Luce!, pensò lei. Gli ho fatto del male? Non mi sarei dovuta tuffare in questo. Avrei potuto...
«Sono scomparsi» disse Naeff. «I Fade...'non riesco più a vederli.» sbatté le palpebre. «Perché mai dei Fade si sarebbero nascosti nelle ombre, comunque? Se avessi potuto vederli, mi avrebbero ucciso e...» La guardò, mettendo gli occhi a fuoco su di lei. «Cos’hai fatto?»
«Io... penso di aver appena Guarito la tua pazzia.» Be’, aveva fatto qualcosa per essa. Quello che aveva fatto non era stata una normale Guarigione, e non aveva nemmeno usato flussi Guaritori. Ma pareva che avesse funzionato.
Naeff le rivolse un sorriso intenso, sembrando perplesso. Le prese la mano con le sue, poi si inginocchiò di fronte a lei con le lacrime agli occhi. «Per mesi mi sono sentito come se fossi sempre osservato. Come se dovessi essere assassinato nel momento in cui avessi voltato le spalle alle ombre. Ora io... Grazie. Devo andare a trovare Nelavaire.»
«Allora vai» disse Nynaeve. Naeff si allontanò di corsa, precipitandosi di nuovo verso la Pietra in cerca della sua Aes Sedai.
Non posso permettermi di cominciare a pensare che niente di quello che faccio abbia importanza. È quello che vuole il Tenebroso. Mentre osservava Naeff precipitarsi via, notò che le nubi lì sopra si stavano diradando. Rand era tornato.
Degli operai cominciarono a sgombrare le macerie degli edifici che si erano tramutati in polvere per metà e Nynaeve finì per parlare in tono tranquillizzante ai Tarenesi preoccupati che iniziarono ad assieparsi attorno al perimetro. Non voleva che ci fosse panico; rassicurò tutti che il pericolo era passato e poi chiese di incontrarsi con qualunque famiglia avesse perso qualcuno.
Stava ancora facendo questo — parlando piano con una donna magra e turbata — quando Rand la trovò. La donna era una popolana che indossava un abito dall’alto colletto con tre grembiuli e un cappello di paglia. Suo marito aveva lavorato nella locanda in cui Nynaeve era entrata. La donna continuava a lanciare occhiate al buco nel terreno che era stato lo scantinato.
Dopo un momento, Nynaeve notò Rand, che la osservava e se ne stava con le braccia dietro la schiena, la mano serrata sul moncherino. Due Fanciulle gli facevano da scorta, un paio di donne chiamate Somma e Kanara. Nynaeve terminò di parlare con la Tarenese, ma gli occhi colmi di lacrime della donna le straziarono il cuore. Come avrebbe reagito lei se avesse perso Lan?
Che la Luce lo protegga. Per favore, per favore proteggilo. Sganciò il suo borsellino dalla cintura e lo diede alla donna, congedandosi da lei. Forse quello avrebbe aiutato.
Rand si avvicinò a Nynaeve. «Ti prendi cura della mia gente. Grazie.»
«Mi prendo cura di chiunque ne abbia bisogno» disse Nynaeve.
«Come hai sempre fatto» disse Rand. «Assieme al prenderti cura di alcuni che non ne hanno.»
«Come te?» chiese lei, sollevando un sopracciglio.
«No. Io ne ho sempre avuto bisogno. Di quello e altro.»
Nynaeve esitò. Non era qualcosa che si sarebbe mai aspettata che lui ammettesse. Perché non si era sbarazzato di quel vecchio mantello? Era sbiadito e logoro.
«Questo è colpa mia» disse Rand, rivolgendo un cenno col capo verso il buco nella città.
«Rand, non essere sciocco.»
«Non so se chiunque possa evitare di essere sciocco, a volte» Disse. «Io mi incolpo dei miei ritardi. Abbiamo procrastinato troppo a lungo il confronto con lui. Cos’è successo qui oggi? Edifici trasformati in polvere?»
«Sì» disse Nynaeve. «La loro sostanza è stata rimossa. Tutto si è sbriciolato nel momento stesso in cui l’abbiamo toccato.»
«Accadrebbe questo al mondo intero» disse Rand, la sua voce più bassa. «Si agita. Più aspettiamo — aggrappandoci con le unghie — più lui distrugge ciò che rimane. Non possiamo ritardare ancora.»
Nynaeve si accigliò. «Ma Rand, se lo lasci libero, questo non peggiorerà ulteriormente le cose?»
