«Ditemi un po’, Gibson» disse a un tratto il Presidente, «per quale motivo vi interessate tanto a Spencer? Mi avete detto di conoscerlo soltanto da cinque mesi.»
«Ed è vero. Ma dopo poche settimane, parlando, scoprimmo che io ero stato molto amico dei suoi genitori, vecchi compagni di università.»
Ecco: la risposta gli era uscita di bocca prima che lui se ne rendesse conto. Hadfield inarcò le sopracciglia. Certo si stava chiedendo come mai Gibson non si fosse laureato, ma aveva troppo tatto per insistere sull’argomento. Si limitò quindi a qualche semplice domanda sui genitori di Jimmy.
Sembravano domande vaghe, quali ci si poteva aspettare dalla discrezione di Hadfield, e Gibson rispose senza sospetti. Si era dimenticato di avere a che fare con una tra le intelligenze più acute di tutto il sistema solare, o almeno una intelligenza capace quanto la sua di analizzare gli impulsi e i comportamenti umani. Quando si rese conto di quello che era successo, era ormai troppo tardi.
«Scusatemi» disse Hadfield con cortesia ingannatrice «ma non so perché questo racconto non mi convince del tutto. Non voglio dire con questo che non mi avete detto la verità. È possibilissimo che vi interessiate tanto a Spencer per il solo fatto di aver conosciuto molto bene i suoi genitori vent’anni fa. Ma avete cercato di spiegare troppe cose, dandomi l’impressione che la faccenda vi tocchi in modo più profondo.» Si protese in avanti e puntò un indice accusatore contro Gibson. «Non sono un imbecille, e capire le menti umane è il mio mestiere. Non siete obbligato a rispondere, se non volete, ma io credo di avere il diritto di sapere. Jimmy Spencer è vostro figlio, vero?»
La bomba era scoppiata, e adesso l’esplosione si era dissolta. Nel silenzio che seguì, l’unica sensazione di Gibson fu quella di un profondo sollievo.
«Sì, è mio figlio» rispose. «Come avete fatto a capirlo?»
Hadfield sorrise. Aveva l’aria di essere alquanto soddisfatto della sua perspicacia, come se avesse finalmente sistemata una questione che lo turbava da parecchio tempo.
«È incredibile come certi uomini siano ciechi di fronte ai risultati delle proprie azioni, e come siano propensi a credere che nessun altro all’infuori di loro sia dotato di capacità d’osservazione. Tra voi e Spencer esiste una somiglianza, lieve ma caratteristica. Quando vi ho visto per la prima volta insieme ho chiesto subito se eravate parenti e sono rimasto sorpreso sentendomi rispondere di no.»
«Molto strano» disse Gibson. «Siamo stati insieme per tre mesi sull’Ares, e nessuno se n’è accorto.»
«E lo trovate davvero tanto strano? I compagni d’equipaggio di Spencer lo conoscevano già. Per questo a loro non è mai venuto in mente di associarlo a voi. Intendo dire che il fatto di conoscere il ragazzo e di sapere chi era ha impedito loro di notare la rassomiglianza che io invece, non avendo idee preconcette in proposito, ho rilevato subito. Ma non ci ave vo più pensato, ritenendola una semplice coincidenza, sino al momento in cui mi avete raccontato la vostra storia. Allora ho sommato le due cose. Ditemi… Spencer lo sa?»
«Sono convinto che non lo sospetta neppure.»
«Come fate a esserne sicuro? E perché non gliel’avete detto?»
Era un interrogatorio in piena regola, da giudice istruttore, ma Gibson non se ne risentì. Hadfield aveva tutto il diritto di rivolgergli quelle domande. E Gibson aveva bisogno di qualcuno con cui confidarsi, esattamente come Jimmy aveva avuto bisogno di lui, quando a bordo dell’Ares aveva parlato per la prima volta del passato. E pensare che era stato proprio lui a riportarlo a galla! Non avrebbe mai immaginato le conseguenze di quel colloquio col ragazzo.
