Выбрать главу

«Sì, sono d’accordo. Ma i Fiumi Gemelli?»

«Sono pieni di Amici delle Tenebre» disse Byar. «Bornhald ti ha detto di Occhidoro. Nei Fiumi Gemelli, questo Perrin Aybara stava innalzando la bandiera dell’antico Manetheren e radunando un esercito tra i contadini. Soldati addestrati possono farsi beffe di contadini arruolati a forza, ma metti insieme abbastanza di loro e possono essere un pericolo. Alcuni sono esperti col bastone o l’arco.»

«Ne sono al corrente» disse Galad in tono piatto, ricordando una lezione particolarmente imbarazzante che gli era stata impartita una volta.

«Quell’uomo, questo Perrin Aybara» proseguì Byar. «Lui è Progenie dell’Ombra, chiaro come il sole. Lo chiamano Occhidoro perché i suoi occhi sono dorati, una tonalità che nessuna persona ha mai conosciuto. Eravamo certi che fosse Aybara a portare lì i Trolloc, e che li usasse per costringere la gente dei Fiumi Gemelli a unirsi al suo esercito. Alla fine ci ha cacciato via da lì. E ora è qui, davanti a noi.»

Una coincidenza o qualcosa di più?

Era evidente che Byar stava pensando la stessa cosa. «Mio lord Capitano Comandante, forse avrei dovuto menzionare questo prima, ma i Fiumi Gemelli non sono stati la mia prima esperienza con questa creatura chiamata Aybara. Lui uccise due dei Figli su una strada dimenticata nell’Andor circa due anni fa. Io stavo viaggiando col padre di Bornhald. Incontrammo Aybara in un campo lontano dalla strada principale. Stava correndo con i lupi come un selvaggio! Uccise due uomini prima che potessimo soggiogarlo, poi fuggì nella notte dopo che lo avevamo catturato. Mio signore, stava per essere impiccato.»

«Ci sono altri che possono confermare questo?» chiese Galad.

«Il Figlio Oratar può. E il Figlio Bornhald può confermare quello che abbiamo visto nei Fiumi Gemelli. Occhidoro era anche a Falme. Solo per quello che ha fatto li dovrebbe essere portato davanti alla giustizia. È evidente. La Luce ce lo ha consegnato.»

«Sei certo che la nostra gente sia tra i Manti Bianchi?» domandò Perrin.

«Non ho potuto vedere facce,» disse Gaul «ma gli occhi di Elyas Machera sono molto acuti. Dice di essere certo di aver visto Basel Gill.»

Perrin annuì. Gli occhi dorati di Elyas sarebbero stati buoni quanto i suoi.

«Sulin e i suoi esploratori hanno rapporti simili» disse Gaul, accettando una tazza di birra versata dalla caraffa di Perrin. «L’esercito dei Manti Bianchi ha un grosso numero di carri, proprio come quelli che abbiamo mandato avanti. Lei lo ha scoperto al mattino presto, ma mi ha chiesto di riferirti queste notizie una volta che ti fossi svegliato, poiché sa che gli abitanti delle terre bagnate sono irritabili quando vengono disturbati di mattina.»

Era evidente che Gaul non aveva idea che la sua poteva suonare come un’offesa. Perrin era un abitante delle terre bagnate. Gli abitanti delle terre bagnate erano irritabili, almeno a parere degli Aiel. Così Gaul stava affermando un fatto assodato.

Perrin scosse il capo, provando un uovo. Troppo cotto, ma mangiabile. «Sulin ha notato qualcuno che ha riconosciuto?»

«No, anche se ha visto alcuni gai’shain» disse Gaul. «Comunque, Sulin è una Fanciulla, perciò probabilmente dovremmo mandare qualcuno per confermare quello che ha detto... qualcuno che non esiga l’opportunità di lavare i nostri indumenti intimi.»

«Problemi con Bain e Chiad?» chiese Perrin.

Gaul fece una smorfia. «Lo giuro, quelle donne mi faranno perdere la testa. Quale uomo ci si dovrebbe aspettare che patisca cose del genere? Sarebbe quasi meglio avere l’Accecatore in persona come gai’shain piuttosto che quelle due.»

Perrin ridacchiò.

«A ogni modo, i prigionieri sembrano illesi e in salute. Il rapporto non è finito. Una delle Fanciulle ha visto una bandiera piuttosto particolare sventolare sull’accampamento, così l’ha copiata per il tuo segretario, Sebban Balwer. Lui dice che significa che il lord Capitano Comandante in persona cavalca con questo esercito.»

