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Don Apollinare non aveva dato guari segni di voler bene a questa sua sorella, nei tempi quieti; ma in quelli torbidi che s'erano messi verso il 1790, la teneva come persona nudrita a posta, per poter darle in casa i resti delle invettive, che scagliava in chiesa e fuori contro le cose di Francia. Le quali in sul cominciare non gli erano parse di gran momento; e a chi glie n'aveva chiesto, s'era contentato di rispondere che erano follie di popolaglia, e che o pane o bastone, avrebbero finito in nulla. Ma il 1791 gli era cascato addosso come fosse stato la volta del Sancta Sanctorum, sfasciatasi mentre egli era all'altare; e d'allora in poi aveva tenuto l'orecchio alzato a tutte le novelle che poteva avere da quel paese. Ad ogni corriere, che capitava ogni mese una volta, si faceva sempre più pensoso; i notabili del borgo gli si raccoglievano intorno spauriti della sua cera: egli parlava loro un linguaggio pieno di misteri: e se qualcuno osava annunziare di suo, cosa che avesse inteso da gente d'altri borghi, o dai mulattieri, che pei loro traffichi praticavano verso la Provenza; quello agli occhi di lui, era pecora vicina a sbrancare, e cominciava a tenerlo d'occhio. La Dichiarazione dei diritti dell'uomo, avuta per via dei suoi superiori, due anni dopo che se n'era udito parlare, gli aveva fatto passare il giorno più nero di tutto quel tempo. Letta, riletta, meditata a lungo quella scrittura; chiesto a sè stesso mille cose circa quei diritti, aveva finito col capire nulla di nulla; ma in cuor suo rese grazie a Dio d'aver fatto morire un tale cui quel foglio sarebbe giunto per certe vie ch'egli sospettava; un tale che avrebbe fatto le capriole dall'allegrezza solo a leggere quelle sciocche parole, e a dirne qualcosa fra il popolo della pieve! Dio non aveva concesso che in tempi di pericolo, il lupo stesse a rondinare intorno all'ovile, ed aveva fatto benissimo. Quel morto che da vivo gli era stato in ira, aveva lasciato dietro di sè un figliuolo ricco, giovane, non di buon ramo; ma egli sperava di poterlo raddurre; e ad ogni modo gli tornava meno molesto del padre, e confidava nell'opera della madre, che appunto era la signora Maddalena. Con questa si era lagnato parecchie volte, accusandola d'aver troppo allentato il freno al figliuolo; aveva predetto che le sarebbe stato cagione di grandi scontenti; e s'era lasciato andare sino a farle la confidenza, che Giuliano era la più acuta spina che avesse nella sua pieve. Pensava tuttavia che coll'aiuto del Signore, passati i bollori dell'età giovanile, arrivato ch'ei fosse in sui trenta, si sarebbe messo a vivere più assegnato, più da senno, più da buon cristiano; e su avesse voluto dire tutta la verità, non gli spiaceva che egli in quei tempi torbidi se ne stesse a Torino. Perchè i suoi superiori gli scrivevano sempre d'aprir gli occhi, di star sulle guardie; e senza che si aggiungesse la briga di dover badare a un giovane ricco fatto di sua testa, e che se la sentiva di disputare anche con un monsignore, a lui da fare gli pareva di averne già troppo. In fatti s'era messo a spiare più attento, a capitare improvviso nelle case altrui, a scrutare le donne chiacchierone; e come le cose di D.... stavano nei limiti egli credeva di molto operare per la salvezza del mondo. Ma un giorno, mentre che stava desinando, gli fu portato uno scritto del suo vescovo, che parlava di Re Luigi stato giudicato ed ucciso. «Non può essere!-esclamò egli dando il pugno sulla mensa, per modo che il bicchiere si rovesciò-questa è una celia che mi si vuol fare, guai all'autore, se lo scopro!» A queste grida donna Placidia che veniva recando un piatto, si fermò sulla soglia guardando il fratello, e le parve ammattito. Egli intanto, tenendo il pugno chiuso e teso verso di lei, rilesse la lettera, e vide ai bolli che non v'era da dubitare. «Portate via ogni cosa:-continuò allora con voce dimessa-i popoli ammazzano i re, e questi sono tempi da fare penitenza!»-A donna Placidia la novella non fece nè caldo nè freddo; tanto più che il vino versato sulla tovaglia e grondante dalla mensa sul pavimento, non era segno di disgrazia vicina. Ma egli credè d'udire i cardini del mondo stridere per uscire di posto; la pace da lui serbata in D.... non aveva giovato nulla e se ne doleva: prese il libro dell'Apocalisse, ora in capo, ora in fondo, lo lesse; lo rilesse, lo predicò dal pulpito; spaventando i fedeli che non l'avevano mai inteso parlare a quel modo. Tenne con sè quel libro giorno e notte quasi sperasse di poterne trarre qualche aiuto nell'ora dell'imminente ruina; dopo dieci, venti, trenta giorni, vedendo che il sole continuava ad alzarsi dallo stesso lato, si quetò su quel fatto del regicidio; ma gli rimase una gran paura dei Francesi nemici di Dio, uccisori di nobili e di preti, belve che non più frenate da nessuno, avrebbero invasa la terra, e forse anche il borgo di D.... A rimettergli il cuore in corpo, non vi vollero meno di quelle migliaia d'Alemanni, venuti di Lombardia e passati per D.... nell'andarsi a porre a campo vicino a C.... borgo tenuto in conto di capitale dell'alte Langhe. La vista di quelle genti, di quelle assise, che ridestavano i ricordi di Marta, levarono a speranza l'animo del pievano; il quale fu il primo ad ossequiare il capitano dell'impero, annoiandolo con certa orazione latina, che diceva come i popoli delle trentasette terre delle Langhe, rammentassero d'essere stati sudditi di sua Maestà Imperiale, sino a cinquant'anni addietro; e che bramavano d'essere tenuti dai signori Alemanni come cosa loro. Offerse agli ufficiali la sua casa, la sua cantina, tutto sè stesso: e se d'una cosa si dolse, fu d'aver udito che i più grossi eserciti d'Alemagna, si travagliassero in sul Reno, di cui egli non sapeva nè dove nè che cosa fosse. Quella, a sentir lui, era gente sciupata; quattro e quattro otto l'avrebbe voluta tutta lì in val di Bormida; tutta, da poterla vedere, affacciandosi al balcone; e allora si sarebbe messo a ridere dei Francesi. Tuttavia rifatto un po' più tranquillo, tornò a mangiare gagliardamente, a dormire sonni quieti, a dire ogni mattina alla punta del giorno la sua messa; alla quale s'affollavano i contadini, prima d'andare a far giornata nei campi, e vi venivano le serve e le donicciuole più divote del borgo, tra le quali Marta non mancava mai.