«Sarà meglio che ricominci dal principio» disse Gibson muovendosi a disagio sulla poltrona. «Quando ho lasciato l’università avevo un fortissimo esaurimento nervoso e sono rimasto in un ospedale per oltre un anno. In quel periodo avevo perso ogni contatto con i miei amici di Cambridge, e in seguito, per quanto alcuni abbiano cercato di riavvicinarmi, io non ho mai voluto ricordare il passato e riallacciare i rapporti. Naturalmente, malgrado le mie precauzioni per evitare i vecchi amici, di tanto in tanto ne incontravo qualcuno. Ma è stato soltanto parecchi anni più tardi che ho saputo quello che era successo di Kathleen, la madre di Jimmy. Ma lei era già morta.»
Tacque ripensando, dopo tutti quegli anni, alla sua meraviglia di allora nell’accorgersi quanta poca emozione gli avesse dato quella notizia.
«Avevo saputo che c’era un figlio, ma questo non mi aveva detto niente. Eravamo sempre stati molto attenti… o per lo meno così avevamo creduto, e così ero convinto che il figlio fosse di Gerald. Non sapevo quando si erano sposati e quando fosse nato Jimmy, capite? Io volevo soltanto dimenticare tutto, quindi ho scacciato dalla mente qualsiasi ricordo di quel tempo. Non riesco neppure a ricordarmi se mi è mai passato per la mente che il ragazzo avrebbe potuto essere mio figlio. Forse a voi sembrerà strano, ma vi assicuro che è la pura verità.
«Poi ho conosciuto Jimmy, e tutto il passato mi è ricomparso davanti. A tutta prima ho provato solo una gran pena per il ragazzo, poi mi sono alfezionato a lui, ma ancora non avevo capito chi fosse. Anzi mi sembrava di vedere in lui una certa rassomiglianza con Gerald, per quanto i lineamenti di Gerald ora mi sfuggano completamente. Povero Gerald! Lui naturalmente sapeva tutta la verità, ma era innamoratissimo di Kathleen e deve essere stato felice di sposarla nonostante tutto. Forse è da compassionare quanto Kathleen, forse sono stati tutti e due ugualmente infelici, ma non lo sapremo mai.»
«Quando avete scoperto la verità?» insistette Hadfield.
«Solo poche settimane fa, quando Jimmy mi ha chiesto di fargli da testimonio per un certo documento ufficiale che doveva sottoscrivere in seguito alla sua richiesta di lavorare qui a Porto Lowell. È stato allora che ho saputo la sua esatta data di nascita.»
«Capisco» disse Hadfield pensoso. «Questo però non costituisce una prova assoluta.»
«Ma io ne sono sicurissimo» replicò Gibson con tanta foga che Hadfield non poté trattenere un sorriso. «E anche ammesso che avessi ancora qualche dubbio, le vostre parole di poco fa l’hanno completamente dissipato.»
«E Spencer?» chiese Hadfield, tornando alla sua domanda iniziale. «Non mi avete ancora detto perché siete sicuro che non sospetta niente. Non potrebbe avere confrontato a sua volta qualche data? Il giorno del matrimonio dei suoi genitori, per esempio? E sicuramente quanto gli avete detto deve avere svegliato in lui qualche dubbio!»
«Non credo» disse Gibson scegliendo ogni parola con cura, con la delicata precisione di un gatto che cammina su un cornicione. «Vedete, lui ha, come dire, idealizzato sua madre, e per quanto possa sospettare che io non gli abbia detto proprio tutto, questo non significa che ne abbia tratte le conclusioni che voi immaginate. Non è il tipo che sarebbe rimasto zitto se avesse indovinato la verità. D’altronde non ha alcuna prova materiale, anche ammesso che conosca la data esatta del matrimonio dei suoi genitori. No, sono convinto che Jimmy non sa niente, e temo che ne avrebbe un trauma se venisse a saperlo.»
Hadfield non disse niente. Gibson non poteva neppure immaginare quello che stesse pensando. Non era una storia molto credibile, la sua, però lui aveva avuto il inerito di aver parlato con estrema franchezza.