Che fosse maledetto quel gholam; come faceva quella cosa a sapere di Tuon? Come? Era impossibile!
Era così sconcertato che ebbe a malapena il tempo di alzare l’ashandarei quando il gholam gli balzò addosso. Mat imprecò, rigirandosi di lato, ma troppo tardi. Il coltello della creatura guizzò nell’aria. Poi l’arma venne strattonata e strappata di lato dalle sue dita. Mat trasalì, poi avvertì qualcosa avvolgersi attorno a lui e tirarlo all’indietro, fuori dalla portata del colpo del gholam.
Flussi di Aria. Teslyn! Si trovava di fronte alla sua tenda, il suo volto una maschera di concentrazione.
«Non sarai in grado di toccarlo direttamente coi flussi!» urlò Mat mentre la sua Aria lo depositava a poca distanza dal gholam. Se lei fosse riuscita a sollevarlo dannatamente abbastanza in alto, a lui sarebbe andato bene così! Ma non aveva mai visto una Aes Sedai sollevare qualcuno in aria più di qualche passo o giù di lì.
Si precipitò di lato, col gholam che gli correva dietro. Poi qualcosa di grosso volò tra loro, costringendo il gholam a schivare in modo fluido. L’oggetto — una sedia! — si schiantò contro il fianco della collina accanto a loro. Il gholam si girò quando una grossa panca andò a sbattere contro di esso, gettandolo all’indietro.
Mat si stabilizzò, guardando Teslyn, che si stava protendendo nella sua tenda con flussi invisibili di Aria. Donna sveglia, pensò. I flussi non potevano toccare il gholam, ma qualcosa scagliato da essi poteva.
Quello non l’avrebbe fermato: Mat aveva visto la creatura strapparsi via un pugnale che le era stato conficcato nel petto; aveva mostrato l’indifferenza che un uomo avrebbe mostrato nel togliersi un riccio dai vestiti. Ma ora dei soldati si stavano precipitando per le stradine, portando picche o spade e scudi. L’intero campo veniva illuminato.
Il gholam scoccò un’occhiataccia a Mat, poi si precipitò verso l’oscurità fuori dal campo. Mat si girò, quindi rimase immobile quando vide due Braccia Rosse puntare le picche contro il gholam in arrivo. Gorderan e Fergin. Entrambi uomini che erano sopravvissuti a Ebou Dar.
«No!» urlò Mat. «Lasciatelo...»
Troppo tardi. Il gholam scivolò con indifferenza tra le picche, afferrando la gola di ciascun uomo in una mano, poi stringendo assieme le dita. Con una rotazione, squarciò la loro carne, lasciando cadere entrambi gli uomini. Poi si allontanò fra le tenebre.
Che tu sia folgorato!, pensò Mat, avviandosi per inseguirlo. Ti sventrerò e...
Rimase immobile. Sangue nell’aria. Da dentro la sua tenda. Se n’era quasi dimenticato.
Olver! Mat si precipitò di nuovo verso la tenda. Era buio all’interno, anche se l’odore di sangue lo assalì di nuovo. «Luce! Teslyn, puoi...»
Un globo luminoso apparve dietro di lui.
La luce del suo globo fu sufficiente a illuminare una scena raccapricciante all’interno. Lopin, il servitore di Mat, giaceva morto, il suo sangue che scuriva il pavimento della tenda in una vasta pozza nera. Altri due uomini — Riddem e Will Reeve, Braccia Rosse che avevano sorvegliato l’ingresso — erano ammucchiati sopra il suo giaciglio. Avrebbe dovuto notare che mancavano dal loro posto. Stupido!
Mat provò una fitta di tristezza per i morti. Lopin, che solo di recente aveva dimostrato di essersi ripreso dalla morte di Nalesean. Che la Luce lo folgorasse, era stato un brav’uomo! Nemmeno un soldato, soltanto un servitore, contento di avere qualcuno di cui occuparsi. Mat ora si sentiva malissimo per essersi lamentato di lui. Senza l’aiuto di Lopin, non sarebbe stato in grado di fuggire da Ebou Dar.
E le quattro Braccia Rosse, due delle quali erano sopravvissute a Ebou Dar e al precedente attacco del gholam.
Avrei dovuto diramare la notizia, pensò Mat. Avrei dovuto mettere l’intero campo in allerta.
