Si ritrasse con riluttanza. «Sono spiacente» disse. «Non posso Guarirti.»
«In molti hanno provato su quelle ferite, inclusa tu stessa. Sono semplicemente insanabili. Non penso molto a esse, di questi tempi.»
«Non le ferite al tuo fianco» disse Nynaeve. «La pazzia. Io...»
«Puoi Guarire la pazzia?»
«Penso di averlo fatto con Naeff.»
Rand esibì un ampio sorriso. «Non smetti mai di... Nynaeve, Ti rendi conto che i Guaritori di maggior Talento durante l’Epoca leggendaria avevano difficoltà con le malattie della mente? Molti credevano che non fosse possibile Guarire la pazzia con l’Unico Potere.»
«Guarirò gli altri» disse lei. «Almeno Narishma e Flinn, prima di andare. Probabilmente tutti gli Asha’man hanno un accenno di questa corruzione sopra le loro menti. Non so se sarò in grado di arrivare alla Torre Nera.» O se voglio andarci.
«Grazie» disse Rand, guardando verso nord. «Ma no, non dovresti andare alla Torre Nera. Mi occorrerà mandare qualcuno lì, ma la faccenda sarà gestita in modo accorto. Sta succedendo qualcosa con loro. Ma ho così tanto da fare...»
Scosse il capo, poi la guardò. «Questo è un fossato che non posso attraversare al momento. Parla bene di me a Egwene. Ho bisogno che lei sia mia alleata.»
Nynaeve annuì, poi — sentendosi sciocca — gli diede un abbraccio prima di affrettarsi a cercare Narishma e Flinn. Un abbraccio. Per il Drago Rinato. Stava diventando sciocca quanto Elayne. Scosse il capo, pensando che forse un po’ di tempo nella Torre Bianca l’avrebbe aiutata a rimettere la testa a posto.
Le nuvole erano tornate.
Egwene era in piedi sulla sommità stessa della Torre Bianca, il piatto tetto circolare, che si teneva al muro alto fino in vita. Come un fungo strisciante — come insetti in uno sciame — le nuvole si erano richiuse sopra Tar Valon. La visita della luce solare era stata gradita, ma breve.
Il tè era tornato a sapere di stantio. Le riserve di grano che avevano scoperto si stavano esaurendo e i sacchi che erano arrivati dopo erano pieni di larve. La Terra è Uno con il Drago.
Inspirò, odorando l’aria nuova, rimirando Tar Valon. La sua Tar Valon.
Saerin, Yukiri e Seaine — tre delle Sorelle che erano state le cacciatrici originarie dell’Ajah Nera nella Torre — attendevano pazienti dietro di lei. Erano tra le sue sostenitrici più ferventi ora, e le più utili. Tutti si aspettavano che Egwene favorisse le donne che erano state tra quelle che si erano separate da Elaida, perciò essere vista a trascorrere del tempo con Aes Sedai che erano rimaste nella Torre Bianca era utile.
«Cosa avete scoperto?» chiese Egwene.
Saerin scosse il capo, unendosi a Egwene presso il muro. La cicatrice sulla sua guancia e il bianco alle sue tempie facevano sembrare la Marrone dalla carnagione olivastra e dal volto schietto simile a un generale attempato. «Alcune delle informazioni che hai richiesto erano incerte perfino tremila anni fa, Madre.»
«Qualunque cosa saprai fornirmi sarà d’aiuto, figlia» disse Egwene. «Finché non possiamo contare interamente su fatti, una conoscenza incompleta è meglio di totale ignoranza.»
Saerin sbuffò piano, ma ovviamente riconobbe la citazione da Yasicca Cellaech, una antica studiosa della Marrone.
«E voi due?» domandò Egwene a Yukiri e Seaine.
«Stiamo cercando» disse Yukiri. «Seaine ha una lista di possibilità. Alcune sono effettivamente ragionevoli.»
Egwene sollevò un sopracciglio. Chiedere teorie a una Bianca era sempre interessante, ma non sempre utile. Avevano la tendenza a ignorare ciò che era plausibile, concentrandosi su possibilità remote.
«Cominciamo da lì, allora» disse Egwene. «Seaine?»