«Forse per un breve impeto» disse Rand. «Aprire il Foro non Lo libererà immediatamente, anche se gli darà più forza. A ogni modo deve essere fatto. Pensa al nostro compito come scalare un alto muro di pietra. Purtroppo ci stiamo attardando, correndo in tondo prima di tentare la scalata. Ogni passo ci stanca per il combattimento a venire. Dobbiamo affrontarlo mentre siamo ancora forti. E questo il motivo per cui devo rompere i sigilli.»
«Io...» disse Nynaeve. «Io penso davvero di crederti.» Rimase sorpresa nel rendersene conto.
«Sul serio, Nynaeve?» chiese lui, suonando stranamente sollevato. «Dici davvero?»
«Sì.»
«Allora cerca di convincere Egwene. Lei mi fermerà, se può.»
«Rand... lei mi ha richiamato alla Torre. Dovrò andarci oggi.»
Rand parve rattristato. «Be’, sospettavo che avrebbe potuto farlo prima o poi.» Prese Nynaeve per la spalla in uno strano gesto. «Non lasciare che ti rovinino, Nynaeve. Tenteranno.»
«Rovinarmi?»
«La tua passione è parte di te» disse Rand. «Ho cercato di essere come loro, anche se non avrei voluto ammetterlo. Freddo. Sempre con la situazione sotto controllo. Mi ha quasi distrutto. Questo per qualcuno è forza, ma non è l’unico tipo di forza. Forse tu potresti imparare a controllarti un po’ di più, ma mi piaci come sei. Ti rende genuina. Non vorrei vederti diventare un’altra 'perfetta’ Aes Sedai con una maschera dipinta al posto della faccia e nessuna preoccupazione per i sentimenti e le emozioni altrui.»
«Essere Aes Sedai è essere calmi» replicò Nynaeve.
«Essere Aes Sedai è quello che tu decidi che sia» disse Rand, il suo moncherino tenuto dietro la schiena. «A Moiraine importava. Potevi vederlo in lei, perfino quando era calma. Le migliori Aes Sedai che ho conosciuto sono quelle che altre si lamentano non siano quello che una Aes Sedai dovrebbe essere.»
Nynaeve si ritrovò ad annuire, poi rimase irritata con sé stessa. Stava prendendo consigli da Rand al’Thor?
C’era qualcosa di diverso in Rand ora. Una tranquilla intensità e parole misurate. Era un uomo da cui potevi prendere consigli senza la sensazione che stesse facendo una predica. Come suo padre, in effetti. Non che lei lo avrebbe mai ammesso con nessuno dei due.
«Va’ da Egwene» disse Rand, lasciandole andare la spalla. «Ma quando potrai, gradirei molto se tornassi da me. Avrò ancora bisogno del tuo consiglio. Come minimo, mi piacerebbe averti al mio fianco quando andrò a Shayol Ghul. Non posso sconfiggerlo col solo saidin, e se dovremo usare Callandor, avrò bisogno di due donne di cui mi fido nel circolo con me. Ancora non ho deciso l’altra. Aviendha o Elayne, forse. Ma tu di sicuro.»
«Ci sarò, Rand.» Si sentì stranamente orgogliosa. «Sta’ fermo per un momento. Non ti farò del male. Lo prometto.»
Lui sollevò un sopracciglio, ma non fece nulla mentre lei lo Sondava. Nynaeve era così stanca, ma se stava per lasciarlo, aveva bisogno di cogliere questa opportunità per Guarire la sua pazzia. all’improvviso parve la cosa più importante che potesse fare per lui. E per il mondo.
Sondò, tenendosi lontano dalle ferite al suo fianco, che erano pozze di oscurità che parevano tentare di risucchiare la sua energia. Mantenne la sua attenzione sulla mente di Rand. Domerà la...
Si irrigidì. L’oscurità era enorme, tale da ricoprirgli la mente nella sua interezza. Migliaia e migliaia di minuscole spine nere conficcate nel suo cervello, ma sotto di esse c’era un orlo bianco brillante di qualcosa. Una radiosità bianca, come Potere liquido. Luce a cui era stata data forma e vita. Rimase senza fiato. Quella luce rivestiva ciascuno dei dentini scuri, penetrando nella sua mente assieme a essi. Cosa voleva dire?
Non aveva la minima idea di come iniziare a lavorare su questo. C’erano così tanti barbigli. Come poteva Rand anche solo pensare con così tanta oscurità che premeva contro il suo cervello? E cosa aveva creato il biancore? Nynaeve aveva Guarito Rand in precedenza e allora non l’aveva notato. Naturalmente, lei non aveva mai visto l’oscurità se non di recente. Probabilmente il motivo era la sua dimestichezza con il Sondare.