Mat era raggiante e conficcò la lancia per il fondo del manico sul terreno accanto a lui. Annuì. Nessuno la faceva a Matrim Cauthon. Gli avevano mentito, raccontato vaghe profezie e lo avevano minacciato, e poi l’avevano impiccato. Ma Mat alla fine ne era uscito vincitore.
«Chi era l’altro?» chiese la voce sommessa di Moiraine da dietro. «Quello che ho visto ma che non conoscevo?»
«Non ce l’ha fatta» disse Thom in tono cupo.
Quello smorzò il buonumore di Mat. La loro vittoria era stata ottenuta a un prezzo, uno terribile. Mat aveva viaggiato assieme a una leggenda tutto questo tempo?
«Era un amico» disse Thom piano.
«Era un grand’uomo» disse Mat, voltandosi e strappando l’ashandarei da dove l’aveva piantata nel terreno. «Quando scriverai la ballata di tutto questo, Thom, assicurati di mettere in chiaro che è stato lui l’eroe.»
Thom lanciò un’occhiata a Mat, poi annuì in assenso. «Il mondo vorrà sapere cos’è successo a quell’uomo.» Luce. Mat ci pensò su e si accorse che Thom non era stato affatto sorpreso di sentire che Noal era Jain Farstrider. Lui aveva saputo. Quando l’aveva capito? Perché non gli aveva detto nulla? Bell’amico che era.
Mat si limitò a scrollare il capo. «Be’, siamo fuori, in un modo o nell’altro. Ma, Thom, la prossima volta che voglio condurre io i maledetti negoziati, vienimi alle spalle e colpiscimi sulla testa con qualcosa di grosso, pesante e contundente. Poi prendi il mio posto.»
«La tua richiesta è annotata.»
«Spostiamoci un poco. Non mi piace che quella dannata torre incomba su di me.»
«Sì,» disse Moiraine «si può dire che si nutrano di emozione. Anche se non lo definirei 'nutrirsi’ quanto 'deliziarsene’. Non ne hanno bisogno per sopravvivere, ma li appaga parecchio.»
Sedevano in una concavità boscosa a poca distanza dalla torre, vicino al prato accanto all’Arinelle. La spessa volta degli alberi rinfrescava l’aria e oscurava la loro visuale della torre.
Mat sedeva su un piccolo macigno ricoperto di muschio mentre Thom avviava un fuoco. Aveva alcuni dei bastoncini di fuoco di Aludra in tasca, così come qualche pacchetto di tè, anche se non c’era nulla in cui riscaldare l’acqua.
Moiraine era seduta sul terreno, ancora avvolta nel mantello di Thom, appoggiata contro un tronco caduto. Teneva il mantello chiuso dall’interno, lasciando che la avviluppasse completamente, tranne per la faccia e quei riccioli scuri. Pareva più simile a una donna di quanto Mat ricordasse: nei suoi ricordi era come una statua. Sempre priva di espressione, il viso come pietra levigata, occhi come scuri topazi bruni.
Ora sedeva con la pelle pallida, guance arrossate, capelli arricciati che le ricadevano in modo naturale attorno alla faccia. Era attraente, tranne per quel volto senza età da Aes Sedai. Eppure quel viso mostrava molta più emozione di quanto Mat ricordasse, uno sguardo affettuoso quando lanciava un’occhiata a Thom, un debole brivido quando parlava del suo periodo nella torre.
Guardò Mat, i suoi occhi che lo valutavano come un tempo. Sì, questa era la stessa Moiraine. Umiliata, abbattuta. Questo per qualche ragione gliela faceva sembrare più forte.
Thom soffiò su una fiamma esitante che si arricciò in un filo di fumo nell’aria prima di spegnersi. Probabilmente il legno era troppo umido. Imprecò.
«È tutto a posto, Thom» disse Moiraine piano. «Starò bene.»
«Non ti lascerò prendere un raffreddore proprio nel momento in cui ti abbiamo liberata da quel posto» disse Thom. Tirò fuori un bastoncino di fuoco, ma all’improvviso il legno sprigionò delle scintille e poi un fuoco guizzò alla vita mentre consumava il ciocco troppo umido.
Mat lanciò un’occhiata a Moiraine, che aveva in viso un’espressione assorta.
«Oh» disse Thom, poi ridacchiò. «Mi ero quasi dimenticato di quello...»
