Sondarlo non rivelò nulla. Niente vita, nessuna sensazione che fosse mai stato vivo. Il suo corpo non era nemmeno di carne. Con un tuffo al cuore, Nynaeve Sondò altre persone nella stanza fosca. Una cameriera che portava la colazione verso tre mercanti andorani. Un locandiere corpulento che doveva aver avuto problemi ad aggirarsi fra i tavoli così ravvicinati. Una donna con un abito lussuoso seduta proprio in fondo alla stanza, che leggeva un libricino con aria compita.
Non c’era vita in nessuno di loro. Questi non erano cadaveri; erano involucri. Con dita tremanti, Nynaeve protese la mano e sfiorò la spalla dell’uomo al tavolo alto. Quello crollò immediatamente in polvere, che piovve giù in uno sbuffo. La sedia e le assi del pavimento di sotto non si dissolsero.
«Qui non c’è nessuno da salvare» disse Nynaeve.
«Povera gente» disse Naeff. «Che la Luce protegga le loro anime.»
Nynaeve spesso aveva problemi a provare pietà per i nobili tarenesi: di tutte le persone che aveva incontrato, quelli sembravano tra i più arroganti. Ma nessuno si meritava questo. Inoltre in questa bolla erano rimasti intrappolati anche parecchi popolani.
Lei e Naeff si diressero fuori dall’edificio, la frustrazione di Nynaeve che cresceva mentre strattonava la propria treccia. Odiava sentirsi impotente. Come con quella povera guardia che aveva dato il via all’incendio al maniero nell’Arad Doman oppure con le persone che erano morte a causa di strane malattie. E oggi quegli involucri polverosi. A cosa serviva imparare a Guarire se lei non poteva aiutare le persone?
E ora doveva andar via. Tornare alla Torre Bianca. Sembrava come fuggire. Si voltò verso Naeff. «Vento» disse.
«Nynaeve Sedai?»
«Colpisci l’edificio con una raffica di vento, Naeff» disse lei. «Voglio vedere cosa succede.»
L’Asha’man fece come richiesto, con i suoi flussi invisibili che soffiavano un getto d’aria. L’intero edificio esplose, sfaldandosi in polvere che venne spazzata via, come i semi bianchi di un soffione. Naeff si voltò verso di lei.
«Quanto hanno detto che era ampia questa bolla?» chiese lei.
«Circa due strade di larghezza in ogni direzione.»
«Ci serve più vento» disse lei, iniziando un flusso. «Crea la raffica più grande che puoi. Se c’è qualcuno ferito qui, lo troveremo in questo modo.»
Naeff annuì. I due vennero avanti, creando del vento. Mandarono in pezzi gli edifici, facendoli esplodere e crollare. Naeff era più abile di lei in quel procedimento, ma Nynaeve era più forte nell’Unico Potere. Assieme spazzarono edifici, pietre e involucri che si sgretolavano davanti a loro in una tempesta di polvere.
Era un lavoro estenuante, ma continuarono. Nynaeve sperava — contro ogni logica — di poter trovare qualcuno da aiutare. Edifici cadevano davanti a lei e Naeff, la polvere che veniva catturata nell’aria turbinante. Spinsero la polvere in un cerchio, muovendosi verso l’interno. Come una donna che spazzava il pavimento.
Superarono persone immobilizzate sulle strade a metà movimento. Buoi che tiravano un carretto. Bambini che giocavano in un vicolo, una vista da stringere il cuore. Tutti vennero ridotti in polvere.
Non trovarono nessuno vivo. Alla fine, lei e Naeff avevano dissolto tutte le parti rotte della città e spazzato la polvere al centro. Nynaeve la guardò, continuando a farla turbinare al suo posto con un ciclone che Naeff aveva intessuto. Incuriosita, Nynaeve incanalò una lingua di Fuoco nel ciclone e la polvere si accese.
Annaspò; quella polvere prese fuoco come carta secca gettata tra le fiamme, creando una ruggente tempesta infuocata. Lei e Naeff indietreggiarono, ma terminò in un lampo. Non lasciò alcuna cenere dietro di sé.
Se noi non l’avessimo radunata, pensò lei osservando il fuoco spegnersi, qualcuno avrebbe potuto farci cadere una candela. Un incendio del genere...
