«Preferirei trasferire tutti, se posso» disse Perrin. «Grady?»
L’Asha’man scrollò le spalle. «I passaggi che ho creato per gli esploratori non mi hanno spossato troppo e penso di poterne creare di più grandi. Sono ancora un po’ debole, ma perlopiù ho superato la malattia. Per Neald servirà più tempo, però.»
«Mio signore.» Balver tossì piano. «Ho delle cifre piuttosto curiose. Muovere così tante persone come quelle che hai ora attraverso i passaggi richiederà ore, forse giorni. Non sarà un’impresa rapida, come quando ci siamo avvicinati a Malden.»
«Sarà dura, mio signore» disse Grady. «Non penso di poterne tenere aperto uno per così tanto tempo. Non se mi vuoi abbastanza forte per essere in grado di combattere, per ogni evenienza.»
Perrin si sistemò di nuovo per terra, esaminando di nuovo la mappa. La tazza di Berelain era vuota; Morgase si precipitò a riempirla. «D’accordo, allora» disse Perrin. «Cominceremo mandando via alcuni dei gruppi più piccoli di profughi, ma quelli che vorranno andare prima.»
«Inoltre,» disse Faile «forse è il momento di mandare dei messaggeri a contattare il lord Drago; potrebbe essere disposto a mandare altri Asha’man.»
Perrin annuì. «Sì.»
«Stando alle ultimi notizie che abbiamo,» disse Seonid «era a Cairhien. Un nutrito numero dei profughi proviene da lì, perciò potremmo cominciare mandando a casa alcuni di loro, assieme a degli esploratori per incontrarsi col lord Drago.»
«Lui non è lì» dissi Perrin.
«Come fai a saperlo?» Edarra posò la sua tazza. Morgase scivolò lungo il perimetro della tenda e la prese per riempirla. Più anziana delle Sapienti e forse la più importante fra loro — era difficile stabilirlo, con le Sapienti — Edarra pareva sorprendentemente giovane per l’età che avrebbe dovuto avere. La minuscola abilità di Morgase con l’Unico Potere era sufficiente a dirle che questa donna era forte. Forse la più forte nella stanza.
«Io...» Perrin parve impappinarsi. Aveva una fonte di informazioni che non stava condividendo? «Rand ha l’abitudine di non essere dove te lo aspetteresti. Dubito che sia rimasto a Cairhien. Ma Seonid ha ragione: è il posto migliore in cui cominciare a cercare.»
«Mio signore» disse Balwer. «Mi preoccupo di ciò in cui potremmo, ehm, incappare se non stiamo attenti. Torme di profughi che tornano inaspettatamente attraverso passaggi? Siamo stati privi di contatti per qualche tempo. Forse, in aggiunta a contattare il Drago, potremmo mandare degli esploratori per raccogliere informazioni?»
Perrin annuì. «Potrei approvare questo.»
Balwer si rilassò, con aria compiaciuta, anche se quell’uomo era decisamente bravo a nascondere le proprie emozioni. Perché era così desideroso di mandare qualcuno a Cairhien? «Ammetto» disse Grady «che mi preoccupa muovere tutte queste persone. Anche una volta che Neald starà bene, sarà spossante mantenere aperti i passaggi abbastanza a lungo per farle passare tutte.»
«Perrin Aybara» disse Edarra. «Potrebbe esserci un modo per ovviare a questo problema.»
«Come?»
«Queste apprendiste hanno parlato di qualcosa. Un circolo, è chiamato? Se ci collegassimo assieme, gli Asha’man e alcune di noi, allora forse potremmo dar loro la forza di creare passaggi più grandi.»
Perrin si grattò la barba. «Grady?»
«Non mi sono mai collegato in un circolo prima, mio signore. Ma se riuscissimo a capire come... be’, dei passaggi più grandi consentirebbero alle persone di attraversarli più rapidamente. Questo potrebbe aiutare parecchio.»
«D’accordo» disse Perrin, voltandosi di nuovo verso le Sapienti. «Cosa mi costerebbe che voi provaste questo?»
«Hai lavorato troppo a lungo con le Aes Sedai, Perrin Aybara» disse Edarra, tirando su col naso. «Non tutto deve essere fatto per un prezzo. Questo andrebbe a beneficio di tutti noi. Ho meditato se proporlo già da qualche tempo.»
Perrin si accigliò. «Da quanto tempo sai che questo potrebbe funzionare?»
«Abbastanza.»
«Dannazione a te, donna, perché non me l’hai sottoposto prima, allora?»
