel vicolo dov'era passata la signora Maddalena, nel suo ritorno doloroso. Coperte di lunghe guarnacche nere, le due fanciulle reggevano il passo della zia, tenendosi strette a lei, come usavano menandola a messa; e il padre dietro, per un sentiero fuori mano, le fece scendere nel greto del torrente. La povera cieca, inciampava ne' ciottoli o si pungeva tra le spine, ma non fiatava; dolendosi solo di non aver potuto parlare a don Marco prima di partire, chè di certo da lui avrebbe avuto qualche sano consiglio. A un certo segno, il sentiero entrava sott'uno degli archi del ponte, che rimaneva a secco per la povertà del torrente; e mentre esse passavano i pipistrelli spiccandosi dalla volta, venivano spauriti a sbattere l'ala nelle loro persone; di che tremavano poverette, quanto il signor Fedele d'incontrarsi coll'Alemanno, o in chi potesse dar voce nel borgo di quell'andata notturna e misteriosa. E però s'era messo per quel passo mal destro, come avesse gente insieme che andasse a mal fare.

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