— No.
Accettò la negazione senza obiettare, perché era indelebilmente scritta nella mente dell’altro.
— Ora stanno dando la caccia anche a voi.
— A me? — chiese Steen, cercando di scuotersi.
— Sì. Ho fatto un grosso sbaglio. Ho fallito nel tentativo di dominare il comandante del vostro scafo. Ha dimostrato di essere qualcosa di più che un semplice pirotico. Aveva una percettività intuitiva, una visione extrasensoriale molto ben sviluppata. Gli permetteva di vedere, o sentire, o stimare cose che non avrebbe dovuto sapere. — Girò la testa. Leina si era lasciata sfuggire un ansito e si era portata una mano alla gola. — Non me lo aspettavo — continuò Raven. — La cosa non era evidente e mi ha colto di sorpresa. È l’inizio di un Tipo Tredici. Un pirotico con capacità percettive extrasensoriali. Non se ne è ancora reso conto, e non sa di essere leggermente diverso dagli altri. — Fissò gli occhi a terra e fece scorrere la punta di una scarpa lungo la frangia del tappeto. — Nell’istante stesso in cui siamo venuti in contatto, mi ha conosciuto come voi non mi verrete mai a conoscere… Ed è stata per lui una cosa troppo terribile da sopportare: si è freneticamente afferrato a quella che ha considerato l’unica forma di legittima difesa. Si è sbagliato, naturalmente, ma le persone, nei momenti di pericolo, non riescono a pensare in modo logico. E si è reso inutile al mio scopo.
— Cioè? — chiese Steen allibito.
— È diventato pazzo — rispose Raven. — E danno la colpa a voi.
— A me? Al mio corpo? — Steen si alzò per andare davanti a uno specchio e toccarsi il petto e la faccia. Sembrava un bambino che si osserva il vestito nuovo. — Il mio corpo — ripeté. Poi alzò la voce in tono di protesta. — Ma non ero io!
— Dovrete cercare di convincerli.
— Mi faranno esaminare da un telepatico. E lui scoprirà la verità. Non posso raccontare delle menzogne… è impossibile.
— La parola impossibile dovrebbe essere cancellata dal dizionario. Potreste raccontare le più oltraggiose menzogne per tutta la durata di un viaggio da qui ad Aldebaran. Basta che vi condizioni un ipnotico più potente di voi.
— Non mi uccideranno — sussurrò Steen, preoccupato. — Mi manderanno in un luogo lontano, dove potranno tenermi d’occhio. Essere rinchiusi è una cosa ancora peggiore. Non potrò resistere. Preferirei morire.
Raven scoppiò a ridere. — Forse non lo sapete, ma avete detto qualcosa di vero.
— Voi siete nella posizione di poter considerare la cosa divertente — gridò Steen, senza avere perfettamente compreso quello che Raven aveva detto. — Non c’è nessuno in grado di tenervi prigioniero. In cinque minuti potreste confiscare il corpo della guardia e andarvene. A questo punto potreste anche impadronirvi del corpo dell’ufficiale adatto e firmare il foglio del vostro stesso rilascio. Potreste… potreste…
Nel cercare le infinite possibilità, quelle che portavano a un limite fantastico, la sua mente venne travolta da una violenta marea.
Leggendogli i pensieri, Raven sorrise appena. — Sì, è possibile pensare quello che si vuole. Ma anche se riuscissi a prendere il posto del capo della alleanza segreta Marte-Venere, non so se sposando la reginetta della Terra suggellerei una pace duratura. Voi avete letto troppi di quei volgari romanzi economici marziani, o li guardate sullo spettro-schermo.
— Può darsi — ammise Steen, ormai abituato al fatto che qualcuno leggesse i suoi pensieri e li criticasse. — Comunque, per fermare voi non c’è altro mezzo che uccidervi. — Girò un attimo lo sguardo verso Leina, poi tornò a rivolgersi a Raven. — E anche in questo modo non si otterrebbe niente, se ci sono altri mutanti come voi sempre pronti a prendere il vostro posto.