«È tutto quello che riesco a fare ora da sola» disse Moiraine con una smorfia. Luce, Moiraine aveva mai fatto delle smorfie prima? Era stata troppo altezzosa per quello, giusto? Oppure Mat se la ricordava male?
Moiraine. Stava parlando con la folgorata Moiraine! Anche se lui era andato nella torre con il preciso scopo di salvarla, pareva incredibile che stesse parlando con lei. Era come parlare...
Be’, come parlare con Birgitte Arco d’Argento o Jain Farstrider. Mat sorrise, scuotendo il capo. Che mondo era questo, e che strano ruolo aveva lui in esso.
«Cosa intendi con quello, Moiraine?» chiese Thom, alimentando il fuoco con alcuni ramoscelli. «È tutto quello che riesci a fare?»
«Gli Aelfinn e gli Eelfinn» spiegò lei, la voce calma. «Loro assaporano e gustano le emozioni forti. Per qualche ragione, gli effetti di un ta’veren sono ancora più inebrianti per loro. Ci sono altre cose che gradiscono.»
Thom la guardò accigliato.
«Il mio Potere, Thom» spiegò lei. «Potevo sentirli latrare e sibilare fra loro mentre si nutrivano di me, sia Aelfinn che Eelfinn a turno. Pare che non abbiano avuto spesso una Aes Sedai tutta per sé. Mentre prosciugavano la mia capacità di incanalare, venivano nutriti doppiamente: la mia tristezza per quello che stavo perdendo e il Potere stesso. La mia capacità è stata notevolmente ridotta.
«Hanno affermato di aver ucciso Lanfear prosciugandola troppo rapidamente, anche se penso che possano aver semplicemente cercato di spaventarmi. Un uomo venne lì una volta, quando mi svegliarono. Disse che non ero quella che voleva.» Esitò, poi rabbrividì. «A volte desideravo che mi prosciugassero rapidamente e ponessero termine alla mia vita.»
Il piccolo campo si fece silenzioso tranne per lo scoppiettio del fuoco. Thom guardò verso Moiraine, sembrando impotente.
«Non mostrarmi una tale tristezza, Thom Merrilin» disse Moiraine con un sorriso. «Ho provato cose terribili, ma tutte le persone conoscono tali momenti di disperazione. Io credevo che tu saresti venuto.» Tolse la mano dal mantello — rivelando una spalla e una clavicola pallide e magre — e la protese verso di lui. Thom esitò, poi prese la mano e la strinse.
Moiraine guardò verso Mat. «E tu, Matrim Cauthon. Non sei più un semplice contadinotto. Il tuo occhio ti fa molto male?»
Mat scrollò le spalle.
«Guarirei la ferita, se potessi» disse Moiraine. «Ma perfino se fossi forte com’ero una volta, non potrei restituirti il tuo occhio.» Abbassò lo sguardo, lasciando andare la mano di Thom e sollevando il braccio. «Hai l’angreal?»
«Oh, sì» disse Thom, tirando fuori lo strano braccialetto dalla sua tasca. Glielo mise sul braccio.
«Con questo» disse Moiraine «almeno sarò abbastanza forte da farti passare il dolore. Me l’hanno messo per farmi attingere più Potere, per rendere il loro pasto più succulento. In effetti sono stata io a domandarlo come una delle mie tre richieste. Non mi sono resa conto che avrebbero finito per usarlo contro di me.»
«Ti hanno concesso le tue tre richieste?» chiese Mat accigliandosi.
«Sono passata attraverso il ter’angreal» disse lei. «L’antico trattato valeva per entrambi noi, anche se, con il portale distrutto, non c’era alcun modo semplice per tornare. Sapevo da... fatti precedenti che non sarei scappata a meno che voi non foste venuti a salvarmi, a prescindere da quali fossero le mie richieste o dall’attenzione con cui le avessi formulate. Perciò le ho usate per il meglio.»
«Cos’hai chiesto?» domandò Mat. «A parte l’angreal.»
Lei sorrise. «Questo lo terrò per me, per ora. Hai i miei ringraziamenti, giovane Matrim. Per la mia vita.»
«Allora suppongo che siamo pari» disse lui. «Tu mi hai salvato dalla vita nei Fiumi Gemelli. Che io sia folgorato se non ho avuto una bella galoppata da allora.»