«Non sembri molto interessato alla tua posizione di capo, buona parte del tempo» disse Edarra con freddezza. «Il rispetto è qualcosa che ci si guadagna, non che si esige, Perrin Aybara.»
Morgase trattenne il fiato a quel commento insolente. Parecchi lord avrebbero reagito duramente a quel tono. Perrin rimase immobile, ma poi annuì, come se quella fosse la risposta che si era aspettato.
«I tuoi Asha’man erano ammalati quando mi è venuta questa idea» continuò Edarra. «Non avrebbe funzionato prima. Questo è il momento appropriato per sollevare la questione. Pertanto l’ho fatto.»
Insulta le Aes Sedai con un respiro, pensò Morgase, poi agisce come una di loro col successivo.
Tutto sommato, essere una prigioniera a Malden aveva aiutato Morgase a cominciare a capire le usanze Aiel. Tutti affermavano che gli Aiel fossero incomprensibili, ma lei credeva poco in quelle dicerie. Gli Aiel erano persone, come chiunque altro. Avevano tradizioni particolari e bizzarrie culturali, ma questo valeva per chiunque. Una regina doveva essere in grado di capire tutto delle persone nel suo regno... e tutto dei potenziali nemici del suo regno.
«Molto bene» disse Perrin. «Grady, non affaticarti troppo, ma inizia a lavorare con loro. Vedi se riuscite a formare un circolo.»
«Sì, mio signore» disse Grady. L’Asha’man sembrava sempre piuttosto distante. «Potrebbe essere bene coinvolgere Neald in questo. Ha dei capogiri quando sta in piedi, ma non vede l’ora di fare qualcosa con il Potere. Questo per lui potrebbe essere un buon modo per tornare a esercitarsi.»
«D’accordo» disse Perrin.
«Non abbiamo terminato di parlare degli esploratori che manderemo a Cairhien» disse Seonid. «Gradirei essere con il gruppo.»
Perrin si grattò il mento barbuto. «Immagino. Porta i tuoi Custodi, due Fanciulle e Pel Aydaer. Non dare nell’occhio, se puoi.»
«Anche Camaille Nolaisen andrà» disse Faile. Era ovvio che lei avrebbe aggiunto una dei Cha Faile al gruppo.
Balwer si schiarì la gola. «Mio signore. Abbiamo urgente bisogno di carta e nuove punte di penna, per non parlare di altri materiali più delicati.»
«Di certo questo può aspettare.» Perrin si accigliò.
«No» disse Faile lentamente. «No, marito, penso che sia un buon suggerimento. Dovremmo mandare una persona a raccogliere delle scorte. Balwer, vorresti andare tu stesso a prendere quelle cose?»
«Se la mia signora lo desidera» disse il segretario. «Non vedo l’ora di visitare questa scuola che il Drago ha aperto a Cairhien. Loro avranno le scorte che ci servono.»
«Suppongo che tu possa andare, allora» disse Perrin. «Ma nessun altro. Luce! Qualcuno in più e sarebbe lo stesso che se andassimo con tutto il folgorato esercito.»
Balwer annuì con aria soddisfatta. Era evidente che lui stava spiando per Perrin ora. Aveva forse detto ad Aybara chi fosse lei in realtà? Perrin non si comportava come se lo sapesse.
Raccolse altre tazze; i partecipanti all’incontro stavano cominciando ad andar via. Certo che Balwer si sarebbe offerto di spiare per Aybara; lei avrebbe dovuto avvicinare prima quell’uomo polveroso, per vedere quale prezzo sarebbe stato necessario per mantenere il suo silenzio. Errori come quello potevano costare il trono a una regina.
Si immobilizzò, con la mano a metà strada verso una tazza. Non sei più una regina. Devi smetterla di pensare come tale!
Durante le prime settimane seguite alla sua tacita abdicazione, aveva sperato di trovare una maniera per tornare nell’Andor, in modo da poter costituire una risorsa per Elayne. Però, più ci aveva pensato, più si era resa conto che doveva rimanere lontana. Tutti nell’Andor dovevano ritenere che Morgase fosse morta. Ciascuna regina doveva cavarsela da sola, ed Elayne sarebbe potuta sembrare un fantoccio nelle mani della propria madre se Morgase fosse tornata. Oltre a quello, Morgase si era fatta parecchi nemici prima di andarsene. Perché aveva fatto quelle cose? I suoi ricordi di quel periodo erano annebbiati, ma il suo ritorno avrebbe avuto l’unico risultato di riaprire vecchie ferite.