— Cominciate a considerare che saremo i vincitori, vero? — Raven tornò a sorridere, poi disse a Leina. — Sembra che abbia fatto bene a impadronirmi del suo corpo.
— Io dico che hai fatto uno sbaglio — rispose Leina con fermezza. — È sempre stato un male e sempre lo sarà.
— Su questo principio sono pienamente d’accordo — rispose Raven. Tornò a guardare Steen. — Sentite, io non sono tornato qui solo per divertirmi. Avevo delle buone ragioni, e riguardano voi.
— In che senso?
— Prima di tutto, volete passare dalla nostra parte, o insistete nel restare contro di noi?
— Dopo questa esperienza — disse Steen con un certo imbarazzo — sento che il cambiare bandiera sarebbe la cosa più sicura. Ma non posso farlo. — Scosse lentamente la testa. — Non è da me. Quelli che rinnegano la loro razza sono dei vigliacchi.
— Così preferite rimanere schierato contro i Terrestri?
— No! — Steen mosse i piedi, a disagio, e cercò di evitare lo sguardo fisso dell’altro. — Non voglio essere un traditore. E nello stesso tempo comprendo che la lotta contro la Terra è una pazzia… inutile. — La sua voce cambiò leggermente di tono. — Io voglio soltanto tornarmene a casa, starmene tranquillo, e soprattutto rimanere neutrale.
Era vero. Il suo pensiero lo esprimeva chiaramente. Steen aveva subito una scossa profonda e aveva perso tutto l’entusiasmo di una volta. È già terribile perdere un braccio o una gamba, ma è più terribile ancora essere privati del corpo intero.
— A casa forse vi sarà difficile fare da semplice spettatore — suggerì Raven. — Quando i fanatici vanno in cerca di qualcuno su cui sfogare il loro disprezzo, normalmente scelgono un neutrale.
— Correrò il rischio.
— Come volete — concluse Raven, facendo un cenno verso la porta. — Quella è la strada verso la libertà. Il prezzo da pagare è una sola informazione.
— Cosa volete sapere?
— Come vi ho detto, qualche alta personalità mi ha denunciato. Tra noi abbiamo un traditore. Voi avete detto di non sapere chi è. Chi può saperlo?
— Kayder — disse Steen, più che altro per il fatto che non era in condizioni di rifiutare l’informazione. Il nome gli era balzato in mente all’istante, e l’altro lo avrebbe potuto leggere facilmente, come se fosse stato una grande insegna luminosa.
— Chi è? Dove vive?
Era una risposta più facile, e non troppo pericolosa. Descrisse Kayder e parlò della sua residenza privata senza pensare al centro sotterraneo. La sua coscienza non avrebbe avuto rimorsi. Oltre la base segreta, Kayder dirigeva una piccola agenzia di importazioni da Venere, e per questo fatto poteva tranquillamente fruire di tutti i diritti di cittadino della Terra. Inoltre, era una persona perfettamente in grado di badare a se stessa.
— Quali sono le sue capacità speciali? — chiese Raven, dopo aver letto la risposta.
— Non lo so con precisione. Ho sentito dire che parla con gli insetti.
— Mi può bastare. — Raven sollevò il pollice verso la porta. — Andatevene. Se restate neutrale, avrete fortuna, forse.
— Lo spero — disse Steen. — Si fermò sul primo gradino e girò la testa. — E spero anche di non vedere mai più né voi, né lei. — Alzò lo sguardo al cielo e si allontanò rapido.
— Hai notato? — disse Leina un po’ in ansia. — Ha guardato in alto, ha mantenuto il controllo dell’espressione, ma la sua mente ha rivelato quello che gli occhi stavano vedendo. C’è un elicottero in arrivo. — Si avvicinò alla porta per controllare. — Sì, e scende rapido. David, ti sei dilungato troppo a parlare e ti sei fermato più del necessario. Cosa vuoi fare, adesso?