Perrin abbassò lo sguardo verso l’ultimo pezzo di prosciutto.

Queste non erano buone notizie. Lui non aveva mai incontrato il lord Capitano Comandante, ma aveva incontrato uno dei lord Capitani dei Manti Bianchi una volta. Era stata la notte in cui Hopper era morto, una notte che aveva tormentato Perrin per due anni.

Era stata la notte in cui lui aveva ucciso per la prima volta.

«Di che altro hai bisogno?» Byar si sporse più vicino, gli occhi infossati accesi dal fervore. «Abbiamo testimoni che hanno visto quest’uomo assassinare due dei nostri! Lo lasciamo marciare via, come se fosse innocente?»

«No» disse Galad. «No, per la Luce. Se quello che dici è vero, non possiamo non occuparci di quest’uomo. Il nostro dovere è portare giustizia a coloro che hanno subito un torto.»

Byar sorrise con aria impaziente. «I prigionieri hanno rivelato che la regina di Ghealdan ha giurato fedeltà a lui.»

«Questo potrebbe rappresentare un problema.»

«Un’opportunità. Forse Ghealdan è precisamente quello di cui i Figli hanno bisogno. Una nuova casa, un posto per ricostruire. Tu parli dell’Andor, mio lord Capitano Comandante, ma per quanto ci tollereranno? Parli dell’Ultima Battaglia, ma potrebbero mancare ancora mesi. E se liberassimo un’intera nazione dalla stretta di un terribile Amico delle Tenebre? Di certo la regina — o il suo successore — si sentirebbe in debito con noi.»

«Sempre che riusciamo a sconfiggere questo Aybara.»

«Possiamo. Le nostre forze sono meno numerose delle sue, ma molti dei suoi soldati sono contadini.»

«Contadini che, come hai fatto notare, possono essere pericolosi» disse Galad. «Non dovrebbero essere sottovalutati.»

«Sì, ma so che possiamo sconfiggerli. Possono essere pericolosi, sì, ma si spezzeranno di fronte alla potenza dei Figli. Questa volta, finalmente, Occhidoro non sarà in grado di nascondersi dietro alle piccole fortificazioni del suo villaggio o ai suoi alleati straccioni. Niente più scuse.»

Questo faceva parte del suo essere ta’veren? Perrin non riusciva a sfuggire a quella notte, anni prima? Mise da parte il suo piatto, nauseato.

«Stai bene, Perrin Aybara?» disse Gaul.

«Sto solo pensando.» I Manti Bianchi non l’avrebbero lasciato in pace, e il Disegno — che fosse folgorato! — avrebbe continuato a intrecciarsi sul suo cammino finché non si fosse occupato di loro.

«Quanto è grande il loro esercito?» chiese Perrin.

«Ci sono ventimila soldati fra loro» rispose Gaul. «Ci sono diverse migliaia di altri che probabilmente non hanno mai impugnato una lancia.»

Servitori e civili al seguito. Gaul tratteneva il divertimento dalla sua voce, ma Perrin poteva fiutarlo su di lui. Tra gli Aiel, quasi ogni uomo — tutti tranne i fabbri — avrebbe imbracciato una lancia se fossero stati attaccati. Il fatto che molti abitanti delle terre bagnate non fossero capaci di difendersi da sé confondeva o faceva infuriare gli Aiel.

«La loro forza è numerosa,» continuò Gaul «ma la nostra lo è di più. E loro non hanno algai’d’siswai né Asha’man, né incanalatrici di nessun tipo, se le notizie di Sebban Balwer non sono errate. Pare sapere molto di questi Manti Bianchi.»

«Ha ragione. I Manti Bianchi odiano le Aes Sedai e pensano che chiunque usi l’Unico Potere sia un Amico delle Tenebre.»

«Muoviamo contro di lui, allora?» chiese Byar.

Galad si alzò in piedi. «Non abbiamo altra scelta. La Luce lo ha consegnato nelle nostre mani. Ma abbiamo bisogno di più informazioni. Forse dovrei andare da questo Aybara e fargli sapere che abbiamo i suoi alleati, poi chiedere al suo esercito di incontrarsi con noi sul campo di battaglia. Preferirei attirarlo fuori per poter usare la mia cavalleria.»