Naeff placò i suoi venti. I due restarono al centro di un cerchio aperto di terra nuda punteggiata ogni tanto dai buchi degli scantinati. Ai bordi, gli edifici erano stati resi, stanze aperte all’aria, alcune strutture crollate. Era inquietante vedere questa zona vuota. Come un’orbita con un occhio cavato in un volto altrimenti sano.
Diversi gruppi di Difensori si trovavano lungo il perimetro. Lei annuì a Naeff e i due si diressero verso il gruppo più numeroso. «Non avete trovato nessuno?» domandò Nynaeve.
«No, lady Aes Sedai» rispose un uomo. «Ehm... be’, abbiamo trovato qualcuno, ma quelli erano già morti.»
Un altro uomo annuì, un tipo tozzo a cui l’uniforme stava molto stretta. «Pare che chiunque avesse anche solo un dito dentro quell’anello sia morto. Ne abbiamo trovati alcuni a cui mancava solo un piede o parte del braccio. Ma erano morti comunque.» L’uomo rabbrividì visibilmente.
Nynaeve chiuse gli occhi. L’intero mondo stava cadendo a pezzi e lei non aveva il potere di Guarirlo. Si sentì nauseata e infuriata.
«Forse l’hanno causato loro» disse Naeff piano. Lei aprì gli occhi e lo vide annuire verso le ombre di un vicino edificio. «I Fade. Ce ne sono tre là, Nynaeve Sedai, che ci osservano.»
«Naeff...» disse lei, frustrata. Dirgli che i Fade non erano reali non avrebbe aiutato. Devo fare qualcosa, pensò. Aiutare qualcuno. «Naeff, rimani immobile.» Lei gli prese il braccio e lo Sondò. Lui la guardò sorpreso, ma non obiettò.
Nynaeve poteva vedere la sua pazzia, come una scura rete di vene che si insinuavano dentro la sua mente. Pareva pulsare, come un piccolo cuore palpitante. Lei aveva trovato una corruzione simile di recente in altri Asha’man. La sua abilità nel Sondare stava migliorando, i flussi più perfezionati, e poteva trovare cose che una volta le erano nascoste. Non aveva idea di come aggiustare quello che era sbagliato, però.
Qualunque cosa dovrebbe essere Guaribile, disse a sé stessa. Qualunque cosa tranne la morte stessa.
Si concentrò, intessendo tutti e cinque i Poteri, e pungolò con cautela la follia, ricordando quello che era successo quando aveva rimosso la Coercizione dallo sfortunato servitore di Graendal. Per Naeff sarebbe stato meglio rimanere con la sua pazzia che se lei avesse danneggiato ancora di più la sua mente.
Stranamente, l’oscurità pareva simile alla Coercizione. Era quello che aveva fatto la corruzione? Aveva piegato gli uomini che utilizzavano l’Unico Potere con la Coercizione stessa del Tenebroso?
Intessé attentamente un controflusso opposto alla pazzia, poi lo posò sopra la mente di Naeff. Il flusso scomparve e basta, non sortendo alcun effetto.
Nynaeve digrignò i denti. Quello avrebbe dovuto funzionare. Ma, come sembrava così frequente negli ultimi tempi, aveva fallito.
No, pensò lei. No, non posso semplicemente tirarmi indietro.
Sondò più a fondo. L’oscurità aveva minuscole proiezioni simili a spine conficcate nella mente di Naeff. Nynaeve ignorò le persone che si radunavano attorno a lei ed esaminò quelle spine. Usò con attenzione dei flussi di Spirito per staccarne una.
Uscì con qualche resistenza, e lei si affrettò a Guarire il punto in cui aveva penetrato la carne di Naeff. Il cervello parve pulsare, sembrando più sano. Una a una, staccò le altre. Fu costretta a mantenere i flussi, tenendo indietro i barbigli, per impedire che si conficcassero di nuovo dentro. Cominciò a sudare. Era già stanca per aver sgombrato tutta quella zona e non riusciva più a concentrarsi sul tenere lontano da lei la calura. Tear era così afosa.
Continuò a lavorare, preparando un altro controflusso. Una volta che ebbe staccato fino all’ultima spina, rilasciò il suo nuovo flusso. La chiazza scura si increspò e tremò, come qualcosa di vivo.
Poi scomparve.
Nynaeve barcollò all’indietro, prosciugata quasi fino allo sfinimento. Naeff sbatté le palpebre, poi si guardò attorno. Si portò una mano alla testa.