«Bene,» disse Seaine «comincerò dicendo che una dei Reietti avrà sicuramente delle conoscenze che noi non riusciamo nemmeno a immaginare. Perciò potrebbe non esserci alcun modo per accertare come ha sconfitto il Bastone dei Giuramenti. Per esempio, potrebbe esistere un modo per disattivarlo per breve tempo, o forse esistono parole speciali che possono essere utilizzate per sfuggire ai suoi effetti. Il bastone è un oggetto dell’Epoca Leggendaria, e anche se lo abbiamo usato per millenni, non lo comprendiamo davvero. Non più di quanto facciamo con molti ter’angreal.»
«Molto bene» disse Egwene.
«Ma,» continuò Seaine, tirando fuori un foglio di carta «tenuto conto di questo, ho tre teorie su come qualcuno possa vanificare un giuramento sul bastone. Per prima cosa, è possibile che la donna abbia un altro Bastone dei Giuramenti. Si dice che un tempo ne esistessero altri, ed è plausibile che un bastone possa liberarti dai giuramenti di un altro. Mesaana avrebbe potuto conservarne uno in segreto. Avrebbe potuto contrarre i Tre Giuramenti impugnando il nostro bastone, poi in qualche modo usare l’altro per negare quei giuramenti prima di giurare che non era un Amico delle Tenebre.»
«Debole» disse Egwene. «Come avrebbe fatto a liberarsi senza che noi lo sapessimo? Richiede che lo Spirito venga incanalato.»
«Ci ho riflettuto» disse Seaine.
«Non sorprendente» disse Yukiri.
Seaine la squadrò, poi continuò. «Questo è il motivo per cui Mesaana avrebbe avuto bisogno di un secondo Bastone dei Giuramenti. Avrebbe potuto incanalarvi Spirito, poi aver invertito il flusso, lasciandola collegata a esso.»
«Sembra improbabile» disse Egwene.
«Improbabile?» replicò Saerin. «Sembra ridicolo. Pensavo che tu avessi detto che alcune di queste possibilità erano plausibili, Yukiri.»
«Questo è il meno probabile dei tre» disse Seaine. «Il secondo metodo sarebbe più semplice. Mesaana avrebbe potuto mandare qualcuno col suo stesso aspetto che indossasse lo specchio delle nebbie. Qualche sfortunata Sorella — o novizia, o perfino qualche donna non addestrata in grado di incanalare — sotto una pesante Coercizione. Questa donna potrebbe essere stata costretta a pronunciare i giuramenti al posto di Mesaana. Poi, dal momento che questa persona non sarebbe stata un Amico delle Tenebre, avrebbe potuto dire sinceramente che non lo era.»
Egwene annuì pensierosa. «Questo avrebbe richiesto parecchi preparativi.»
«Da quello che sono riuscita ad apprendere su di lei,» disse Saerin «Mesaana è sempre stata brava nei preparativi. È quello in cui eccelleva.»
Il compito di Saerin era stato scoprire ogni cosa che poteva sulla vera natura di Mesaana. Tutte quante avevano sentito le storie: chi non conosceva a memoria i nomi di ciascuno dei Reietti e le loro più terribili nefandezze? Ma Egwene riponeva poca fiducia nelle storie; voleva qualcosa di più concreto, se poteva ottenerlo.
«Hai detto che c’era una terza possibilità?» chiese Egwene.
«Sì» disse Seaine. «Sappiamo che alcuni flussi giocano col suono. Variazioni di flussi vocali sono utilizzate per amplificare una voce in modo da proiettarla a una folla, così come nella protezione contro orecchie indiscrete; in effetti, tali flussi sono usati in vari trucchetti utilizzati per origliare quello che viene detto nelle vicinanze. Usi complessi dello specchio delle nebbie possono cambiare la voce di una persona. Con un po’ di esercizio, Doesine e io siamo state in grado di elaborare una variazione di un flusso che alterava le parole che pronunciavamo. Nella pratica, dicevamo una cosa, ma l’altra persona ne udiva una completamente diversa.»
«Un terreno pericoloso su cui camminare, Seaine» disse Saerin, la sua voce burbera. «Questo è il genere di flusso che potrebbe essere usato per scopi maligni.»
«Non potevo usarlo per mentire» disse Seaine. «Ho tentato. I giuramenti reggono: fintantoché il flusso era lì, non potevo pronunciare parole che sapevo un’altra persona avrebbe udito come menzogne, perfino se erano verità quando lasciavano le mie labbra. A ogni modo, è stato un flusso semplice da sviluppare. Legato e invertito, rimaneva sospeso di fronte a me e alterava le mie parole in un modo che io avevo indicato.