Quello sarebbe servito a qualcosa? Il gholam si era dimostrato praticamente inarrestabile. Mat aveva il sospetto che avrebbe potuto uccidere l’intera Banda per arrivare a lui, se fosse stato necessario. Solo l’ordine del suo padrone di non attirare l’attenzione gli impediva di farlo.
Non vide nessun segno di Olver, anche se il ragazzo si sarebbe dovuto trovare a dormire sul suo giaciglio nell’angolo. Il sangue di Lopin si era addensato lì vicino, e la coperta di Olver ne era intrisa dal fondo. Mat trasse un profondo respiro e cominciò a cercare tra quella baraonda, rovesciando coperte e guardando dietro mobili da viaggio, preoccupato per quello che avrebbe potuto trovare.
Arrivarono altri soldati, imprecando. L’accampamento si stava mettendo in allerta, corni di avvertimento che suonavano, lanterne che venivano accese, armature che sferragliavano.
«Olver» disse Mat ai soldati radunati all’ingresso. Aveva ispezionato l’intera dannata tenda! «Qualcuno l’ha visto?»
«Penso che fosse con Noal» disse Sione Maddow, uno delle Braccia Rosse dalle orecchie a sventola. «Loro...»
Mat si fece strada a spintoni fuori dalla tenda, poi corse per l’accampamento diretto alla tenda di Noal. Arrivò proprio mentre l’uomo canuto stava uscendo, guardandosi attorno allarmato.
«Olver?» chiese Mat, raggiungendo l’anziano.
«È al sicuro, Mat» disse Noal con una smorfia. «Sono spiacente... non intendevo allarmarti. Stavamo giocando a Serpenti e Volpi, e il ragazzo si è addormentato sul mio pavimento. Gli ho messo sopra una coperta; è rimasto alzato fino a tardi ad aspettarti queste notti che ho immaginato fosse meglio non svegliarlo. Avrei dovuto mandartelo a dire.»
«Tu sei spiacente?» disse Mat, afferrando Noal in un abbraccio. «Dannato uomo meraviglioso. Tu gli hai salvato la vita!»
Un’ora più tardi, Mat sedeva con Thom e Noal all’interno della piccola tenda di Thom. Una dozzina di Braccia Rosse sorvegliavano il posto e Olver era stato mandato a dormire nella tenda di Teslyn. Il ragazzo non sapeva quanto era andato vicino all’essere ucciso. C’era da sperare che non l’avrebbe mai saputo.
Mat indossava di nuovo il suo medaglione, anche se aveva avuto bisogno di trovare una nuova corda di cuoio. L’ashandarei aveva tagliato l’altra piuttosto malamente. Avrebbe dovuto trovare un modo migliore per legarcelo.
«Thom,» disse Mat piano «la creatura ha minacciato te, e anche te, Noal. Non ha menzionato Olver, ma ha menzionato Tuon.»
«Come fa quella cosa a sapere di lei?» chiese Thom, grattandosi la testa.
«Le guardie hanno trovato un altro cadavere fuori dal campo. Derry.» Derry era un soldato che era scomparso alcuni giorni prima, e Mat presumeva avesse disertato. A volte accadeva, anche se la diserzione era inconsueta nella Banda.
«Gli ci è voluto così tanto?» disse Noal accigliandosi. Le spalle di Noal erano ingobbite e aveva un naso dalla forma di un grosso peperone piegato che gli cresceva proprio nel mezzo della faccia. A Mat era sempre sembrato... logoro. Le sue mani erano così nodose che sembravano essere tutte nocche.
«Deve averlo interrogato» disse Mat. «Aver scoperto le persone con cui trascorrevo il tempo, dov’era la mia tenda.»
«Quella cosa ne è capace?» disse Thom. «A me è sempre sembrata più simile a un segugio, che ti dava la caccia.»
«Sapeva dove trovarmi nel palazzo di Tylin» disse Mat. «Perfino dopo che me n’ero andato, il gholam si è recato nelle sue stanze. Perciò o l’ha chiesto a qualcuno, o mi ha osservato. Non sapremo mai se Derry è stato torturato oppure se si è solo imbattuto nel gholam mentre si stava intrufolando nell’accampamento per spiare. Ma quella cosa è scaltra.»